Sardinia insula inter Africu[m], et Tyrrenu[m]…

Riferimento: s32704
Autore Giacomo GASTALDI
Anno: 1560 ca.
Zona: Sardegna
Luogo di Stampa: Venezia
Misure: 205 x 300 mm
9.500,00 €

Riferimento: s32704
Autore Giacomo GASTALDI
Anno: 1560 ca.
Zona: Sardegna
Luogo di Stampa: Venezia
Misure: 205 x 300 mm
9.500,00 €

Descrizione

Rarissima carta dell’isola che attribuiamo a Giacomo Gastaldi e che consideriamo il prototipo di questa tipologia di carte del ‘500.

L’opera, in passato anonima e conosciuta solo attraverso l’esemplare conservato nell’atlante Doria, la troviamo stampata in un singolo foglio di atlante insieme alla carta della Corsica firmata da Gastaldi, nell’esemplare venduto in asta a Londra (Sotheby’s, 2000).

Le due carte sono assolutamente simili in tutto, anche nella inusuale modo di rappresentare l’orientazione, attraverso una sorta di croce che attraversa tutta l’isola. Ulteriore conferma dell’attribuzione al Gastaldi deriva dalla presenza della carta nel suddetto Atlante Doria, insieme ad un gruppo di carte delle isole del cartografo piemontese, quali Malta, Elba e la Corsica.

Dal confronto con tutte le altre carte dell’isola, si notano le seguenti differenze: orografia e idrografia meno accentuate; in alto a nord del fiume Temo viene indicato Fresan anziché S.reparata (nelle altre carte Fresan è a sud del fiume); sempre a nord, sotto l’isola denominata Tolata, non vi è piu disegnata un’isoletta priva dell’indicazione toponomastica, che si trova invece nelle altre carte.

Il primo stato della carta è una prova di stampa, parzialmente incompleta. Ad oggi è noto un solo esemplare, venduto in asta a Parigi nel 2006 ed ora nella collezione di chi scrive.

Al centro dell’isola, l’iscrizione SARDEGNA. In alto, in una targa incorniciata da fregi, una breve descrizione del territorio Sardinia insula inter Africu[m], et Tyrrenu[m] pelagus sita: magnitudine 562 mil. pas. fertilis admodu[m] animaliu[m]que varij generis abundans metallis argentarijs, stagnis, fontibus, salubris prestantissima. Orientazione nei quattro lati al centro, il nord in alto. Carta priva di graduazione ai margini e di scala grafica.
Acquaforte e bulino, ampi margini, perfetto stato di conservazione.

Esemplare di secondo stato, del tutto simile al precedente, ma viene arricchito il disegno orografico con l’aggiunta di diversi monticelli nella parte centro-settentrionale dell’isola. Aggiunti anche degli alberelli di forma diversa da quelli già presenti.

Meraviglioso esemplare di questa influente mappa della Sardegna, conosciuto in pochissimi esemplari.

Erroneamente attribuita al Duchetti in Bifolco-Ronca (2014).

Bibliografia

Bifolco-Ronca (2014): n. 151; Christie’s Pa (2006): n. 266; Christie’s (2012): n. 31; Dzikowski (1940): n. 49; Sotheby’s (2000): n. 257; Sotheby’s (2005): n. 77; b) Lago (2002): p. 490, tav. 488.

Giacomo GASTALDI (1500 circa – 1565 circa)

Giacomo Gastaldi nacque, secondo il predicato che accompagna la sua firma nella carta della Spagna del 1544, a Villafranca Piemonte (odierna provincia di Torino), tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo. Sebbene annoverato tra i maggiori cartografi del Cinquecento, le vicende della sua vita sono ignote fino al 1539 quando il suo nome appare per la prima volta in una concessione di privilegio di stampa di un "lunario perpetuo", oggi perduto. All'inizio degli anni '40, doveva essere già noto negli ambienti dotti perché cominciò a lavorare a una serie di carte, dapprima pubblicate separatamente e poi confluite, nell'edizione italiana della Geografia di Tolomeo (Venezia 1548) aggiornata da S. Münster. Il volume comprendeva 60 carte, 26 delle quali erano le tolemaiche tradizionali e 34 le nuove realizzate dal Gastaldi. In breve tempo la sua fama di cartografo si diffuse in Italia e in Europa: divennè il cosmografo ufficiale della Repubblica Veneta. Il Consiglio dei Dieci , su incarico del quale aveva affrescato una sala del Palazzo ducale con le carte dell’Asia e dell’Africa, si riferiva a lui chiamandolo: Mastro Giacomo di Piemonte il nostro Cosmografo. Indiscusso permane il suo apporto alla cartografia italiana: nel 1561 stampò una carta dell’Italia, in cui per la prima volta il profilo delle coste è realizzato facendo riferimento a carte nautiche molto più precise di quelle dei secoli precedenti. Ebbe il grande merito di utilizzare e diffondere nel campo della cartografia la tecnica dell’acquaforte, che consentiva all’incisore di realizzare disegni molto più precisi e nitidi, consentendo una lettura più agevole di esse Quasi tutti i cartografi antecedenti avevano invece usato la tecnica della xilografia, molto meno precisa. Gli furono attribuite centonove carte geografiche, in cui rappresentò praticamente tutto il mondo. Considerato, a torto per lungo tempo un mero discepolo del Ramusio, mentre ad ambedue si deve l'uscita della geografia dal tolemaismo, Gastaldi venne riscoperto dalla geografia dopo l'Unità italiana. Alla fine del XIX secolo A.E. Nordenskjöld lo pose al vertice della cartografia europea cinquecentesca e cinquant'anni dopo l'Almagià, tuttora il suo maggiore studioso, ne ricostruì una valida biografia.

Bibliografia

Bifolco-Ronca (2014): n. 151; Christie’s Pa (2006): n. 266; Christie’s (2012): n. 31; Dzikowski (1940): n. 49; Sotheby’s (2000): n. 257; Sotheby’s (2005): n. 77; b) Lago (2002): p. 490, tav. 488.

Giacomo GASTALDI (1500 circa – 1565 circa)

Giacomo Gastaldi nacque, secondo il predicato che accompagna la sua firma nella carta della Spagna del 1544, a Villafranca Piemonte (odierna provincia di Torino), tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo. Sebbene annoverato tra i maggiori cartografi del Cinquecento, le vicende della sua vita sono ignote fino al 1539 quando il suo nome appare per la prima volta in una concessione di privilegio di stampa di un "lunario perpetuo", oggi perduto. All'inizio degli anni '40, doveva essere già noto negli ambienti dotti perché cominciò a lavorare a una serie di carte, dapprima pubblicate separatamente e poi confluite, nell'edizione italiana della Geografia di Tolomeo (Venezia 1548) aggiornata da S. Münster. Il volume comprendeva 60 carte, 26 delle quali erano le tolemaiche tradizionali e 34 le nuove realizzate dal Gastaldi. In breve tempo la sua fama di cartografo si diffuse in Italia e in Europa: divennè il cosmografo ufficiale della Repubblica Veneta. Il Consiglio dei Dieci , su incarico del quale aveva affrescato una sala del Palazzo ducale con le carte dell’Asia e dell’Africa, si riferiva a lui chiamandolo: Mastro Giacomo di Piemonte il nostro Cosmografo. Indiscusso permane il suo apporto alla cartografia italiana: nel 1561 stampò una carta dell’Italia, in cui per la prima volta il profilo delle coste è realizzato facendo riferimento a carte nautiche molto più precise di quelle dei secoli precedenti. Ebbe il grande merito di utilizzare e diffondere nel campo della cartografia la tecnica dell’acquaforte, che consentiva all’incisore di realizzare disegni molto più precisi e nitidi, consentendo una lettura più agevole di esse Quasi tutti i cartografi antecedenti avevano invece usato la tecnica della xilografia, molto meno precisa. Gli furono attribuite centonove carte geografiche, in cui rappresentò praticamente tutto il mondo. Considerato, a torto per lungo tempo un mero discepolo del Ramusio, mentre ad ambedue si deve l'uscita della geografia dal tolemaismo, Gastaldi venne riscoperto dalla geografia dopo l'Unità italiana. Alla fine del XIX secolo A.E. Nordenskjöld lo pose al vertice della cartografia europea cinquecentesca e cinquant'anni dopo l'Almagià, tuttora il suo maggiore studioso, ne ricostruì una valida biografia.