Carta Geografica dello Stato della Chiesa Granducato di Toscana e de' Stati Adjacenti

Riferimento: CO-552
Autore Giambattista GHIGI
Anno: 1770 ca.
Zona: Stato della Chiesa
Misure: 595 x 795 mm
2.200,00 €

Riferimento: CO-552
Autore Giambattista GHIGI
Anno: 1770 ca.
Zona: Stato della Chiesa
Misure: 595 x 795 mm
2.200,00 €

Descrizione

Rarissima carta geografica dello Stato della Chiesa con la Toscana incisa da Giovanni Battista Ghigi (Ghisi) sulla base del modello di Ruggiero Giuseppe Boscovich (1711-1787) e Christopher Maire (1697 – 1767) stampato a Roma nel 1755. Potrebbe essere una replica autorizzata dallo stesso Boschovich oppure una replica della carta che il Ghigi dedica al cardinale Andrea Corsini.

“Graduazione ai margini, manca dei valori di longitudine - comunque estesa da 29° 10' a 31° 22' - mentre la latitudine spazia da 42° 28' a 43° 44'. Orientata con la rosa dei venti, ha scale in miglia romane moderne e miglia fiorentine. Carta non datata, ma la dedica al card. Andrea Orsini, morto nel 1795, la fa ritenere non posteriore a tale anno (nel volume Terre di Langobardia, Modena 2003, pp. 278-279, non si esita comunque a datarla 1770). Come si è anticipato, richiama quella del 1755 di cui ci si è serviti come base. È l'ultima delle carte raccolte nel più volte citato volume Documenti Cartografici dello Stato Pontificio di R. Almagià che non esita a definirla «uno dei migliori prodotti cartografici della seconda metà del sec. XVIII» (DCSP, p. 51). Le annotazioni contenute nel rettangolo in alto a destra precisano che per il Granducato di Toscana e per il Regno di Napoli, ben delimitati anche a mezzo di confini politici, si è ricorsi alle carte di Ferdinando Morozzi e a quella incisa nel 1769 da Rizzi Zannoni (da molti riconosciuto come il più operoso cartografo italiano del '700). Ai confini di stato si aggiungono quelli delle partizioni interne e tra queste, oltre il Territorio di Perugia, figura il Marchesato di Castiglione del Lago. La carta merita apprezzamento per una molteplicità di aspetti, in primo luogo per essere derivata da rilevamenti originali e dai risultati delle ricerche sulle fonti da utilizzare; l'accurato disegno, l'elevato numero e l'esattezza toponomastica dei centri abitati (con denomina- zioni "moderne"), infine la massima attenzione nel disegno dell'idrografia - non manca la Cascata delle Marmore, indicata semplicemente con "Caduta" e della viabilità sono altri rilevanti caratteri che rendono il prodotto altamente meritorio e interessante alla consultazione. Si aggiunga che i principali rilievi sono riportati con il rispettivo nome (con una semplice svista dovrebbe spiegarsi l'errata posizione di Monte Cucco, alquanto spostato a nord oltre Scheggia). Infine, a richiamare l'antico Ducato di Spoleto sta in qualche misura l'appellativo di Valle Spoletana con il quale, a partire dal sec. XII e fino a non molto tempo fa, si era soliti denominare la Valle Umbra - così detta invece a partire dal sec. XVII - ovvero la depressione tettonica allungata da Assisi a Spoleto oggetto di tanta ammirazione da parte dei viaggiatori dei secoli passati per le sue ubertose e ordinate campagne” (cfr. "Le antiche terre del Ducato di Spoleto", p. 194).

 

“Questa carta si fa apprezzare sotto molti profili, quali la qualità del disegno, la ricchezza e l'esattezza della toponomastica, l'accuratezza dell'idrografia e della viabilità: ma principalmente per essere derivata da risultati delle precedenti ricerche dei migliori studiosi dell'epoca, integrati da rilevamenti sul territorio originali dell'Autore. Di queste fonti si fa menzione nella tavola stessa: in alto a destra, una nota inserita in una cornice avverte che la carta riprende gli studi dei principali geografi dell'epoca, quali Cristoforo Maire, Ruggero Giuseppe Boscovich, Ferdinando Morozzi e Giovanni Antonio Rizzi Zannoni, elencandoli con i rispettivi contributi: "La carta dello Stato della Chiesa è opera dei RR. PP. Maire e Boscovich, i quali per ordine di Clemente XIII Rezzonico ne fecero le osservazioni, e le misure. Il Granducato di Toscana è stato delineato e corretto dal Nobil Sig. Ferdinando Morozzi di Colle Ingegnere di S. A. R. Per la posizione della Città di Firenze ha fatto uso delle osservazioni del P. Ximenes; per la Città di Pisa di quelle del Matematico Sig. Dott. Perelli; per la Città di Siena di quella del fu Piero Gabbrielli; per i luoghi di Confino con lo Stato Pontificio di quelle dei Sudd.i PP. Maire e Boscovich; per i luoghi del Litorale e per tutte le Isole ha fatto uso delle proprie osservazioni. Il medesimo poi ha misurato realmente parte del detto Stato, ed ha raccolte quelle Piante moderne state misurate da altri, che tutte insieme si estendono sopra più di due terzi del Granducato, ed ha compito la carta, e corretta la confinazione come qui si riporta delineata. Lo Stato della Repubblica di Lucca, il Principato di Piombino, e quello dei Presidi sono tradotti da più Carte manoscritte esistenti presso del d. Sig. Morozzi. Il Ducato di Modena è ricavato dalla Carta generale del Corso del Po di Matteo Scutter, ma corretta, conforme quei pezzi degli adiacenti Stati di Parma, Cremona, e Mantova. La parte finalmente del Regno di Napoli è copiata dalla Carta disegnata da Ant. Rizzi Zannoni, incisa in Parigi nel 1769”. È l'ultima delle carte considerate da Almagià nel suo vasto studio sulla cartografia dello Stato Pontificio, che la individua come perfetta sintesi delle conoscenze geografiche dell'epoca, tanto che non esita a definirla "uno dei migliori prodotti cartografici della seconda metà del sec. XVIII” (Almagià 1960, p. 51). La carta è priva di datazione in lastra, ma contiene alcuni elementi che consentono di circoscriverne in modo oggettivo la data di stampa: da un lato, il riferimento alla "Carta disegnata da Ant. Rizzi Zannoni, incisa in Parigi nel 1769", e, dall'altro, la dedica al Cardinale Andrea Corsini, che fu creato cardinale nel 1759 e morì nel 1795. Sulla base di questi elementi, può essere sostenuto che questa carta è stata pubblicata tra il 1769 e il 1795” (cfr. M. G. Cocco in L’Italia di mezzo. La cartografia storica del centro Italia dal XVI al XIX secolo nelle collezioni private, pp. 50-51, n. 20).

Acquaforte, coloritura coeva, piccoli strappetti laterali, per il resto in ottimo stato di conservazione. Rarissima.

Bibliografia

R. Almagià, Documenti Cartografici dello Stato Pontificio, 1960, p. 51 e tav. 80; F.R. Cassano, Perugia e il suo territorio. Incisioni dal XV al XIX secolo, 1990, p. 126; Z. Davoli - R. Sanfelici - R. Zanasi (a cura di), Terre di Langobardia. La "Lombardia" e il Ducato Estense nella cartografia a stampa 1520-1796, 2003, pp. 278-279; F. Ronca - A. Sorbini (a cura di), Le antiche terre del Ducato di Spoleto. I territori di Spoleto e Terni nella cartografia dei secoli XVI-XIX, 2005, pp. 194-195, n. 83.

Giambattista GHIGI

Il nome di Giambattista Ghisi è legato soprattutto alla realizzazione, nel 1779, di una carta della Sicilia. Con questa mappa, Ghisi rivoluzionò il rilievo cartografico della Sicilia dal punto di vista scientifico e grafico. La carta riportava, in dodici distinti comparti, notizie su flora, fauna, mineralogia, ittiologia e altro.

Giambattista GHIGI

Il nome di Giambattista Ghisi è legato soprattutto alla realizzazione, nel 1779, di una carta della Sicilia. Con questa mappa, Ghisi rivoluzionò il rilievo cartografico della Sicilia dal punto di vista scientifico e grafico. La carta riportava, in dodici distinti comparti, notizie su flora, fauna, mineralogia, ittiologia e altro.