Roma

Riferimento: S45001
Autore Bartolomeo Faleti
Anno: 1561
Zona: Roma
Misure: 555 x 450 mm
Non Disponibile

Riferimento: S45001
Autore Bartolomeo Faleti
Anno: 1561
Zona: Roma
Misure: 555 x 450 mm
Non Disponibile

Descrizione

Pianta prospettica della città di Giovanni Antonio Dosio, incisa da Sebastiano dal Re per l’editore Bartolomeo Faleti

Bulino, 1561, firmato e datato in lastra.

Magnifica prova, ricca di toni impressa su carta vergata coeva con filigrana “pellegrino nel cerchio” (cfr. Woodward nn. 4-15), rifilata al rame e con margini coevi aggiunti, piccolo, in ottimo stato di conservazione.

In alto al centro, in un cartiglio, è impresso il titolo: ROMA. Nel cartiglio in basso a sinistra si legge: GAB. PALAEOTIO PONTIFICIO STLITIB IUDICAN DIS DUODECIMUIRO INTEGERRIMO. Expressi iandudum mi Rever. D[omi]ne meis aeneis tabellis Io. Antonij Dosij floren. Manu delineatisUrbem Romam Urbium, ac Terraru[m], gentiumq[ue] omnium, Reginam qualis qualis his temporibus apparet, et, ut ea in lucem prodiret audentius, tuo nomini dicata exit, quod huiusce Urbis te amantissimum fuisse semper accepi: Proinde editam tibi, do, dicoq[ue] ac trado. Vale Barptolaemei Phaletij tui nominis semp[er] observantissimi memor. Romae Calendis Ianuarij MDLXI.  Sebastianus a Regibus Clodiensis in aere incidebat.

Lungo il margine inferiore, distribuita su otto colonne, una legenda alfanumerica (A-S e 1-50) di rimandi a luoghi e monumenti notabili. Nella tavola sono fornite delle ulteriori indicazioni toponomastiche. Orientazione nei quattro lati al centro con il nome dei punti cardinali: SEPTENTRIO, MERIDIES, ORIENS, OCCIDENS, il nord è in basso.

“Si tratta di un’opera assolutamente originale che riprende la città da nord, da un inusuale ed ideale punto collocato sulla via Flaminia, probabilmente alle pendici di Monte Mario. In primo piano viene rappresentata Villa Giulia, dove il Dosio lavorò tra il 1552 ed il 1555 ad alcune sculture che gli erano state commissionate da papa Giulio III. Nella pianta, in primo piano, si può vedere il corteo papale che si accinge ad attraversare il fiume Tevere per raggiungere proprio Villa Gulia. Hülsen evidenzia il fatto che la pianta, sebbene pubblicata nel 1561, potrebbe essere stata disegnata verso il 1555/57. È presente, infatti, la fortificazione pentagonale attorno a Castel Sant’Angelo, che venne distrutta da un’alluvione nel 1557. La tavola è contenuta sia in alcuni esemplari dello Speculum Romanae magnificentiae del Lafreri, che in raccolte cartografiche composite del XVI secolo. Non sono note ristampe della lastra” (cfr. Bifolco-Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, p. 2394).

L’opera appartiene allo Speculum Romanae Magnificentiae, la prima iconografia della Roma antica. 

Lo Speculum ebbe origine nelle attività editoriali di Antonio Salamanca e Antonio Lafreri (Lafrery). Durante la loro carriera editoriale romana, i due editori - che hanno lavorato insieme tra il 1553 e il 1563 - hanno avviato la produzione di stampe di architettura, statuaria e vedutistica della città legate alla Roma antica e moderna. Le stampe potevano essere acquistate individualmente da turisti e collezionisti, ma venivano anche acquistate in gruppi più grandi che erano spesso legati insieme in un album. Nel 1573, Lafreri commissionò a questo scopo un frontespizio, dove compare per la prima volta il titolo Speculum Romanae Magnificentiae. Alla morte di Lafreri, due terzi delle lastre di rame esistenti andarono alla famiglia Duchetti (Claudio e Stefano), mentre un altro terzo fu distribuito tra diversi editori. Claudio Duchetti continuò l’attività editoriale, implementando le lastre dello Speculum con copie di quelle “perdute” nella divisione ereditaria, che fece incidere al milanese Amborgio Brambilla. Alla morte di Claudio (1585) le lastre furono cedute – dopo un breve periodo di pubblicazione degli eredi, in particolare nella figura di Giacomo Gherardi - a Giovanni Orlandi, che nel 1614 vendette la sua tipografia al fiammingo Hendrick van Schoel. Stefano Duchetti, al contrario, cedette le proprie matrici all’editore Paolo Graziani, che si associò con Pietro de Nobili; il fondo confluì nella tipografia De Rossi passando per le mani di editori come Marcello Clodio, Claudio Arbotti e Giovan Battista de Cavalleris. Il restante terzo di matrici della divisione Lafreri fu suddiviso e scisso tra diversi editori, in parte anche francesi: curioso vedere come alcune tavole vengano ristampate a Parigi da Francois Jollain alla metà del XVII secolo. Diverso percorso ebbero alcune lastre stampate da Antonio Salamanca nel suo primo periodo; attraverso il figlio Francesco, confluirono nella tipografia romana di Nicolas van Aelst. Altri editori che contribuirono allo Speculum furono i fratelli Michele e Francesco Tramezzino (autori di numerose lastre che confluirono in parte nella tipografia Lafreri), Tommaso Barlacchi, e Mario Cartaro, che fu l’esecutore testamentario del Lafreri, e stampò alcune lastre di derivazione. Per l’intaglio dei rami vennero chiamati a Roma e impiegati tutti i migliori incisori dell’epoca quali Nicola Beatrizet (Beatricetto), Enea Vico, Etienne Duperac, Ambrogio Brambilla e altri ancora.

Questo marasma e intreccio di editori, incisori e mercanti, il proliferare di botteghe calcografiche ed artigiani ha contribuito a creare il mito dello Speculum Romanae Magnificentiae, la più antica e importante iconografia della città eterna. Il primo studioso che ha cercato di analizzare sistematicamente la produzione a stampa delle tipografie romane del XVI secolo è stato Christian Hülsen, con il suo Das Speculum Romanae Magnificentiae des Antonio Lafreri del 1921. In epoca più recente, molto importanti sono stati gli studi di Peter Parshall (2006) Alessia Alberti (2010), Birte Rubach e Clemente Marigliani (2016). Le nostre schede sono elaborazioni ispirate principalmente da queste quattro pubblicazioni, integrate da commenti e correzioni per quanto non ci convince e ci è noto.  

Bartolomeo Faleti (attivo nel XVI secolo) è libraio, stampatore e tipografo attivo a Roma. Il suo negozio si trovava a S. Agostino. Faleti aveva notevoli interessi a Venezia. Insieme a Giovanni Varisco lavorò ad un Messale che fu pubblicato dopo la sua morte, nel 1570. I suoi eredi stamparono libri a Venezia e a Roma nel 1570 e nel 1571; tutti questi volumi portano i nomi di Giovanni Varisco e degli eredi di Faleti. Il suo indirizzo appare su stampe di Cavalleris, Sebastiano dal Re e Dupérac, oltre che su molte mappe.

Giovanni Antonio Dosio (San Gimignano, 1533 circa – Caserta, 1611) Architetto e scultore italiano nato a San Gimignano nel 1533 circa. Giovan Antonio Dosio si formò a Roma, dove giunse all’età di quindici anni e dove visse, spesso stentatamente, e lavorò dal 1548 al 1573, dedicando molto tempo al disegno di antichità. Il suo maestro fu Raffaello da Montelupo almeno fino al 1551. In seguito, lavorò autonomamente, tra le mille difficoltà della povertà, facendo il disegnatore di piante e vedute (poi incise da Sebastiano Del Re), lo stuccatore e il restauratore di frammenti archeologici.

Magnifico esemplare di questa pianta rarissima.

Bibliografia

Bifolco-Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, 2018, pp. 2394-95, tav. 1232; cfr. Peter Parshall, Antonio Lafreri's 'Speculum Romanae Magnificentiae, in “Print Quarterly”, 1 (2006); A. Alberti, L’indice di Antonio Lafrery (2010), n. A 107; cfr, D. Woodward, Catalogue of watermarks in Italian printed maps 1540 – 1600 (1996); Bevilacqua-Fagiolo (2012): p. 122 e n. 6; Frutaz (1962): n. CXVII e tav. 229; Hülsen (1915): VII, p. 51-52, n. 30; Marigliani (2007): n. 43; Rocchi (1902): cfr. pp. 67-70 e tav. XII; Roma Veduta (2000): n. 10; Scaccia Scarafoni (1939): pp. 85-86, n. 151; Tooley (1939): n. 488; Witcombe (2008): p. 224, n. 4.2.

Bartolomeo Faleti (attivo nella metà del XVI secolo)

Bartolomeo Faleti (attivo nel XVI secolo) è libraio, stampatore e tipografo attivo a Roma. Il suo negozio si trovava a S. Agostino. Faleti aveva notevoli interessi a Venezia. Insieme a Giovanni Varisco lavorò ad un Messale che fu pubblicato dopo la sua morte, nel 1570. I suoi eredi stamparono libri a Venezia e a Roma nel 1570 e nel 1571; tutti questi volumi portano i nomi di Giovanni Varisco e degli eredi di Faleti. Il suo indirizzo appare su stampe di Cavalleris, Sebastiano dal Re e Dupérac, oltre che su molte mappe.

Bartolomeo Faleti (attivo nella metà del XVI secolo)

Bartolomeo Faleti (attivo nel XVI secolo) è libraio, stampatore e tipografo attivo a Roma. Il suo negozio si trovava a S. Agostino. Faleti aveva notevoli interessi a Venezia. Insieme a Giovanni Varisco lavorò ad un Messale che fu pubblicato dopo la sua morte, nel 1570. I suoi eredi stamparono libri a Venezia e a Roma nel 1570 e nel 1571; tutti questi volumi portano i nomi di Giovanni Varisco e degli eredi di Faleti. Il suo indirizzo appare su stampe di Cavalleris, Sebastiano dal Re e Dupérac, oltre che su molte mappe.