Romolo e Remo sottratti alla madre Rea Silvia

Riferimento: S44840
Autore Heinrich ALDEGREVER
Anno: 1532
Misure: 97 x 145 mm
1.500,00 €

Riferimento: S44840
Autore Heinrich ALDEGREVER
Anno: 1532
Misure: 97 x 145 mm
1.500,00 €

Descrizione

Rea Silvia rappresentata come una figura intera, nuda, in vista frontale, in piedi in un paesaggio. In secondo piano, a sinistra, Amulio che porta via i gemelli Romolo e Remo.

Bulino, 1532, firmato con il monogramma e scritta in tre righe di latino in un cartiglio in alto a sinistra: ESA: 14/ QUOD. D[omi]N[u])S. / EXERCITITVV[m] DECR/E VIT. q's. (quis) DISSIPABIT./ RHEA. ROMVLUS, REMVS." [Isaia XIV, 27: Dominum enim exercituum decrevit: et quis poterit infirmare? (Chi annullerà il decreto del Signore, chi lo vanificherà? Rea. Romolo. Remo)].

Secondo Hollstein la figura di Rea Silvia si ispira alla "Leda" di Leonardo da Vinci e alla "Didone" di Marcantonio Raimondi (Bartsch 187).

Il tema racconta di Rea Silvia, la madre dei gemelli Romolo e Remo, e della leggenda legata ai fondatori di Roma. Le sue vicende ci sono raccontate nel I libro Ab urbe condita di Tito Livio, in frammenti dagli Annales di Ennio e da Fabio Pittore. Secondo una versione il Dio Marte si invaghì della ragazza e la sedusse in un bosco; Livio invece riporta che Rea Silvia venne stuprata, e che per rendere meno turpe il fatto, ne dichiarò la responsabilità del Dio. Stando al racconto di Livio, Rea Silvia era la figlia di Numitore, discendente di Enea e Re di Alba Longa. Il fratello minore di Numitore, Amulio, usurpò il trono e, uccise i figli maschi del fratello, e costrinse Rea Silvia a diventare una sacerdotessa della Dea Vesta, per impedirle di avere una discendenza, dato che le vestali avevano l'obbligo della castità per trent'anni. Quando lo zio seppe della nascita dei due gemelli di Rea la fece arrestare e ordinò a una serva di uccidere Romolo e Remo. La serva, tuttavia, ne ebbe pietà, li mise in una cesta e li affidò alle acque del Tevere. La cesta, miracolosamente, navigò tranquilla per il fiume e si arenò nel luogo dove più tardi i gemelli avrebbero fondato Roma.

Poco prima del 1520, alcuni giovani artisti della cerchia di Albercht Dürer presero a realizzare incisioni molto piccole che hanno sfidato lo spettatore con un mondo in miniatura, un mondo di nuovo soggetto laico e di interpretazioni non convenzionali di temi tradizionali. A causa delle ridotte dimensioni delle loro incisioni, questi artisti sono stati appellati a lungo, con il nome collettivo, e poco lusinghiero, di Piccoli Maestri di Norimberga. Il nucleo del gruppo consiste in tre artisti di Norimberga, Hans Sebald & Bartel Beham e Georg Pencz, e inoltre Jacob Bink da Colonia e Heinrich Aldegrever da Soest.

Bellissima impressione, stampata su carta vergata coeva, rifilata al segno di lastra, minime ossidazioni, altrimenti in ottimo stato di conservazione.

Bibliografia

New Hollstein (German), The New Hollstein: German engravings, etchings and woodcuts 1400-1700 (66); Bartsch; Le Peintre graveur (VIII.386.66).

 

Heinrich ALDEGREVER (Paderborn, 1502; Soest, Westfalia, 1555–61)

Pittore, incisore e disegnatore. Fu il più importante artista di Wesfalia nel XVI secolo. La sua fama si deve principalmente ai suoi disegni ornamentali, che rappresentano circa un terzo della sua produzione (circa 300 incisioni). Erano realizzati principalmente come bozzetti per lavori d’oreficeria, ma venivano utilizzati spesso anche da altri artigiani per la realizzazione di smalti, intarsi e illustrazione di libri. Aldegrever fu seguace di Dürer e dei Piccoli Maestri di Norimberga, da cui riprese spesso modelli per i suoi quadri e per le sue stampe, così come l’intero repertorio di motivi ornamentali rinascimentali: foglie di fico e acanto, vasi e cornucopie insieme a putti e satiri, tritoni, sirenette e delfini, sfingi, maschere e medaglioni. Fin dall’inizio della sua carriera, Aldegrever seguì le correnti artistiche contemporanee: l’influenza di Dürer fu sicuramente la più forte, per lui come per tutti i Manieristi degli anni Trenta del ‘500.

Heinrich ALDEGREVER (Paderborn, 1502; Soest, Westfalia, 1555–61)

Pittore, incisore e disegnatore. Fu il più importante artista di Wesfalia nel XVI secolo. La sua fama si deve principalmente ai suoi disegni ornamentali, che rappresentano circa un terzo della sua produzione (circa 300 incisioni). Erano realizzati principalmente come bozzetti per lavori d’oreficeria, ma venivano utilizzati spesso anche da altri artigiani per la realizzazione di smalti, intarsi e illustrazione di libri. Aldegrever fu seguace di Dürer e dei Piccoli Maestri di Norimberga, da cui riprese spesso modelli per i suoi quadri e per le sue stampe, così come l’intero repertorio di motivi ornamentali rinascimentali: foglie di fico e acanto, vasi e cornucopie insieme a putti e satiri, tritoni, sirenette e delfini, sfingi, maschere e medaglioni. Fin dall’inizio della sua carriera, Aldegrever seguì le correnti artistiche contemporanee: l’influenza di Dürer fu sicuramente la più forte, per lui come per tutti i Manieristi degli anni Trenta del ‘500.