La vera descrittione della navigatione di tutta l’Europpa, et parte dell’Africa et dell’Asia..

Riferimento: VR33IT
Autore Antonio LAFRERI
Anno: 1572
Zona: Mediterraneo
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 743 x 485 mm
Su Richiesta

Riferimento: VR33IT
Autore Antonio LAFRERI
Anno: 1572
Zona: Mediterraneo
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 743 x 485 mm
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Descrizione

La vera descrittione della navigatione di tutta l’Europpa, et parte dell’Africa et dell’Asia, quali confinano con essa. Fatta con ogni diligentia dall’eccellente Cosmografo signor Giacomo Home[n] Portoghese; nella quale, ancorche sia opera minutissima, si vegono però tutte l’Isole, Golfi, Porti, Scogli secchie, et altre cose necessarie alla buona navigazione. Hora di nuovo revista et emendata.

Acquaforte e bulino, su due fogli uniti per una misura complessiva di mm 485x743. Firmata nel cartiglio per il titolo con l’imprint editoriale In .Roma .MDLXXII .Ex Typis Antonij Lafreri.

Magnifco esemplare, stampato su carta vergata coeva con filigrana "agnello pasquale con stendardo nel cerchio" (Woodward, pp. 45-47, nn. 46-50, la data tra il 1556 e il 1570), in eccezionale stato di conservazione.

Carta nautica del Mediterraneo edita da Antonio Lafreri nel 1572. In basso a destra è rappresentata la Scala de miglia italiani (1000 pari a 196 mm). Orientazione fornita da due piccole rose di trentadue venti, il nord è in alto.

L’opera è presentata come la versione “revista et emendata” della compilazione di Diogo Homen, incisa da Paolo Forlani. Pubblicata appena tre anni dopo l’edizione veneziana, se ne differenzia per la diversa estensione territoriale ad occidente, dove risulta tagliata, e non sono più rappresentate le isole Canarie.

La carta di Forlani rappresenta la prima opera nautica a stampa dell’intero bacino mediterraneo, e deriva da una carta portolano del portoghese Diogo Homen, come lo stesso Forlani indica nella dedica di questa Europa con parti di Africa e Asia. Diego o Diogo Homen era membro di una famiglia di cartografi di origine portoghese e, dopo aver vissuto in Inghilterra, tra il 1555 ed il 1575 fu a Venezia come produttore di carte nautiche; della sua opera restano oggi circa 24 carte portolano manoscritte. Prettamente nautica e con nomenclatura solo costiera, deriva da una carta manoscritta dello stesso autore della quale si conoscono diversi esemplari. Rispetto al modello originario, la stampa ha alcune lievi correzioni nel contorno costiero dell’Irlanda, manca di qualche toponimo e presenta l’aggiunta delle graduazioni delle latitudini. È probabile che questa versione a stampa sia stata autorizzata dallo stesso Homen, durante il suo periodo veneziano.

La tavola conosce una ristampa, inalterata, con l’aggiunta della firma dell’editore di origini francesi Claude Duchet meglio noto con il nome italianizzato di Claudio Duchetti. Nipote e allievo del più noto editore Antonio Lafreri, Duchetti aprì una sorta di succursale veneziana della tipografia romana, collaborando con valenti incisori di mappe come Paolo Forlani e Giacomo Franco e acquistando diverse matrici di altri editori dell’epoca. L’edizione Duchetti quindi, potrebbe essere stampata sempre a Venezia e non a Roma.

Sembra certo che Lafreri avesse con sé la carta edita dal nipote Claudio Duchetti e che, quindi, ne abbia fatto realizzare una copia da inserire nel proprio catalogo cartografico. Del resto, non poteva incorrere nell’accusa di plagio, in quanto la carta del Forlani non era protetta da alcun privilegio. La minore reperibilità odierna dell’opera, rispetto alla carta di Forlani, dimostra che non ebbe un grandissimo successo editoriale.

Una delle più belle carte di tutto il XVI secolo.

Bibliografia: S. Bifolco - F. Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo. Catalogo ragionato delle opere e stampa, Roma, 2018, pp. 704-705, tav. 236 I/III; cfr. F. Borroni Salvadori, Carte Piante e Stampe Storiche delle raccolte Lafreriane della Biblioteca Nazionale di Firenze, Roma 1980, n. 16; R. V. Tooley, Maps in Italian Atlases of the Sixteenth Century, being a comparative list of the Italian maps issued by Lafreri, Forlani, Duchetti, Bertelli and others, found in atlases, in “Imago Mundi” III, pp. 12-47, 1939, n. 35.

Bibliografia

S. Bifolco, "Mare Nostrum, Cartografia nautica a stampa del Mar Mediterraneo" (2020), pp. 38-39, tav. 8.

Antonio LAFRERI (Orgelet 1512 - Roma 1577)

Antoine de Lafrery, meglio conosciuto con la forma italianizzata del nome Antonio Lafreri (1512 - 1577), era nativo di Orgelet, come riporta la sua iscrizione sepolcrale, e si trasferì a Roma intorno al 1540, dove lavorò in qualità di mercante ed editore di stampe. La sua bottega in via di Parione per quasi mezzo secolo (1544 - 1577) fu il punto di riferimento per questo tipo di commercio. Lafreri si formò nell’officina di Antonio Salamanca, un milanese che si trasferì a Roma dopo il Sacco del 1527. Già nel 1544 iniziò a pubblicare a suo nome, come dimostrano due stampe: la Colonna Traiana e Il sacrificio di Abele, che recano la sottoscrizione Ant. Lafrerij sequani formis Romae 1544. Non è dimostrabile se sia stato anche incisore, come si potrebbe dedurre da un atto notarile del 23 dicembre 1580, che parla dell’eredità quondam Antonii Lafrerii incisoris e stampatoris in Urbe; in ogni caso, questa attività fu certamente di minore rilevanza in confronto a quella primaria di commerciante e stampatore. Non è un caso, infatti, che quasi tutte le stampe a lui riconducibili siano firmate Antonii Lafrerij formis, espressione che lo qualifica editore e proprietario dei rami, ma non anche incisore. Un avvenimento fondamentale nella carriera del Lafreri è la costituzione, nel 1553, di una società con Antonio Salamanca. È indubbio che Lafreri - dotato probabilmente di maggiore carisma e spirito imprenditoriale - esercitò sempre il ruolo di leader. Alla morte del Salamanca, nel 1562, subentrò il figlio Francesco, ma il sodalizio si sciolse l’anno seguente e i rami del Salamanca furono acquistati da Lafreri per la somma di circa 3.000 scudi. L’editore continuò ad incrementare il suo commercio producendo stampe di soggetto religioso, mitologico e di antichità, ma anche carte geografiche e libri illustrati. Nella bottega al Parione vi passarono i più importanti incisori del tempo: Mario Cartaro, Nicolas Beatrizet, Enea Vico ed altri. Aveva contatti anche con altri centri editoriali: Venezia - come provano sia le richieste di privilegio al Senato, sia la presenza di suoi rami in edizioni veneziane - ma anche Siena. La sua raccolta di carte geografiche, riunita con un frontespizio dal titolo Tavole moderne di geografia, veniva assemblata da o per il singolo cliente; pertanto, le raccolte di carte geografiche lafreriane risultano, per numero, formato e tipologia di stampe, sempre diverse tra loro. Lafreri morì il 20 luglio 1577 e fu tumulato nella chiesa di San Luigi dei Francesi; non avendo lasciato disposizioni testamentarie, il suo patrimonio di rami fu diviso tra i suoi parenti più prossimi, Claudio e Stefano Duchetti, per poi essere acquistati da diversi stampatori.

Bibliografia

S. Bifolco, "Mare Nostrum, Cartografia nautica a stampa del Mar Mediterraneo" (2020), pp. 38-39, tav. 8.

Antonio LAFRERI (Orgelet 1512 - Roma 1577)

Antoine de Lafrery, meglio conosciuto con la forma italianizzata del nome Antonio Lafreri (1512 - 1577), era nativo di Orgelet, come riporta la sua iscrizione sepolcrale, e si trasferì a Roma intorno al 1540, dove lavorò in qualità di mercante ed editore di stampe. La sua bottega in via di Parione per quasi mezzo secolo (1544 - 1577) fu il punto di riferimento per questo tipo di commercio. Lafreri si formò nell’officina di Antonio Salamanca, un milanese che si trasferì a Roma dopo il Sacco del 1527. Già nel 1544 iniziò a pubblicare a suo nome, come dimostrano due stampe: la Colonna Traiana e Il sacrificio di Abele, che recano la sottoscrizione Ant. Lafrerij sequani formis Romae 1544. Non è dimostrabile se sia stato anche incisore, come si potrebbe dedurre da un atto notarile del 23 dicembre 1580, che parla dell’eredità quondam Antonii Lafrerii incisoris e stampatoris in Urbe; in ogni caso, questa attività fu certamente di minore rilevanza in confronto a quella primaria di commerciante e stampatore. Non è un caso, infatti, che quasi tutte le stampe a lui riconducibili siano firmate Antonii Lafrerij formis, espressione che lo qualifica editore e proprietario dei rami, ma non anche incisore. Un avvenimento fondamentale nella carriera del Lafreri è la costituzione, nel 1553, di una società con Antonio Salamanca. È indubbio che Lafreri - dotato probabilmente di maggiore carisma e spirito imprenditoriale - esercitò sempre il ruolo di leader. Alla morte del Salamanca, nel 1562, subentrò il figlio Francesco, ma il sodalizio si sciolse l’anno seguente e i rami del Salamanca furono acquistati da Lafreri per la somma di circa 3.000 scudi. L’editore continuò ad incrementare il suo commercio producendo stampe di soggetto religioso, mitologico e di antichità, ma anche carte geografiche e libri illustrati. Nella bottega al Parione vi passarono i più importanti incisori del tempo: Mario Cartaro, Nicolas Beatrizet, Enea Vico ed altri. Aveva contatti anche con altri centri editoriali: Venezia - come provano sia le richieste di privilegio al Senato, sia la presenza di suoi rami in edizioni veneziane - ma anche Siena. La sua raccolta di carte geografiche, riunita con un frontespizio dal titolo Tavole moderne di geografia, veniva assemblata da o per il singolo cliente; pertanto, le raccolte di carte geografiche lafreriane risultano, per numero, formato e tipologia di stampe, sempre diverse tra loro. Lafreri morì il 20 luglio 1577 e fu tumulato nella chiesa di San Luigi dei Francesi; non avendo lasciato disposizioni testamentarie, il suo patrimonio di rami fu diviso tra i suoi parenti più prossimi, Claudio e Stefano Duchetti, per poi essere acquistati da diversi stampatori.