Roma

Riferimento: S44158
Autore Matteo CADORIN
Anno: 1654 ca.
Zona: Roma
Misure: 175 x 120 mm
Non Disponibile

Riferimento: S44158
Autore Matteo CADORIN
Anno: 1654 ca.
Zona: Roma
Misure: 175 x 120 mm
Non Disponibile

Descrizione

Veduta prospettiva della città tratta dall'Itinerario d'Italia di Francesco Scoto, edito a Padova da Matteo Cadorin, il cui nome si legge in basso a destra "In Padova per Matteo Cadorin".

Matteo Cadorin, chiamato il “Bolzetta” essendosi imparentato con la famiglia di Francesco Bolzetta, pubblicò diverse edizioni dell'Itinerario, ad iniziare dal 1654.

L’editore proseguì, sempre stampando a Padova, nel 1659 con almeno due edizioni distinte, quindi nel 1669 e nel 1670.  Quest'ultima pubblicazione ha un apparato iconografico più ricco delle altre e nelle lastre fu aggiunto “In Padova per Matteo Cadorin”.

 

Acquaforte, traccia della piega editoriale al centro, sporadiche fioriture, in generale in buono stato di conservazione.

Matteo CADORIN (attivo a Padova dal 1639)

Editore, libraio e stampatore, documentato a Padova dal 1639, di cui quasi nulla si conosce dalla letteratura dei repertori. E' qualificato erroneamente incisore dal Bénézit, mentre già il Mariette e lo Heinecken lo dicono più esattamente editore. Anche lo Zani scrive di lui "pittore, incisore, mercante". Lo Heinecken specifica che "secondo la consuetudine dei mercanti di stampe, egli incise sulle stampe dei suoi fondi solo il proprio nome, creando così molta confusione nella storia dell'incisione". Il soprannome Bolzetta gli derivò dall'aver sposato la figlia di Francesco Bolzetta, della nota famiglia di editori e librai padovani. Troviamo documentato il C. nella carica di "stimador da libri" presso il Monte di pietà di Padova negli anni 1647, 1658, 1662, con il compito di stimare i libri che, soprattutto dagli "scolari" dello Studio patavino, venivano impegnati al Monte. Questo attesta che egli era libraio ed editore. L'equivoco sulla sua attività di incisore fu soprattutto ingenerato dall'avere contrassegnato solo con il proprio nome sette acqueforti del Carpioni: i sei fogli componenti il fregio con gli Dei del Mare e l'Orazione di Cristo nell'Orto (altre recano il nome dell'artista e del Cadorin). Quasi tutti i contrassegni sono accompagnati dalla parola "forma", il che lascia intravvedere il ruolo del padovano come stampatore oltre che, s'intende, di mercante. Accanto ai rami del Carpioni, che rappresentano a tutt'oggi la parte più qualificata dell'attività di stampatore del Cadorin, egli licenziò una serie di opere di non alto livello artistico, piante, vedute, carte geografiche, vignette e ritratti. Tutte recano la firma dell'incisore ed un contrassegno che quasi generalmente suona così: "In Padova per Matteo Cadorin" (a significare il ruolo di stampatore).

Matteo CADORIN (attivo a Padova dal 1639)

Editore, libraio e stampatore, documentato a Padova dal 1639, di cui quasi nulla si conosce dalla letteratura dei repertori. E' qualificato erroneamente incisore dal Bénézit, mentre già il Mariette e lo Heinecken lo dicono più esattamente editore. Anche lo Zani scrive di lui "pittore, incisore, mercante". Lo Heinecken specifica che "secondo la consuetudine dei mercanti di stampe, egli incise sulle stampe dei suoi fondi solo il proprio nome, creando così molta confusione nella storia dell'incisione". Il soprannome Bolzetta gli derivò dall'aver sposato la figlia di Francesco Bolzetta, della nota famiglia di editori e librai padovani. Troviamo documentato il C. nella carica di "stimador da libri" presso il Monte di pietà di Padova negli anni 1647, 1658, 1662, con il compito di stimare i libri che, soprattutto dagli "scolari" dello Studio patavino, venivano impegnati al Monte. Questo attesta che egli era libraio ed editore. L'equivoco sulla sua attività di incisore fu soprattutto ingenerato dall'avere contrassegnato solo con il proprio nome sette acqueforti del Carpioni: i sei fogli componenti il fregio con gli Dei del Mare e l'Orazione di Cristo nell'Orto (altre recano il nome dell'artista e del Cadorin). Quasi tutti i contrassegni sono accompagnati dalla parola "forma", il che lascia intravvedere il ruolo del padovano come stampatore oltre che, s'intende, di mercante. Accanto ai rami del Carpioni, che rappresentano a tutt'oggi la parte più qualificata dell'attività di stampatore del Cadorin, egli licenziò una serie di opere di non alto livello artistico, piante, vedute, carte geografiche, vignette e ritratti. Tutte recano la firma dell'incisore ed un contrassegno che quasi generalmente suona così: "In Padova per Matteo Cadorin" (a significare il ruolo di stampatore).