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Riferimento: | A50146 |
Autore | Etienne DUPERAC |
Anno: | 1577 ca. |
Zona: | Roma |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 795 x 1005 mm |
Riferimento: | A50146 |
Autore | Etienne DUPERAC |
Anno: | 1577 ca. |
Zona: | Roma |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 795 x 1005 mm |
Rarissima e importante pianta a proiezione verticale di Roma, incisa da Etienne Duperac per l’editore Antonio Lafreri, e pubblicata per la prima volta nel 1577.
Esemplare nel terzo stato, pubblicato da Giovan Battista de Rossi nel 1640 e dedicato a Jan Alten. Il solo esemplare conosciuto di questa tiratura è conservato alla Biblioteca Apostolica Vaticana.
In alto al centro, lungo il bordo superiore, è inciso il titolo: NOVA URBIS ROMAE DESCRIPTIO ANNO MDCXXXXVI. Nel riquadro in basso a sinistra si trova la dedica a Jan Alten: AL M.to ILL.re ET P[ADRO]NE MIO COL.mo Il Signor Giovan Alto Svizzero da lucerna Officiale della guardia de Svizzeri de Nostro Signore et Interprete della Inclita Natione Alemanna Gio. Batt[ist]a Rossi D.D.D. Adi 18. 9mbre 1646 Roma. Con licenza de Superiori. Nel riquadro in basso a destra è riportata la Locorum nomina, quae in suis locis adscribi non potuerunt, hic per numerum annotavimus, una legenda numerica di 121 rimandi, distribuita su due colonne. Sulla cornice della legenda, in alto l’imprint Gio. Batt. Rossi in Piazza Navona e in basso Apud Io. Baptitstam de Rubeis Romae in Platea Agonali.Sulla tavola sono presenti ulteriori indicazioni toponomastiche. Orientazione nei quattro angoli con il nome dei punti cardinali: SEPTENTRIO, MERIDIES, ORIENS, OCIDENS, il nord-est e in basso.
Acquaforte e bulino, quattro fogli uniti per una misura complessiva di mm 795x1005.
“Pianta a proiezione verticale con alzato, disegnata ed incisa dal Duperac per l’editore Antonio Lafreri. La pianta presenta un insolito orientamento, con il nord a destra. Sebbene il rilievo derivi dalla pianta zenitale del Bufalini (1551), la rappresentazione in alzato prospettico degli edifici segue il modello introdotto dal Paciotti nel 1557. Da sottolineare l’estrema accuratezza con la quale sono delineati gli edifici, frutto della maestria grafica del Duperac. Pubblicata durante l’ultimo anno di vita del Lafreri, costituisce il suo ultimo e più eccellente contributo alla rappresentazione topografica della città. L’opera e dedicata a re Enrico III (1574-1589); un esemplare della prima edizione era descritto nel catalogo del British Museum, come già riportato da Franz Ehrle, prefetto della Biblioteca Vaticana, che ne fece realizzare una riproduzione fotografica dalla litografia Danesi (1908). Oggi l’esemplare e conservato alla British Library. Secondo Bury, l’autore della carta sarebbe il solo Duperac e il Lafreri acquisi i rami solo successivamente. Ipotesi che potrebbe essere anche plausibile, ma la carta non è inserita nel catalogo del Lafreri solo perchè è antecedente alla data di stampa dello stesso (1573 circa). Risulta invece nell’inventario di Stefano Duchetti del 1581 (n. 57) come “Quattro stampe della Roma moderna”; da questi fu ceduta a Paolo Graziani (inv. 1583, n. 49 come “quattro stampe della Roma moderna”). La lastra e poi inserita nel catalogo di Pietro de Nobili (inv. 1585, n. 23 come “Roma moderna in 4° fogli”). Nella divisione della tipografia de Nobili, come risulta dall’atto del 30 maggio 1589 (n. 193, come “Roma in quatro fogli”) la carta passò nelle mani del figlio Pietro Paolo. E dunque possibile, sebbene nessun esemplare sia conosciuto, una tiratura della pianta dai torchi di una di queste tipografie. La seconda stesura nota della carta e quella curata da Giovan Battista de Rossi nel 1640, editore anche di una terza tiratura dedicata a Jan Alten, una guardia svizzera originaria di Lucerna che si era distinta negli studi sulle antichità classiche di Roma, nel 1646. Unico esemplare noto alla Biblioteca Apostolica Vaticana” (cfr. Bifolco/Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, p. 2400).
Magnifico esemplare di questo monumento cartografico.
Bibliografia
Bifolco-Ronca (2018): pp. 2400-2401, tav. 1235 III/III; Alberti (2009): p. 200, n. 116; Bury (2001): pp. 136-137, n. 83; Ehrle (1908); Frutaz (1962): n. CXXVII e tavv. 247-255; Hülsen (1915): XIV, pp. 66-68, nn. 73-75; Hülsen (1933): p. 109, XIV; Lincoln (2000): p. 185; cfr. Marigliani (2007): nn. 58, 109; Pagani (2008): pp. 15, 19, 374; Pagani (2011): p. 133; Roma Veduta (2000): n. 16; Rubach (2016): n. 258; Scaccia Scarafoni (1939): p. 89, n. 159; Witcombe (2008): p. 282, nota 164.
Fu architetto, pittore, incisore, topografo .Verso il 1559 giunse a Roma ove si fermo per più di vent’anni e nel 1572 allestì l'aula per il conclave che elesse Ugo Boncompagni papa col nome di Gregorio XIII. Durante questo periodo è però segnalato più' volte in Francia: nel 1578 è a Caen; nel 1582 risulta architetto per Carlo di Lorena ed è impegnato in lavori al Louvre. In patria rientrò definitivamente nell'ultimo decennio del secolo con la nomina di architetto di Enrico IV, per il quale costrui' nel palazzo delle Tuileries il Pavillon de Fore, terminato dopo la sua morte da Giacomo II Androuet. Il Felibien lo ricorda autore di 5 dipinti di divinità marine e degli amori di Giove e Callisto, andati distrutti nel 1967, che ornavano una sala da bagno nel palazzo di Fontainebleau. La sua non secondaria attività di acuto disegnatore dall'antico, incisore e topografo, sembra svolgersi prevalentemente a Roma, la città nella quale i suoi connazionali Antonio Lafrery e Lorenzo della Vaccheria, che pubblicarono le sue opere, avevano avviato fiorenti botteghe di editoria calcografica. Di estremo interesse, benché non numerose, all'incirca un centinaio, le stampe pervenuteci, eseguite per lo più su suo disegno, e realizzate all'acquaforte con tratti che ricordano lo stile degli incisori della " scuola di Fontainebleau ": vedute, ricostruzioni di antichi monumenti, reperti archeologici, paesaggi pochi soggetti sacri, diversi soggetti mitologici, avvenimenti di cronaca. Fra le più note: un torneo svoltosi nel cortile del Belvedere in Vaticano, in occasione delle nozze tra Giacomo Altemps ed Ortensia Borromeo 1565; il frontespizio per lo " Speculum Romanae Magnificentia " ; la pianta della città di Napoli 1566; una veduta del Campidoglio e 3 immagini della Basilica di San Pietro da disegni di Michelangelo 1569; una veduta topografica di Roma antica del 1573; una veduta a volo d'uccello del palazzo e del giardino di villa d'Este a Tivoli 1573; la " Nova Urbis Romae Descriptio … " a volo d' uccello del 1577; il Giudizio Universale di Michelangelo 1578; un San Gerolamo nel deserto da Tiziano; lo " Iuditium Paridis " da Raffaello del Raimondi e Vues perspectives des jardins de Tivoli del 1582, dedicati a Maria de' Medici
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Fu architetto, pittore, incisore, topografo .Verso il 1559 giunse a Roma ove si fermo per più di vent’anni e nel 1572 allestì l'aula per il conclave che elesse Ugo Boncompagni papa col nome di Gregorio XIII. Durante questo periodo è però segnalato più' volte in Francia: nel 1578 è a Caen; nel 1582 risulta architetto per Carlo di Lorena ed è impegnato in lavori al Louvre. In patria rientrò definitivamente nell'ultimo decennio del secolo con la nomina di architetto di Enrico IV, per il quale costrui' nel palazzo delle Tuileries il Pavillon de Fore, terminato dopo la sua morte da Giacomo II Androuet. Il Felibien lo ricorda autore di 5 dipinti di divinità marine e degli amori di Giove e Callisto, andati distrutti nel 1967, che ornavano una sala da bagno nel palazzo di Fontainebleau. La sua non secondaria attività di acuto disegnatore dall'antico, incisore e topografo, sembra svolgersi prevalentemente a Roma, la città nella quale i suoi connazionali Antonio Lafrery e Lorenzo della Vaccheria, che pubblicarono le sue opere, avevano avviato fiorenti botteghe di editoria calcografica. Di estremo interesse, benché non numerose, all'incirca un centinaio, le stampe pervenuteci, eseguite per lo più su suo disegno, e realizzate all'acquaforte con tratti che ricordano lo stile degli incisori della " scuola di Fontainebleau ": vedute, ricostruzioni di antichi monumenti, reperti archeologici, paesaggi pochi soggetti sacri, diversi soggetti mitologici, avvenimenti di cronaca. Fra le più note: un torneo svoltosi nel cortile del Belvedere in Vaticano, in occasione delle nozze tra Giacomo Altemps ed Ortensia Borromeo 1565; il frontespizio per lo " Speculum Romanae Magnificentia " ; la pianta della città di Napoli 1566; una veduta del Campidoglio e 3 immagini della Basilica di San Pietro da disegni di Michelangelo 1569; una veduta topografica di Roma antica del 1573; una veduta a volo d'uccello del palazzo e del giardino di villa d'Este a Tivoli 1573; la " Nova Urbis Romae Descriptio … " a volo d' uccello del 1577; il Giudizio Universale di Michelangelo 1578; un San Gerolamo nel deserto da Tiziano; lo " Iuditium Paridis " da Raffaello del Raimondi e Vues perspectives des jardins de Tivoli del 1582, dedicati a Maria de' Medici
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