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| Riferimento: | A50006 |
| Autore | Abraham ORTELIUS |
| Anno: | 1572 |
| Zona: | Italia |
| Luogo di Stampa: | Anversa |
| Misure: | 510 x 360 mm |
| Riferimento: | A50006 |
| Autore | Abraham ORTELIUS |
| Anno: | 1572 |
| Zona: | Italia |
| Luogo di Stampa: | Anversa |
| Misure: | 510 x 360 mm |
Prima versione dell’Italia Novissima di Abraham Ortelius, con le due divinità nel mare abbracciate. Raro primo stato di due, stampato nel 1572.
Questa carta generale dell'Italia si basa, come indicato nel cartiglio con il titolo, sul lavoro di Giacomo Gastaldi, in particolare su Il disegno della geografia moderna de tutta la provincia de la Italia, pubblicata dal Gastaldi nel 1561. Altre mappe dell'Italia citate nel “Catalogus Auctorum” di Ortelius sono quelle di Benedetto Bordone e Giovanni Andrea Vavassori.
Rispetto al modello gastaldino, Ortelius inserì degli elementi decorativi; anch'essi però non sono originali, ma ricavati dalle raccolte di ornamentazioni e cartigli a stampa di Hans Vriedeman De Vries (da cui sono tratti il cartiglio del titolo e la sfinge seduta sulla scala grafica di questa carta), di Frans Floris e di Benedetto Battini, tutte pubblicate ad Anversa tra il 1550 ed il 1560 circa.
Nel titolo viene correttamente citata la fonte usata per delineare questa carta d'Italia, quella del “Pedemontano” Iacopo (Giacomo) Gastaldi, che realizza un’opera di fondamentale importanza, capace di imporsi sui modelli precedenti, sostituendosi ad essi e divenendo l'espressione più seguita e cartograficamente evoluta fino al lavoro di Giovanni Antonio Magini del 1608. Ortelius traduce la mappa con la sua personale veste grafica, costituita da città a castellino con il nome in caratteri italici; da montagne a coni di talpa arrotondati; dal cartiglio realizzato con forme geometriche ricurve; dai punti cardinali scritti in nastri mossi; dai numerosi elementi di decoro tra i quali spicca la sirena sopra la scala di miglia italica e soprattutto le due figure nel mezzo del Tirreno (Nettuno intento ad amoreggiare con una ninfa marina, plausibilmente Thoosa). Il loro atteggiamento scatenò la censura, se è vero che dall'edizione del 1584 Ortelius realizzò una seconda versione della sua Italia Novissima, facendo incidere una nuova lastra, nella quale furono posti solamente affiancati, con Nettuno che cinge la vita di Thoosa.
Esemplare tratto dall'edizione tedesca del 1572 del Theatrum Orbis Terrarum, nel raro primo stato di due descritto da Van den Broecke: “between 1574 and 1575, numerous ornamental changes were made in the Neptune and mermaid couple left, the ship bottom right, and the mermaid below the ship and above the mile scale, e.g. the hachuring on her tail, which extended to just right of the feathers in state 1, now covers the tail to the top of its first curve”.
Il Theatrum è considerato il primo vero “atlante” moderno. L’opera fu pubblicata in 7 lingue e 36 edizioni, per il quale – nel 1570 - Ortelius ottenne il privilegio, ovvero una sorta di diritto d'autore che impediva ad altri cartografi di pubblicare i propri lavori. Il Theatrum rappresentava il lavoro più avanzato del lavoro della descrizione cartografica. L’Ortelius vi raccolse il sapere geografico e cartografico del suo tempo, proponendo in 147 spettacolari tavole incise l’immagine più fedele del mondo allora conosciuto e, in alcune straordinarie “carte storiche”, regioni e itinerari tratti dalla letteratura, dalla mitologia, dalla tradizione. Ortelius fu anche il primo a citare le fonti, menzionando i nomi dei cartografi nel “catalogus auctorum”. Dal 1598 al 1612 le edizioni postume del Theatrum furono realizzate dal suo collaboratore Johannes Baptiste Vrients.
Acquaforte, magnifica coloritura coeva, in perfetto stato di conservazione.
Bibliografia
Borri, L’Italia nell’antica cartografia, 44b; Van den Broecke 117.1(.2); Karrow 30/90, p. 216-249, Meurer p. 148-154.
Abraham ORTELIUS (1528 - 1598)
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Abraham Ortel, più noto come Ortelius, nacque ad Anversa nel 1528, e qui avviò un’attività come commerciante di libri e “pittore di mappe”. Viaggiò molto, specialmente per recarsi alle gradi fiere librarie, stabilendo contatti professionali e amichevoli con altri cartografi europei dai quali derivò la sua collezione di mappe. Punto cruciale nella sua carriera fu il 1564, con la pubblicazione della Mappa del Mondo in otto fogli, di cui si conosce solo una copia. Nel 1570 pubblicò, in una stessa scala, la sua collezione di mappe sotto il titolo di Theatrum Orbis Terrarum, opera che di fatto costituì il primo esempio di atlante sistematico, sebbene il termine stesso verrà usato per la prima volta da Mercator venti anni più tardi. Il Theatrum, le cui mappe furono elegantemente incise per lo più da Frans Hogenberg, ottenne un successo immediato e conobbe ben 42 edizioni in varie lingue fino a quella definitiva del 1612, inclusa l’Appendix, pubblicata di tanto in tanto, con le ultime scoperte dell’epoca. Ortelius fu anche il primo a citare le sue fonti menzionando i nomi dei cartografi. Inoltre compilò una serie di mappe storiche col titolo Parergon Theatri. L’opera, contenente anche una riproduzione della Tabula Peutingeriana, edito per la prima volta nel 1579, fu pubblicata sia separatamente sia come parte integrante del Theatrum.
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Abraham ORTELIUS (1528 - 1598)
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Abraham Ortel, più noto come Ortelius, nacque ad Anversa nel 1528, e qui avviò un’attività come commerciante di libri e “pittore di mappe”. Viaggiò molto, specialmente per recarsi alle gradi fiere librarie, stabilendo contatti professionali e amichevoli con altri cartografi europei dai quali derivò la sua collezione di mappe. Punto cruciale nella sua carriera fu il 1564, con la pubblicazione della Mappa del Mondo in otto fogli, di cui si conosce solo una copia. Nel 1570 pubblicò, in una stessa scala, la sua collezione di mappe sotto il titolo di Theatrum Orbis Terrarum, opera che di fatto costituì il primo esempio di atlante sistematico, sebbene il termine stesso verrà usato per la prima volta da Mercator venti anni più tardi. Il Theatrum, le cui mappe furono elegantemente incise per lo più da Frans Hogenberg, ottenne un successo immediato e conobbe ben 42 edizioni in varie lingue fino a quella definitiva del 1612, inclusa l’Appendix, pubblicata di tanto in tanto, con le ultime scoperte dell’epoca. Ortelius fu anche il primo a citare le sue fonti menzionando i nomi dei cartografi. Inoltre compilò una serie di mappe storiche col titolo Parergon Theatri. L’opera, contenente anche una riproduzione della Tabula Peutingeriana, edito per la prima volta nel 1579, fu pubblicata sia separatamente sia come parte integrante del Theatrum.
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