Raccolta delle Principali Vedute di Roma disegnate dal vero e incise da Domenico Amici Romano

Riferimento: S0075
Autore Domenico AMICI
Anno: 1835
Zona: -
Misure: 340 x 280 mm
1.000,00 €

Riferimento: S0075
Autore Domenico AMICI
Anno: 1835
Zona: -
Misure: 340 x 280 mm
1.000,00 €

Descrizione

In 2° oblungo. Frontespizio decorativo inciso e 39 tavole incise su rame (ca. 295 x 220 mm), non numerate, firmate e datate in lastra dall’artista. La data riportata sulle lastre non è unica – comprende gli anni dal 1832 al 1841 – e spesso è successive alla data 1835 riportata sul frontespizio.  Fioriture sparse, più evidenti sulle prime tavole, la penultima tavola, rifilata alla linea del rame, è incollata su supporto cartaceo. Legatura in piena tela, titolo e decorazione in oro al piatto e al dorso. Lievemente lisa agli angoli.

Bella raccolta di vedute disegnate e incise da Domenico Amici, raffiguranti vedute prospettiche di piazze e monumenti della Città Eterna. Edita da G. Raffaelli.

Disegnatore ed incisore in rame, nato a Roma nel 1808. Nel basso vedutismo romano succeduto alla grande era vasiana e piranesiana, l'Amici fu tra quelli che mostrarono maggiori ambizioni: dopo aver inciso all'acquaforte alcune vedute "disegnate dal vero", volle apparire anche "inventore" e incise una serie di 30 vedute immaginarie a mo' di scenografie, che nel 1831 licenziò a Roma con il titolo di Opera-scenografica - inventata e incisa - da Domenico Amici-Romano. Dopo le Rovine romane in 20 rami (Roma 1832-33), si diede a ritrarre "obelischi" e "fontane", aggiungendo a quei soggetti anche l'altro dei "chiostri", per una raccolta di 30 rami uscita nel 1838. Intanto insisteva nel ritrarre fabbriche e rovine per nuove raccolte, di cui alcune venivano realizzate come tali (Vedute dei contorni di Roma, Roma 1847) ed altre invece si disgregavano strada facendo, mentre i rami entravano in raccolte di altri. S'ignora la data di morte dell'Amici, ma nel 1870-71 viveva e lavorava ancora, come risulta da disegni datati del Gabinetto nazionale delle stampe in Roma, della raccolta già Morandi (uno dei quali con la veduta delle adiacenze di Porta Pia dopo la breccia) e di altre raccolte private.

Domenico AMICI

Disegnatore ed incisore in rame, nato a Roma nel 1808. Nel basso vedutismo romano succeduto alla grande era vasiana e piranesiana, l'Amici fu tra quelli che mostrarono maggiori ambizioni: dopo aver inciso all'acquaforte alcune vedute "disegnate dal vero", volle apparire anche "inventore" e incise una serie di 30 vedute immaginarie a mo' di scenografie, che nel 1831 licenziò a Roma con il titolo di Opera-scenografica - inventata e incisa - da Domenico Amici-Romano. Dopo le Rovine romane in 20 rami (Roma 1832-33), si diede a ritrarre "obelischi" e "fontane", aggiungendo a quei soggetti anche l'altro dei "chiostri", per una raccolta di 30 rami uscita nel 1838. Intanto insisteva nel ritrarre fabbriche e rovine per nuove raccolte, di cui alcune venivano realizzate come tali (Vedute dei contorni di Roma, Roma 1847) ed altre invece si disgregavano strada facendo, mentre i rami entravano in raccolte di altri. S'ignora la data di morte dell'Amici, ma nel 1870-71 viveva e lavorava ancora, come risulta da disegni datati del Gabinetto nazionale delle stampe in Roma, della raccolta già Morandi (uno dei quali con la veduta delle adiacenze di Porta Pia dopo la breccia) e di altre raccolte private.

Domenico AMICI

Disegnatore ed incisore in rame, nato a Roma nel 1808. Nel basso vedutismo romano succeduto alla grande era vasiana e piranesiana, l'Amici fu tra quelli che mostrarono maggiori ambizioni: dopo aver inciso all'acquaforte alcune vedute "disegnate dal vero", volle apparire anche "inventore" e incise una serie di 30 vedute immaginarie a mo' di scenografie, che nel 1831 licenziò a Roma con il titolo di Opera-scenografica - inventata e incisa - da Domenico Amici-Romano. Dopo le Rovine romane in 20 rami (Roma 1832-33), si diede a ritrarre "obelischi" e "fontane", aggiungendo a quei soggetti anche l'altro dei "chiostri", per una raccolta di 30 rami uscita nel 1838. Intanto insisteva nel ritrarre fabbriche e rovine per nuove raccolte, di cui alcune venivano realizzate come tali (Vedute dei contorni di Roma, Roma 1847) ed altre invece si disgregavano strada facendo, mentre i rami entravano in raccolte di altri. S'ignora la data di morte dell'Amici, ma nel 1870-71 viveva e lavorava ancora, come risulta da disegni datati del Gabinetto nazionale delle stampe in Roma, della raccolta già Morandi (uno dei quali con la veduta delle adiacenze di Porta Pia dopo la breccia) e di altre raccolte private.