[Mediterraneo Orientale]

Riferimento: S38510
Autore Anonimo
Anno: 1570 ca.
Zona: Mediterraneo Orientale
Luogo di Stampa: Venezia
Misure: 520 x 345 mm
Non Disponibile

Riferimento: S38510
Autore Anonimo
Anno: 1570 ca.
Zona: Mediterraneo Orientale
Luogo di Stampa: Venezia
Misure: 520 x 345 mm
Non Disponibile

Descrizione

Acquaforte e bulino, impressa su carta vergata con filigrana "Corona a sette punte con lettere TB e P" (Woodward 282, trovata in un'altra carta stampata da Stefano Mozzi Scolari), con margini, in perfetto stato di conservazione.

UNICO ESEMPLARE CONOSCIUTO dell'edizione di Stefano Mozzi Scolari di questa carta raffigurante il Mediterraneo Orientale, appartenuto alla collezione di Fritz Hellwig. Si tratta di uno dei 4 fogli che compongono una rarissima e sinora sconosciuta carta dell'Europa, il cui unico esemplare noto è conservato nella raccolta fattizia cinquecentesca della Biblioteca Civica di Bergamo [Atlante_Cinq-7-794].

L'esemplare di Bergamo è composto da tre fogli, di quattro; sinora sconosciuti ai repertori, vengono pubblicati per la prima volta in Bifolco-Ronca (pp. 662-663, tav. 218).

Questi tre fogli fanno parte di una carta in quattro fogli dell’Europa pertanto è probabile che le eventuali
iscrizioni si trovassero nel foglio occidentale mancante.

In alto a sinistra si trova la Scala de miglia (25 miglia pari a mm 60). Orientazione fornita da una triplice rosa di sedici venti; sono indicati con la lettera iniziale e alcuni simboli i quattro venti principali e i quattro mezzi venti, il nord è in alto. Carta priva di graduazione ai margini. Acquaforte e bulino, ogni foglio misura mm 335x505 circa, per una dimensione totale della carta di 660x1050 mm circa.

Sono privi di qualsiasi indicazione editoriale e del titolo, che si suppone dovesse essere riportato sul quarto mancante. La carta non è descritta dalla letteratura, fatto salvo per il foglio di sud-est che è studiato già da Almagià per l’esemplare della Vaticana; da Valeria Bella per quello della collezione Novacco e da Tolias e Zacharakis per quello della collezione di Margarita Samourkas.

Almagià la definisce come una carta rozza e mediocre nell’incisione, ispirata dalla carta "Geographia particolare d’una gran parte dell’Europa" (1560) di Giacomo Gastaldi; conclude, inoltre, che la carta probabilmente sia manchevole del foglio occidentale, in quanto mostra la sola Sicilia orientale, in cui compaiono solo le due ultime lettere “IA”, del coronimo.

Quindi già Almagià supponeva che il foglio da lui analizzato fosse parte di una carta più grande, ignorando, tuttavia, che componesse una carta del continente europeo.

La datazione dell’opera è fornita dalla bandiera con il Leone di San Marco che campeggia sopra l’isola di Cipro; quindi è anteriore al 1572, anno in cui l’isola passò sotto il dominio ottomano.
Non sono conosciuti altri esemplari di questa carta che, per quanto ne sappiamo, potrebbe non essere mai stata terminata.

La lastra su cui era inciso il foglio di sud-est, invece, ebbe una tiratura successiva a cura di Francesco Valegio, il cui imprint appare nell’esemplare illustrato da Tolias (2006). Tuttavia, il Valegio, che non si
curò nemmeno di rimuovere la bandiera col simbolo marciano sull’isola di Cipro, potrebbe avere ristampato solo il foglio in questione.

Sempre del foglio di sud-est esiste questa prova che reca l’imprint di Stefano Scolari, impresso sopra la raschiatura di quello di Valegio; è ancora presente la bandiera col simbolo di Venezia. Si presume che questo fu l’unico dei fogli che ebbe una ristampa.

Altra bibliografia
Almagià (1948): p. 85, n. 5 (foglio di sud-est); Cartografia Rara (1986): n. 84; Tolias (2011): p. 106, II.33, n. 1612; Zacharakis (1992): n. 2759. Tutte riferite al solo foglio di sud-est.

Bibliografia

Bifolco-Ronca, Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo, Catalogo ragionato delle opera a stampa (2018), pp. 662-663, tav. 218, III/III.

Anonimo

Bibliografia

Bifolco-Ronca, Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo, Catalogo ragionato delle opera a stampa (2018), pp. 662-663, tav. 218, III/III.

Anonimo