Il suicidio di Lucrezia

Riferimento: S5894
Autore Hans Sebald BEHAM
Anno: 1519
Misure: 45 x 55 mm
750,00 €

Riferimento: S5894
Autore Hans Sebald BEHAM
Anno: 1519
Misure: 45 x 55 mm
750,00 €

Descrizione

Lucrezia nuda a figura intera, seduta in vista frontale con la testa di profilo a sinistra. Si appoggia con la mano destra a un tronco d'albero e con la sinistra tiene il pugnale al petto; sullo sfondo a destra edifici in rovina.

Bulino, 1519, firmato con monogramma in basso a destra e datato su una tavoletta in alto a destra. Esemplare nel secondo stato descritto da Hollstein.

Lucrezia, la giovane matrona romana suicidatosi dopo aver subito lo stupro da parte di Sesto Tarquinio, figlio dell’ultimo re di Roma. Lo stupro e il suicidio di Lucrezia sono stati oggetto, nei secoli, d'interesse per molti pittori, e non solo scrittori e musicisti. Ognuno di loro l'ha raccontata in modo diverso, secondo le fonti cui si rifaceva e gli aspetti valoriali che voleva mettere in risalto. Per alcuni è stata l'eroina di cui esaltare le doti esemplari da imitare, per altri un mito da demolire o la donna vittima, non solo di uno di stupro ma anche di una visione culturale patriarcale. La sua storia non è una leggenda qualsiasi, ma piuttosto un "mito", perché rappresenta un racconto nel quale un'intera cultura ha riconosciuto per secoli alcuni contenuti fondanti della propria identità. Questa dimensione mitica spiega perché la vicenda di Lucrezia abbia attraversato i secoli e ispirato, non solo scrittori, musicisti e pittori, ma sia stata scelta anche per raffigurare i cassoni delle spose benestanti.

La vicenda di Lucrezia risale al 509 a. c. ma la sua menzione più antica in letteratura è nel De Repubblica di Cicerone, che utilizza la sua storia per esaltare i valori della Repubblica Romana, ponendo al centro l'offesa subita da una famiglia e da un popolo per lo stupro di una sua matrona. Si rifece a queste prime narrazioni su Lucrezia lo storico Tito Livio che la inserì nel patrimonio dei grandi exempla cui ispirarsi. Nei suoi Annali o Ab Urbe condita, scritti fra il 30 a. c. e la sua morte, racconta in modo drammatico, quasi teatrale, tutti i dettagli della vicenda. La sua versione ha influenzato molti autori dell'età repubblicana fino al Tardoantico e dei secoli successivi.

Poco prima del 1520, alcuni giovani artisti della cerchia di Albercht Dürer presero a realizzare incisioni molto piccole che hanno sfidato lo spettatore con un mondo in miniatura, un mondo di nuovo soggetto laico e di interpretazioni non convenzionali di temi tradizionali. A causa delle ridotte dimensioni delle loro incisioni, questi artisti sono stati appellati a lungo, con il nome collettivo, e poco lusinghiero, di Piccoli Maestri di Norimberga. Il nucleo del gruppo consiste in tre artisti di Norimberga, Hans Sebald & Bartel Beham e Georg Pencz, e inoltre Jacob Bink da Colonia e Heinrich Aldegrever da Soest.

Buona prova, impressa su carta vergata coeva, rifilata al rame, in buono stato di conservazione.

Bibliografia

Pauli 1901-11, Hans Sebald Beham: Ein Kritisches Verzeichniss seiner Kupferstiche Radirungen und Holzschnitte (82.II); Hollstein, German engravings, etchings and woodcuts c.1400-1700 (82.II); Bartsch, Le Peintre graveur (VIII.147.78).

Hans Sebald BEHAM Nuremberg 1500 - Frankfurt 1550

Incisore, acquafortista, disegnatore di xilografie e istoriatore di vetrate, pittore e illustratore. Nei documenti e stampe dell’epoca, veniva sempre identificato come Sebald Beham, sebbene dal XVII secolo e fino ai primi anni del XX sia stato erroneamente chiamato Hans Sebald Beham, sulla base del suo monogramma: HSP or HSB. La biografia di Sandrart, scritta sull’artista, è illustrata con stampe di ritratti simili all’Autoritratto e al David, conservato al Louvre; tutto intorno al ritratto di Sandrart c’è un’iscrizione che lo identifica come pittore e incisore. È giunto fino ai nostri giorni solo uno dei dipinti su pannelli realizzati da Sebald (Storia di David, 1534; Parigi, Louvre), sebbene dei documenti citati da Hampe e Vogler si riferiscano a lui come realizzatore di dipinti nel 1521 e come addirittura titolare di un suo studio nel 1525. Sebald, tuttavia, è più famoso tra i posteri per le sue stampe, nonché per la vastità del corpus di opere da lui realizzate: 252 incisioni, 18 acqueforti e 1500 xilografie, incluse quelle destinate all’illustrazione di libri. Le informazioni sulla sua biografia sono scarne: Sandrart sostiene che venne istruito da Barthel e che poi aprì una taverna, cui il suo stile di vita dissoluto guadagnò cattiva reputazione. È indubbio, tuttavia, che egli fosse ingegnoso e meticoloso, da un punto di vista artistico. Iniziò a produrre opere molto giovane, già dal 1519, sebbene ci sia chi sostiene che una xilografia della Lussuria dalla serie de I Dieci Comandamenti, sia da considerarsi un lavoro giovanile, estremamente naive, realizzato da Sebald all’età di 12 anni, insieme ad un foglio con degli studi fatti a penna e inchiostro su teste maschili e femminili. La sua prima incisione, datata 1518, è un minuscolo Ritratto di Giovane Donna.

Hans Sebald BEHAM Nuremberg 1500 - Frankfurt 1550

Incisore, acquafortista, disegnatore di xilografie e istoriatore di vetrate, pittore e illustratore. Nei documenti e stampe dell’epoca, veniva sempre identificato come Sebald Beham, sebbene dal XVII secolo e fino ai primi anni del XX sia stato erroneamente chiamato Hans Sebald Beham, sulla base del suo monogramma: HSP or HSB. La biografia di Sandrart, scritta sull’artista, è illustrata con stampe di ritratti simili all’Autoritratto e al David, conservato al Louvre; tutto intorno al ritratto di Sandrart c’è un’iscrizione che lo identifica come pittore e incisore. È giunto fino ai nostri giorni solo uno dei dipinti su pannelli realizzati da Sebald (Storia di David, 1534; Parigi, Louvre), sebbene dei documenti citati da Hampe e Vogler si riferiscano a lui come realizzatore di dipinti nel 1521 e come addirittura titolare di un suo studio nel 1525. Sebald, tuttavia, è più famoso tra i posteri per le sue stampe, nonché per la vastità del corpus di opere da lui realizzate: 252 incisioni, 18 acqueforti e 1500 xilografie, incluse quelle destinate all’illustrazione di libri. Le informazioni sulla sua biografia sono scarne: Sandrart sostiene che venne istruito da Barthel e che poi aprì una taverna, cui il suo stile di vita dissoluto guadagnò cattiva reputazione. È indubbio, tuttavia, che egli fosse ingegnoso e meticoloso, da un punto di vista artistico. Iniziò a produrre opere molto giovane, già dal 1519, sebbene ci sia chi sostiene che una xilografia della Lussuria dalla serie de I Dieci Comandamenti, sia da considerarsi un lavoro giovanile, estremamente naive, realizzato da Sebald all’età di 12 anni, insieme ad un foglio con degli studi fatti a penna e inchiostro su teste maschili e femminili. La sua prima incisione, datata 1518, è un minuscolo Ritratto di Giovane Donna.