Gallia Nova Tabula

Riferimento: s13365
Autore Giacomo GASTALDI
Anno: 1548 ca.
Zona: Francia
Luogo di Stampa: Venezia
Misure: 180 x 135 mm
325,00 €

Riferimento: s13365
Autore Giacomo GASTALDI
Anno: 1548 ca.
Zona: Francia
Luogo di Stampa: Venezia
Misure: 180 x 135 mm
325,00 €

Descrizione

Tratta dalla "Geografia"di Claudio Tolomeo, prima edizione "tascabile" curata da Giacomo Gastaldi e stampata a Venezia da Nicolò Bascarini per Giovanni Battista Pedrezano nel 1548.

"L’edizione veneta del 1548, curata e aggiornata in formato “tascabile” da Giacomo Gastaldi, uno dei principali cartografi del XVI secolo, registra la prima traduzione del testo (fatta eccezione per la versione toscana in terza rima composta dal Berlinghieri) dal latino al volgare: questo “piccolo” Tolomeo, rifacentesi ancora in parte al lavoro del Münster e comprendente 60 carte (26 tolemaiche e 34 moderne), rappresentava all’epoca il più completo e aggiornato atlante del mondo. Gastaldi per primo aggiunse cinque mappe regionali del continente americano, fra le quali anche una carta separata del Sud America.

Una novità concerneva anche la disposizione delle carte: mentre nei precedenti Tolomei cinquecenteschi le carte moderne erano collocate separatamente dopo quelle tolemaiche, nell’edizione del 1548 ogni carta moderna è inserita nelle serie tolemaiche dopo la corrispondente o la più vicina mappa antica. Le tavole stesse, a dispetto della loro piccola dimensione, sono importanti anche sotto il profilo storico, poiché le carte di tutte le successive edizioni italiane cinquecentesche di Tolomeo derivano sostanzialmente da queste" [cfr. Fabio Fatichenti, Specificità, fortuna e auctoritas del canone tolemaico p. 70, in Bifolco-Ronca, Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo, Catalogo ragionato delle opera a stampa (2018)].

Incisione in rame in ottimo stato di conservazione. Rara.

Bibliografia

Fabio Fatichenti, Specificità, fortuna e auctoritas del canone tolemaico p. 70, in Bifolco-Ronca, Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo, Catalogo ragionato delle opera a stampa p. 108.

Giacomo GASTALDI (1500 circa – 1565 circa)

Giacomo Gastaldi nacque, secondo il predicato che accompagna la sua firma nella carta della Spagna del 1544, a Villafranca Piemonte (odierna provincia di Torino), tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo. Sebbene annoverato tra i maggiori cartografi del Cinquecento, le vicende della sua vita sono ignote fino al 1539 quando il suo nome appare per la prima volta in una concessione di privilegio di stampa di un "lunario perpetuo", oggi perduto. All'inizio degli anni '40, doveva essere già noto negli ambienti dotti perché cominciò a lavorare a una serie di carte, dapprima pubblicate separatamente e poi confluite, nell'edizione italiana della Geografia di Tolomeo (Venezia 1548) aggiornata da S. Münster. Il volume comprendeva 60 carte, 26 delle quali erano le tolemaiche tradizionali e 34 le nuove realizzate dal Gastaldi. In breve tempo la sua fama di cartografo si diffuse in Italia e in Europa: divennè il cosmografo ufficiale della Repubblica Veneta. Il Consiglio dei Dieci , su incarico del quale aveva affrescato una sala del Palazzo ducale con le carte dell’Asia e dell’Africa, si riferiva a lui chiamandolo: Mastro Giacomo di Piemonte il nostro Cosmografo. Indiscusso permane il suo apporto alla cartografia italiana: nel 1561 stampò una carta dell’Italia, in cui per la prima volta il profilo delle coste è realizzato facendo riferimento a carte nautiche molto più precise di quelle dei secoli precedenti. Ebbe il grande merito di utilizzare e diffondere nel campo della cartografia la tecnica dell’acquaforte, che consentiva all’incisore di realizzare disegni molto più precisi e nitidi, consentendo una lettura più agevole di esse Quasi tutti i cartografi antecedenti avevano invece usato la tecnica della xilografia, molto meno precisa. Gli furono attribuite centonove carte geografiche, in cui rappresentò praticamente tutto il mondo. Considerato, a torto per lungo tempo un mero discepolo del Ramusio, mentre ad ambedue si deve l'uscita della geografia dal tolemaismo, Gastaldi venne riscoperto dalla geografia dopo l'Unità italiana. Alla fine del XIX secolo A.E. Nordenskjöld lo pose al vertice della cartografia europea cinquecentesca e cinquant'anni dopo l'Almagià, tuttora il suo maggiore studioso, ne ricostruì una valida biografia.

Bibliografia

Fabio Fatichenti, Specificità, fortuna e auctoritas del canone tolemaico p. 70, in Bifolco-Ronca, Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo, Catalogo ragionato delle opera a stampa p. 108.

Giacomo GASTALDI (1500 circa – 1565 circa)

Giacomo Gastaldi nacque, secondo il predicato che accompagna la sua firma nella carta della Spagna del 1544, a Villafranca Piemonte (odierna provincia di Torino), tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo. Sebbene annoverato tra i maggiori cartografi del Cinquecento, le vicende della sua vita sono ignote fino al 1539 quando il suo nome appare per la prima volta in una concessione di privilegio di stampa di un "lunario perpetuo", oggi perduto. All'inizio degli anni '40, doveva essere già noto negli ambienti dotti perché cominciò a lavorare a una serie di carte, dapprima pubblicate separatamente e poi confluite, nell'edizione italiana della Geografia di Tolomeo (Venezia 1548) aggiornata da S. Münster. Il volume comprendeva 60 carte, 26 delle quali erano le tolemaiche tradizionali e 34 le nuove realizzate dal Gastaldi. In breve tempo la sua fama di cartografo si diffuse in Italia e in Europa: divennè il cosmografo ufficiale della Repubblica Veneta. Il Consiglio dei Dieci , su incarico del quale aveva affrescato una sala del Palazzo ducale con le carte dell’Asia e dell’Africa, si riferiva a lui chiamandolo: Mastro Giacomo di Piemonte il nostro Cosmografo. Indiscusso permane il suo apporto alla cartografia italiana: nel 1561 stampò una carta dell’Italia, in cui per la prima volta il profilo delle coste è realizzato facendo riferimento a carte nautiche molto più precise di quelle dei secoli precedenti. Ebbe il grande merito di utilizzare e diffondere nel campo della cartografia la tecnica dell’acquaforte, che consentiva all’incisore di realizzare disegni molto più precisi e nitidi, consentendo una lettura più agevole di esse Quasi tutti i cartografi antecedenti avevano invece usato la tecnica della xilografia, molto meno precisa. Gli furono attribuite centonove carte geografiche, in cui rappresentò praticamente tutto il mondo. Considerato, a torto per lungo tempo un mero discepolo del Ramusio, mentre ad ambedue si deve l'uscita della geografia dal tolemaismo, Gastaldi venne riscoperto dalla geografia dopo l'Unità italiana. Alla fine del XIX secolo A.E. Nordenskjöld lo pose al vertice della cartografia europea cinquecentesca e cinquant'anni dopo l'Almagià, tuttora il suo maggiore studioso, ne ricostruì una valida biografia.