Carte generale de la partie de la Sabine où etoit situèe la Maison de Campagne d'Horace...

Riferimento: CO-687
Autore Georg Abraham HACKERT
Anno: 1780 ca.
Zona: Sabina
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 460 x 375 mm
380,00 €

Riferimento: CO-687
Autore Georg Abraham HACKERT
Anno: 1780 ca.
Zona: Sabina
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 460 x 375 mm
380,00 €

Descrizione

Carte generale de la partie de la Sabine où etoit situèe la Maison de Campagne d'Horace, suivie de dix Vües des sites de cette Campagne et de ses Environs, nommés dans les Oeuvres d'Horace, et relatives aux dissertations que Mr. l'Abbé de Santis Mr. l'Abbé Capmartin de Chaupy et Mr. de Ramsay ont publié à ce sujet

Carta topografica, che raffigura la Sabina sud orientale, ideata e disegnata da Jacob Philip Hackert, incisa e pubblicata a Roma dal fratello George Hackert: "A Rome chez George Hackert graveur Place de l'Espagne".

In alto a destra sono presenti quattro scale che confrontano le misure romane, inglesi, francesi e tedesche e un dettaglio della pavimentazione a mosaico della Villa di Orazio. Lo scudo reale di Gustavo III è inciso al centro della dedica: "Dediées à La Majesté Roi de Suede des Goths Gustave III et des Vandales &c. &c. &c. Par son très humble très obeïssant et très Soumis Serviteur Ja: Ph: Hackert".

Appartiene alla serie Dix vues de la maison de campagne d'Horace.

La serie di vedute della villa di Orazio sui Colli Sabini è composta da dieci tavole numerate. È presente anche un foglio di accompagnamento non numerato che riporta una mappa della regione e l'ubicazione delle dieci vedute.

La serie fu dedicata al re di Svezia e il lavoro di incisione iniziò nel 1780. Fu completata nel 1784 e recensita nel "Giornale delle belle Arti" nel novembre dello stesso anno. L'opera aveva un proprio prospetto non datato che ne annunciava il completamento e il prezzo (7 scudi romani o 37 lire francesi).

Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, con ampi margini, in ottimo stato di conservazione.

Bibliografia

Nagler G.K., Neues Allgemeines Künstler-Lexikon, V 0005 p 00490, 1835-52; Nicolas 1924 / Balthasar-Antoine Dunker (49.1)

Georg Abraham HACKERT (Prenzlau, 1755; Firenze, 1805)

Fratello di Philipp Hackert. Studiò a Berlino con F. G. Berger e si trasferì in Italia nel 1776 su invito del fratello maggiore. Sebbene la sua istruzione fosse incentrata essenzialmente sull’arte Olandese e Fiamminga del XVII secolo, molto presto volse la sua attenzione al Neo-classicismo e alle teorie di Winckelmann e Mengs. La sua produzione romana è un efficace compromesso tra un approccio calligrafico e lo spirito Romantico. Infatti, pur rendendo fedelmente i paesaggi del fratello, riuscì ad infondere un nuovo senso naturistico alle sue incisioni. Possedeva la capacità di illustrare una scena come se realizzasse l’incisione dal vivo, anziché da un dipinto. Georg lavorò prevalentemente a Napoli, dove i Borbone lo nominarono incisore ufficiale. In questa posizione riuscì a mettersi in luce e a diffondere il Neo-classicismo, sebbene la reale influenza sugli artisti napoletani è tutt’ora dibattuta. Lasciò Napoli insieme al fratello nel 1799.

Georg Abraham HACKERT (Prenzlau, 1755; Firenze, 1805)

Fratello di Philipp Hackert. Studiò a Berlino con F. G. Berger e si trasferì in Italia nel 1776 su invito del fratello maggiore. Sebbene la sua istruzione fosse incentrata essenzialmente sull’arte Olandese e Fiamminga del XVII secolo, molto presto volse la sua attenzione al Neo-classicismo e alle teorie di Winckelmann e Mengs. La sua produzione romana è un efficace compromesso tra un approccio calligrafico e lo spirito Romantico. Infatti, pur rendendo fedelmente i paesaggi del fratello, riuscì ad infondere un nuovo senso naturistico alle sue incisioni. Possedeva la capacità di illustrare una scena come se realizzasse l’incisione dal vivo, anziché da un dipinto. Georg lavorò prevalentemente a Napoli, dove i Borbone lo nominarono incisore ufficiale. In questa posizione riuscì a mettersi in luce e a diffondere il Neo-classicismo, sebbene la reale influenza sugli artisti napoletani è tutt’ora dibattuta. Lasciò Napoli insieme al fratello nel 1799.