Carta della Nuova Zelanda

Riferimento: S41381
Autore Vincenzo FORMALEONI
Anno: 1785
Zona: Nuova Zelanda
Luogo di Stampa: Venezia
Misure: 233 x 292 mm
475,00 €

Riferimento: S41381
Autore Vincenzo FORMALEONI
Anno: 1785
Zona: Nuova Zelanda
Luogo di Stampa: Venezia
Misure: 233 x 292 mm
475,00 €

Descrizione

Carta della Nuova Zelanda del Capitano Cook, tratta dal "Compendio della storia generale dei viaggi" tradotta dal lavoro di Prevost "Historie generale des voyages".

L'opera in sette volumi è dedicata ai viaggi di Cook e altri viaggiatori nell'emisfero australe ed è stampata a Venezia da Vincenzo Formaleoni.

Acquaforte, solite pieghe di carta, in ottimo stato di conservazione.

Vincenzo FORMALEONI (Fiorenzuola d'Arda 1752 - Mantova 1797)

Scarse sono le notizie sulla sua educazione e sugli anni giovanili. Nel 1775 era correttore nella grande stamperia di Antonio Zatta, col quale rimase sempre in buoni rapporti. Contemporaneamente faceva pratica di cartografia e si dedicava agli studi geografici. Nel 1776 pubblicò la sua prima esperienza, una carta topografica del dogado dedicata a Pietro Gradenigo. Collaborava intanto con il grande cartografo padovano A.G. Rizzi Zannoni alla realizzazione del primo foglio della Gran carta del Padovano, ritenuta una delle più rilevanti opere cartografiche della fine del Settecento. e. Tra 1777 e 1780 pubblicò sempre a proprie spese una Descrizione topografica e storica del Bergamasco ed un’altra del dogado di Venezia, nonché un saggio idrografico sulle acque dello stato veneto. Furono certamente le competenze in tale campo che gli valsero nel 1778 la nomina da parte dei Provveditori ai beni comunali a “pubblico perito agrimensore”12 Negli anni successivi, ad alcuni romanzi di carattere storico-avventuroso, affiancò ulteriori libri sulla nautica antica e sulla storia della navigazione. All’attività pubblicistica, come autore, accompagnò presto una brillante attività editoriale, ricchissima di iniziative, anche se non tutte condotte a termine. Tra le sue iniziative più interessanti vi sono la prima edizione veneta del Dei delitti e delle pene, per la quale aveva invano contattato Beccaria. La permanenza di Formaleoni a Venezia si concluse improvvisamente nel maggio del 1792 quando, in occasione della morte dell'ammiraglio Angelo Emo, iparafrasò sarcasticamente, con lo pseudonimo di Onocefalo Cinaglosa, la roboante orazione funebre dell'abate U. Bregolini.

Vincenzo FORMALEONI (Fiorenzuola d'Arda 1752 - Mantova 1797)

Scarse sono le notizie sulla sua educazione e sugli anni giovanili. Nel 1775 era correttore nella grande stamperia di Antonio Zatta, col quale rimase sempre in buoni rapporti. Contemporaneamente faceva pratica di cartografia e si dedicava agli studi geografici. Nel 1776 pubblicò la sua prima esperienza, una carta topografica del dogado dedicata a Pietro Gradenigo. Collaborava intanto con il grande cartografo padovano A.G. Rizzi Zannoni alla realizzazione del primo foglio della Gran carta del Padovano, ritenuta una delle più rilevanti opere cartografiche della fine del Settecento. e. Tra 1777 e 1780 pubblicò sempre a proprie spese una Descrizione topografica e storica del Bergamasco ed un’altra del dogado di Venezia, nonché un saggio idrografico sulle acque dello stato veneto. Furono certamente le competenze in tale campo che gli valsero nel 1778 la nomina da parte dei Provveditori ai beni comunali a “pubblico perito agrimensore”12 Negli anni successivi, ad alcuni romanzi di carattere storico-avventuroso, affiancò ulteriori libri sulla nautica antica e sulla storia della navigazione. All’attività pubblicistica, come autore, accompagnò presto una brillante attività editoriale, ricchissima di iniziative, anche se non tutte condotte a termine. Tra le sue iniziative più interessanti vi sono la prima edizione veneta del Dei delitti e delle pene, per la quale aveva invano contattato Beccaria. La permanenza di Formaleoni a Venezia si concluse improvvisamente nel maggio del 1792 quando, in occasione della morte dell'ammiraglio Angelo Emo, iparafrasò sarcasticamente, con lo pseudonimo di Onocefalo Cinaglosa, la roboante orazione funebre dell'abate U. Bregolini.