Fiorenza citta nobilissima in Toschana

Riferimento: S13200
Autore Giacomo Filippo FORESTI
Anno: 1490 ca.
Zona: Firenze
Luogo di Stampa: Venezia
Misure: 88 x 67 mm
Non Disponibile

Riferimento: S13200
Autore Giacomo Filippo FORESTI
Anno: 1490 ca.
Zona: Firenze
Luogo di Stampa: Venezia
Misure: 88 x 67 mm
Non Disponibile

Descrizione

Veduta di Firenze Monte Oliveto basata sul modello introdotto da Francesco Rosselli verso la fine del XV secolo., la cosiddetta Veduta della CatenaPagina contenente la veduta della città tratta dal Supplementum chronicarum orbis ab initio mundi.

Giacomo Filippo di Bergamo (1434-1520), della famiglia Foresti, fu eremita agostiniano ed autore anche del Confessionale e del De claris mulieribus.

La sua cronaca fu stampata per la prima volta nel 1483 a Venezia e successivamente aggiornata più volte; complessivamente sono conosciute sei edizioni incunabolo e sei stampate nel ‘500, di cui l’ultima nel 1553. La prima edizione in italiano è stampata a Venezia nel 1535, e da questa è tratta questa pagina.

“La cosiddetta Veduta della Catena, è la prima rappresentazione conosciuta di una intera città, risultato non di una proiezione fantasiosa, ma di una costruzione che, basata sull’osservazione diretta dal vero, si avvale anche della prospettiva. Questa grande silografia, come ha dimostrato Hülsen, deriva dall’opera originale a bulino, su sei lastre di rame, attribuita a Francesco Rosselli, di cui oggi è conservato solo un frammento, raffigurante la campagna in direzione di Fiesole. La copia silografica, attribuita già da Kristeller a Luca Antonio degli Uberti è conservata presso il Gabinetto delle Stampe di Berlino. La silografia con ogni probabilità è stata realizzata nella prima decade del XVI secolo a Venezia, come indicato dal tratteggio a linee parallele nelle zone d’ombra, che si utilizza solo nella prima decade del sec. XVI. Rispetto al modello fiorentino, Lucantonio degli Uberti introduce due elementi innovativi: la figura dell’artista disegnatore, in basso a destra, e il motivo decorativo della catena, chiusa in alto a sinistra da un lucchetto – di qui la denominazione Veduta della Catena - per cui sono state fornite diverse interpretazioni. Il punto di osservazione principale è da sud-ovest, in corrispondenza del campanile della chiesa di Monte Oliveto, ed è stato rialzato per dare maggiore leggibilità alle emergenze architettoniche e al tessuto urbano. Nella veduta l’asse centrale verticale viene fatto coincidere con l’asse della cupola di Santa Maria del Fiore che, simbolo religioso e civile della città, diventa così elemento principale e punto costante di riferimento nella rappresentazione della città stessa. La veduta crea un campo spaziale continuo che non solo mostra gli edifici, ma anche gli spazi aperti, le piazze e anche il corso delle strade di recente realizzazione, e non ancora chiuse dagli edifici che saranno costruiti lungo i loro lati. I monumenti della città sono quindi disposti nella pianta in modo da riflettere le reali relazioni tra di loro. Fuori dalle mura della città, l’immagine restituisce le principali caratteristiche del paesaggio naturale: vista da sud-est, la pianta mostra la città delimitata a nord dalla parete naturale degli Appenini; la valle del Mugnone, attraverso la quale passa la strada che collega la città a Bologna, crea una spettacolare apertura tra le montagne nell’angolo superiore a sinistra. Fiesole e S. Domenico sono rappresentate con un gruppo di edifici sormontati dal toponimo. Il convento di S. Miniato e di S. Francesco segnano le vette che dominano la città da sud. L’Arno attraversa diagonalmente l’immagine tagliando la città in due parti. Dunque, la rappresentazione del paesaggio non è né evocativo né poetico. Questa rappresentazione senza soluzione di continuità tra la città, fulcro dell’immagine, e il paesaggio, risponde sia alla realtà politica, in quanto i territori rappresentati appartengono di fatto allo Stato fiorentino, sia ad un’ambizione pittorica: sia la città che il paesaggio circostante sono concepiti come uno spazio topografico unitario. La veduta riporta il titolo FIORENZA, variante poetica del toponimo che, come sottolinea David Friedman, fa allusione ai concetti di “fiore” e di “fioritura” e viene usata con intento celebrativo, collegata ai concetti di pace e prosperità” (cfr. Bifolco-Ronca, Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo, pp. 2148-2149)


Xilografia, finemente colorata a mano, in ottimo stato di conservazione.

Bibliografia

Cremonini pp. 7/9, 2, 26.

Giacomo Filippo FORESTI (Bergamo 1434 - 1520)

Appartenente alla nobile famiglia dei conti Foresti, Jacopo entro nell'Ordine degli eremitani di S. Agostino, e fu priore a Imola e a Forlì. Uomo di lettere, Jacopo fu autore del Supplementum chronicarum, dedicato "ad Magistraturri bergomensem", fu stampato per la prima volta a Venezia nel 1483 presso Bernardino Benali; a questa seguirono numerose edizioni. Il Supplementum è una sorta di storia generale che si propone di raccogliere in un unico libro le notizie meritevoli di esser tramandate ai posteri, sparse fino a quel momento in disparati testi. La narrazione procede per annate, secondo un rigoroso ordine cronologico: nella prima edizione l'opera constava di quindici libri, nell'edizione del 1503 il Foresti aggiunse un sedicesimo libro contenente gli avvenimenti degli ultimi venti anni.

Bibliografia

Cremonini pp. 7/9, 2, 26.

Giacomo Filippo FORESTI (Bergamo 1434 - 1520)

Appartenente alla nobile famiglia dei conti Foresti, Jacopo entro nell'Ordine degli eremitani di S. Agostino, e fu priore a Imola e a Forlì. Uomo di lettere, Jacopo fu autore del Supplementum chronicarum, dedicato "ad Magistraturri bergomensem", fu stampato per la prima volta a Venezia nel 1483 presso Bernardino Benali; a questa seguirono numerose edizioni. Il Supplementum è una sorta di storia generale che si propone di raccogliere in un unico libro le notizie meritevoli di esser tramandate ai posteri, sparse fino a quel momento in disparati testi. La narrazione procede per annate, secondo un rigoroso ordine cronologico: nella prima edizione l'opera constava di quindici libri, nell'edizione del 1503 il Foresti aggiunse un sedicesimo libro contenente gli avvenimenti degli ultimi venti anni.