Carta Geografica e Descrizione della Diocesi di Sabina...

Riferimento: CO-039
Autore Angelo SANI
Anno: 1759
Zona: Sabina
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 900 x 590 mm
2.500,00 €

Riferimento: CO-039
Autore Angelo SANI
Anno: 1759
Zona: Sabina
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 900 x 590 mm
2.500,00 €

Descrizione

Rarissima carta geografica della Sabina disegnata da Angelo Sani ed incisa da Domenico Cigni, stampata a Roma nel 1759.

Dell’opera - della quale siamo a conoscenza di due esemplari istituzionali conservati alla Biblioteca Nazionale di Firenze [A-I. 571 Sez. IX, n. 22] e Biblioteque Nationale de France [GE DD-2987 (5459 B)] – scrive così il Riccardi: “Una buona carta della Sabina è quella disegnata dall’architetto Angelo Sani, nel 1759, per ordine del Cardinal Potocarrero. E un'incisione in rame di cm 89 x 57, e a sinistra in alto, dentro una cornice, retta da tre angeli, di cui l'inferiore porta lo stemma di Roina, c'è il titolo· «CARTA GEOGRAFICA E DESCRIZIONE DELLA DIOCESI DI SABINA fatta e delineata per comando dell'E.mo Card. Portocarrero Vescovo della medesima Protettore dei regni di Spagna e ministro di S. Maestà Cattolka appresso la S. Sede dall'Archit. Angelo Sani Geom. del S. P. Q. R. L'An. MDOCLIX». Sotto all'angelo sorreggente lo stemma di Roma è scritto «Rame di proprietà. della Famiglia Nardi Patrizia Sabina». In basso a sinistra c'è il panorama di Magliano, e alcuni versi di Orazio. […] La carta propriamente detta, orientata col NNE in alto, comprende tutta la Sabina quale s’intende oggidì; peraltro, l'alta Sabina e parte della Sabina di. sud-est sono rappresentati molto sommariamente, perché in quel tempo non facevano parte della provincia di Sabina. Il confine correva, allora, nella parte settentrionale, dal Tevere fino a sud di Otricoli e di Configni; nella parte orientale ad ovest di Greccio, di Tanye (M. Tancia ?), di Torricelfo e di Collepiccolo (Colle di Tora), che pertanto restavano fuori della Sabina, e nella parte meridionale a sud di Petescia, di Canemorto, (Orvinio), di Palombara e di Mentana, fino al Tevere; che limitava anche allora la Sabina ad occidente. Il rilievo è disegnato sempre col sistema prospettico, con forte ombreggiatura a destra, ed è piuttosto confuso: si distingue tuttavia, abbastanza nettamente, la catena spartiacque dei Monti Sabini. Nomi orografici ve ne sono soltanto nella Sabina meridionale: M. Pendente, M. Pennecchia (M. Pellecchia), M. Serra (M. Serrapòpolo) o M: Gennaro. L'idrografia è ben delineata; vi sono solamente i corsi d'acqua del versante del Tevere, e benché nella carta sia segnata anche Rieti, non vi è alcun cenno del Velino e dei suoi affluenti, perché fuori del territorio che in quel tempo era considerato sabino.  […] Nel complesso la carta del Sani è molto accurata, e segna un notevole progresso sulle precedenti; basata, per il disegno fondamentale, sulla carta dei PP. Maire e Boscovich, per i particolari l'autore si valse, probabilmente, dei dati di direzione, e di distanza sulle strade principali. Nell'insieme, credo possa ritenersi carne originale”. (cfr. Riccardo Riccardi, La cartografia della Sabina nei secoli XVI, XVII e XVIII, pp. 357-359, n. 6).

“L'architetto Angelo Sani delineò questa importante carta nel 1759 per incarico, come si legge nel cartiglio, del cardinale Portocarrero al tempo Vescovo di Sabina. Nella carta viene riportato anche l'indice di 223 tra località, chiese e osterie «ed altre cose notabili che sono nella diocesi di Sabina secondo i rispettivi Territorj ai quali sono soggette». La carta si presenta in modo sufficientemente accurato a parte il rilievo rappresentato al solito in prospettiva ombreggiata, mentre l'idrografia è alquanto precisa soprattutto per la parte della bassa Sabina. Tuttavia, non ci sembra di dover condividere l'opinione del Riccardi che vuole questa carta come basata sui rilievi di Maire e Boscovich di cui non riprende neanche la suddivisione territoriale andandosi invece a collocare tra le ultime carte di impostazione maginiana. La Sabina è identificata con la diocesi di Magliano anche se il confine settentrionale riporta le innovazioni apportate da Clemente XI e Stroncone, Lugnola e Configni sono collocati alle dipendenze di Narni. Otricoli è in Umbria. Verso Roma la Sabina arriva fino a Mentana, mentre verso sud la provincia termina con l'Aniene. Ovviamente, data l'impostazione, dalla carta è esclusa tutta la diocesi di Rieti della quale vengono rappresentati solo alcuni centri periferici come Contigliano, Poggio Fidoni (Fittone), Greccio e la stessa Rieti, ma senza altre indicazioni orografiche e idrografiche. La carta, che contiene anche una bella prospettiva di Magliano, venne in seguito ristampata in forma ridotta, senza la parte della leggenda posta sulla destra fuori del campo grafico” (cfr. R. Lorenzetti, Il Territorio di carta, LA SABINA, p. 69, n. 67).

La terra di Sabina fu sempre individuata nelle antiche carte come un’entità territoriale indefinita e fluttuante, una “regione introvabile”: dopo la fase romana, e la nascita dello Stato della Chiesa fu per un periodo governata direttamente dal pontefice e in seguito affidata al potere delle famiglie nobiliari che per secoli dominarono il suo territorio. Fin dagli inizi dell’età moderna, tuttavia, per Sabina si intende il territorio ad occidente e a sud dei Monti Sabini e della Piana reatina, fino alla sponda sinistra del Tevere, identificabile storicamente con la diocesi di Magliano, poi di Poggio Mirteto e con le comunità e le terre soggette all’Abbazia di Farfa. Successivamente acquisisce una prima identità territoriale ed ottiene la denominazione di Provincia solo nel 1605, con sede dei rettori a Collevecchio. Nel breve periodo della Repubblica Romana, instaurata dai francesi nel 1798-99, Rieti e la Sabina entrano a far parte del Dipartimento del Clitunno, con capoluogo Spoleto. Nel 1809, le truppe francesi dell’impero napoleonico tornano nuovamente istituendo i due Dipartimenti del Tevere (con Rieti e la Sabina), e del Trasimeno.  La restaurazione del potere papale si attua con il Motu proprio 6 luglio 1816 di papa Pio VII, il quale organizza l’intero Stato Pontificio in delegazioni apostoliche. La Sabina diviene Delegazione di terza classe, con i due distretti di Rieti, capoluogo di delegazione, e di Poggio Mirteto. Questa organizzazione dello Stato Pontificio rimase in atto fino al 1850, quando, con l’Editto di Papa Pio IX, sul Governo delle province e sull’amministrazione provinciale, la delegazione di Rieti viene soppressa e inglobata, insieme a quelle di Spoleto e Perugia, nella Legazione dell’Umbria; un assetto politico-territoriale che permarrà fino all’Unità d’Italia.

Angelo Sani era un architetto al servizio del Papa; si occupò del rilievo cartografico di molte delle terre dello Stato della Chiesa, con particolare attenzione alle Paludi Pontine.

Domenico Cigni, che compare con le credenziali di «delineatore e scultore» della marca calcografica, si tratta di un personaggio spesso associato al disegnatore anconetano Giulio Cesare Cigni, quasi certamente un suo stretto parente (probabilmente fratello, dato che entrambi sono ricordati per attività svolte in un arco di tempo all’incirca coincidente), più volte citato per la collaborazione con Giovanni Petroschi, l’incisore e cartografo che, a sua volta è al fianco di Diego de Revillas nel corso dei suoi lavori tiburtini.

Sulla biografia di Domenico Cigni si hanno esclusivamente indicazioni pertinenti la sua dichiarata origine romana e l’esecuzione delle incisioni di altrui disegni, sia a carattere figurativo e/o architettonico, come nel caso delle tavole contenute in un testo di Ridolfino Venuti, sia cartografico, come nel caso di questa Carta geografica e descrizione della diocesi di Sabina, disegnata da Angelo Sani, nella quale compare come «Domenico Cigni romano», o nei casi delle carte eseguite, quasi sempre affiancando Petroschi, per rappresentare le aree di missione dei gesuiti nel mondo. Nell’ambito cartografico, inoltre, è ricordato per l’esecuzione, dopo il 1747, di una tavola, «Pianta e prospetto della Città di Genova», concepita nella più tradizionale maniera dei «ritratti di città», ossia adottando la vista a volo d’uccello, con l’osservatore posto molto in alto, al fine di mostrare la struttura urbana dell’abitato inserito nel territorio montuoso e prospiciente il golfo.

Acquaforte, impressa su un grande fogli di carta vergata coeva, minimi restauri visibili al verso, per il resto in buono stato di conservazione.

Eccellente esemplare di questa rara e importante carta della Sabina

Bibliografia

 

R. Riccardi, La cartografia della Sabina nei secoli XVI, XVII e XVIII, 1923, pp. 357-359, n. 6; R. Lorenzetti, Il Territorio di carta, LA SABINA, 1994, p. 69, n. 67).

Angelo SANI(attivo alla metà del XVIII secolo)

Angelo SANI(attivo alla metà del XVIII secolo)