Didone

Riferimento: S39261
Autore Hans Sebald BEHAM
Anno: 1520
Misure: 90 x 120 mm
3.000,00 €

Riferimento: S39261
Autore Hans Sebald BEHAM
Anno: 1520
Misure: 90 x 120 mm
3.000,00 €

Descrizione

Bulino, 1520, datato e firmato in lastra, nella tavoletta a destra con l’iscrizione: "Reginae Didonis imago improbe amor: quid non mortalia pectora cogis virg: in quarto Aeneidos,1520, HsP".

Esemplare nel secondo stato descritto da Pauli, con la lastra ridotta.

La composizione mostra Didone, che indossa una corona simile a una ghirlanda, seduta su una pietra, con un pugnale nella mano destra.

L’iscrizione riporta il verso dell’Eneide [IV, 412], con il commento di Virgilio al suicidio di Didone: Improbe Amor, quid non mortalia pectora cogis!

Didone, primogenita di Belo, re di Tiro, era sposa del ricco e anziano Sicherba. La sua successione al trono, sebbene di diritto, fu contrastata dal fratello, Pigmalione, che con un inganno ne uccise il marito e divenne il nuovo re di Tiro. La donna, costretta alla fuga, giunse infine sulle coste libiche e ottenne da Iarba, re dei Getuli, il permesso di stabilirvisi e di fondare una nuova città, Cartagine, di cui divenne regina, conservando il voto di castità verso il defunto Sicherba. Nell’Eneide di Virgilio, invece, l’avvenente regina si innamora, con la complicità di Venere e di Eros, di Enea giunto a Cartagine. La notizia dell’amore tra loro giunge al re Iarba che, geloso per i rifiuti di Didone, invoca Giove che, tramite Mercurio, impone la nuova partenza all’eroe. Enea, dunque, lascia Cartagine. Didone, dopo un estremo e intenso incontro, maledice l’amante e invoca eterna inimicizia tra le loro progenie. Il risvolto tragico della vicenda avviene quando la regina, vista allontanarsi la flotta troiana e fatta costruire una pira sulla quale ardere ciò che la legava a Enea, accorgendosi che ancora ella gli apparteneva, disperata, dopo essersi inferta un colpo mortale, si lanciò nel fuoco (Eneide IV, 412).

Poco prima del 1520, alcuni giovani artisti della cerchia di Albercht Dürer presero a realizzare incisioni molto piccole che hanno sfidato lo spettatore con un mondo in miniatura, un mondo di nuovo soggetto laico e di interpretazioni non convenzionali di temi tradizionali. A causa delle ridotte dimensioni delle loro incisioni, questi artisti sono stati appellati a lungo, con il nome collettivo, e poco lusinghiero, di Piccoli Maestri di Norimberga. Il nucleo del gruppo consiste in tre artisti di Norimberga, Hans Sebald & Bartel Beham e Georg Pencz, e inoltre Jacob Bink da Colonia e Heinrich Aldegrever da Soest.

Magnifico esemplare, impresso su carta vergata coeva, con filigrana “Alta Corona” (Meder 20, Briquet 4902). Foglio con inusuali ampi margini, in perfetto stato di conservazione.

Bibliografia

Pauli 1901-11, Hans Sebald Beham: Ein Kritisches Verzeichniss seiner Kupferstiche Radirungen und Holzschnitte (84.II); Hollstein, German engravings, etchings and woodcuts c.1400-1700 (84.II); Bartsch, Le Peintre graveur (VIII.148.80)

Hans Sebald BEHAM Nuremberg 1500 - Frankfurt 1550

Incisore, acquafortista, disegnatore di xilografie e istoriatore di vetrate, pittore e illustratore. Nei documenti e stampe dell’epoca, veniva sempre identificato come Sebald Beham, sebbene dal XVII secolo e fino ai primi anni del XX sia stato erroneamente chiamato Hans Sebald Beham, sulla base del suo monogramma: HSP or HSB. La biografia di Sandrart, scritta sull’artista, è illustrata con stampe di ritratti simili all’Autoritratto e al David, conservato al Louvre; tutto intorno al ritratto di Sandrart c’è un’iscrizione che lo identifica come pittore e incisore. È giunto fino ai nostri giorni solo uno dei dipinti su pannelli realizzati da Sebald (Storia di David, 1534; Parigi, Louvre), sebbene dei documenti citati da Hampe e Vogler si riferiscano a lui come realizzatore di dipinti nel 1521 e come addirittura titolare di un suo studio nel 1525. Sebald, tuttavia, è più famoso tra i posteri per le sue stampe, nonché per la vastità del corpus di opere da lui realizzate: 252 incisioni, 18 acqueforti e 1500 xilografie, incluse quelle destinate all’illustrazione di libri. Le informazioni sulla sua biografia sono scarne: Sandrart sostiene che venne istruito da Barthel e che poi aprì una taverna, cui il suo stile di vita dissoluto guadagnò cattiva reputazione. È indubbio, tuttavia, che egli fosse ingegnoso e meticoloso, da un punto di vista artistico. Iniziò a produrre opere molto giovane, già dal 1519, sebbene ci sia chi sostiene che una xilografia della Lussuria dalla serie de I Dieci Comandamenti, sia da considerarsi un lavoro giovanile, estremamente naive, realizzato da Sebald all’età di 12 anni, insieme ad un foglio con degli studi fatti a penna e inchiostro su teste maschili e femminili. La sua prima incisione, datata 1518, è un minuscolo Ritratto di Giovane Donna.

Hans Sebald BEHAM Nuremberg 1500 - Frankfurt 1550

Incisore, acquafortista, disegnatore di xilografie e istoriatore di vetrate, pittore e illustratore. Nei documenti e stampe dell’epoca, veniva sempre identificato come Sebald Beham, sebbene dal XVII secolo e fino ai primi anni del XX sia stato erroneamente chiamato Hans Sebald Beham, sulla base del suo monogramma: HSP or HSB. La biografia di Sandrart, scritta sull’artista, è illustrata con stampe di ritratti simili all’Autoritratto e al David, conservato al Louvre; tutto intorno al ritratto di Sandrart c’è un’iscrizione che lo identifica come pittore e incisore. È giunto fino ai nostri giorni solo uno dei dipinti su pannelli realizzati da Sebald (Storia di David, 1534; Parigi, Louvre), sebbene dei documenti citati da Hampe e Vogler si riferiscano a lui come realizzatore di dipinti nel 1521 e come addirittura titolare di un suo studio nel 1525. Sebald, tuttavia, è più famoso tra i posteri per le sue stampe, nonché per la vastità del corpus di opere da lui realizzate: 252 incisioni, 18 acqueforti e 1500 xilografie, incluse quelle destinate all’illustrazione di libri. Le informazioni sulla sua biografia sono scarne: Sandrart sostiene che venne istruito da Barthel e che poi aprì una taverna, cui il suo stile di vita dissoluto guadagnò cattiva reputazione. È indubbio, tuttavia, che egli fosse ingegnoso e meticoloso, da un punto di vista artistico. Iniziò a produrre opere molto giovane, già dal 1519, sebbene ci sia chi sostiene che una xilografia della Lussuria dalla serie de I Dieci Comandamenti, sia da considerarsi un lavoro giovanile, estremamente naive, realizzato da Sebald all’età di 12 anni, insieme ad un foglio con degli studi fatti a penna e inchiostro su teste maschili e femminili. La sua prima incisione, datata 1518, è un minuscolo Ritratto di Giovane Donna.