Piazza di Pietra

Riferimento: S36351
Autore Felix BENOIST
Anno: 1864 ca.
Zona: Piazza di Pietra
Misure: 292 x 395 mm
1.500,00 €

Riferimento: S36351
Autore Felix BENOIST
Anno: 1864 ca.
Zona: Piazza di Pietra
Misure: 292 x 395 mm
1.500,00 €

Descrizione

Disegno a matita nera, mm 295x397. In basso a destra Temple d’Antonin le Pieux.

Appartiene ad una raccolta di 127 opere rinvenute presso un antiquario francese che, a sua volta, li aveva acquistati dagli eredi dell’editore Henri-Désiré Charpentier (La Rochelle 1805 - Vertou 1882); sono tutti realizzati a matita nera, alcuni presentano dei rialzi a biacca; non recano mai la data e la firma dell’autore, ma solo una breve didascalia relativa ai soggetti rappresentati. I disegni denotano una mano abile ed esperta – in particolar modo nella delineazione degli edifici, delle rovine e delle architetture - che restituisce i monumenti - più o meno celebri - di Roma da punti prospettici interessanti ed inusuali. Il rimando di gran parte dei disegni ad alcune litografie tinte di Felix e Philippe Benoist, pubblicate nell’opera in tre volumi Rome dans san grandeur, è immediatamente apparso chiaro. Il fatto che si tratti di un nutrito gruppo di disegni originali legati alla celebre opera edita da Henri-Désiré Charpentier viene chiaramente suffragato dalla prestigiosa provenienza; si tratta di una parte del fondo eredi di Charpentier, tra cui era stato suddiviso il materiale della famosa bottega calcografica.

La monumentale Rome dans sa grandeur. Vues, monument ancient et modernes venne stampata a Parigi in 3 volumi, nel 1870. La pubblicazione, illustrata da 100 litografie, fu preceduta da una campagna di disegni preparatori, a far data dal 1864 sino al 1869, eseguita soprattutto da Félix Benoist e in parte da Philippe Benoist. Alla vigilia del Concilio Ecumenico Vaticano I, l’11 agosto 1869, Pio IX decretava la realizzazione di una Esposizione romana delle opere d’ogni arte eseguite per il culto cattolico, che venne inaugurata, il 17 febbraio 1870, nel chiostro della Certosa di Santa Maria degli Angeli. In quell’occasione, vennero presentati i tre volumi in folio Rome dans sa grandeur. I volumi, rilegati in modo sfarzoso, con impresso al centro in oro, lo stemma di Pio IX, sono suddivisi in tre sezioni. Il primo volume tratta di Roma antica, il secondo, di Roma cristiana, ed il terzo, dei monumenti e le realizzazioni della Roma moderna. Una visione preziosa della Roma papale alla vigilia della profonda trasformazione di Roma in capitale dell’Italia unita. Un documento che evidenzia la notevole impronta lasciata da Pio IX nella Città Eterna. L’opera rappresenta il capolavoro dell’artista francese, tanto da porre il Benoist tra la schiera dei più grandi artisti di interni e vedute del suo tempo.

I fogli utilizzati per gli studi preliminari sono diversi per dimensione (da 170 mm x 240 ai 490 x 300 mm), per grammatura e anche per gradazione cromatica (dal beige al verde).  Molti dei disegni rappresentano innegabilmente fasi preparatorie diverse – più o meno complete – di alcune litografie tinte che illustrano la magnifica opera, altri delle vignette silografiche inserite nel testo, mentre altri bozzetti non trovano traduzione in stampa. Appartengono a questo secondo gruppo sia schizzi relativi a monumenti e vedute di Roma che ai dintorni: Ostia antica, Grottaferrata, Olevano Romano, Anzio, Nettuno, Velletri e Vicovaro. Ben oltre i confini capitolini sono disegni relativi a Napoli e a Loreto. La suite doveva costituire parte dell’intero fondo, poi disperso, di studi preparatori da cui furono selezionati i cento destinati alla stampa litografica.

Questo disegno corrisponde alla vignetta contenuta nel primo volume, Rome Antique, cap. II, p. 56, che segue la descrizione della voce Temple dit d’Antonin-le-Pieux:

“Nardini et Canina ont demontre, jusqu'à l'évidenet, que les débris connus sous ce nom doivent ètre attribués au temple de Neptune, construit par Agrippa et restauré par Adrien. Ces débris se composent de onze majestueuses colonnes corinthiennes, portant malheureusement des traces d'incendie. Leur hauteur est de 39 pieds et demi et leur diamètre de 4 pieds 2 pouces. Les chapiteaux sont ornes de feuilles d'olivier; ils supportent un magnifique entablement. Ces onze colonnes sont encastrées, depuis le XVII siecle, dans le mur de façade de la Douane. L'entablement fut alors restauré en stuc par Borromini” [Nardini e Canina hanno dimostrato, fino all'evidenza, che i resti conosciuti sotto questo nome devono essere attribuiti al tempio di Nettuno, costruito da Agrippa e restaurato da Adriano. Questi resti sono costituiti da undici maestose colonne corinzie, che purtroppo recano tracce di incendio. L'altezza è di 39 piedi e mezzo e il diametro di 4 piedi e 2 pollici. I capitelli sono decorati con foglie di ulivo e sostengono una magnifica trabeazione. Queste undici colonne sono state incastonate nella parete anteriore della Dogana fin dal XVII secolo. La trabeazione fu poi restaurata in stucco da Borromini] (Rome dans sa grandeur – Rome Antique, cap. II, p. 56).

Il tempio raffigurato è il celebre Hadrianeum o templum Hadriani, progettato da Adriano perché, dopo la sua morte avrebbe dovuto ospitare il culto di lui divus e di sua moglie Vibia Sabina diva (morta e divinizzata nel 136) divinizzati.

Secondo le fonti, sarebbe però stato edificato dal figlio adottivo di lui, nonché suo successore, Antonino Pio, che lo dedicò al padre divinizzato.  In Rome dans sa Grandeur è riportata e sostenuta la tesi erronea di Nardini, sposata già dal Canina, per cui i resti apparterrebbero al tempio di Nettuno costruito da Agrippa (e conosciuto anche come Vipsiano, dal nome della gens Vipsiana di Agrippa) e poi, dopo l’incendio dell’80 d.C., restaurato da Adriano.

Il tempio era costituito da otto colonne sui lati brevi e tredici su quelli lunghi; sorgeva su un alto podio accessibile dal lato est tramite una scalinata. L’architrave, in gran parte di restaurato, presenta una ricca decorazione con palmette e teste leonine. L’interno era formato da semicolonne poggianti su alti zoccoli decorati con rilievi raffiguranti le personificazioni delle Provincie romane. Questi rilievi si trovano oggi nei Musei Capitolini e nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Nel 1695, Carlo Fontana inglobò i resti del tempio nel palazzo della Dogana di Terra, per le merci che arrivavano a Roma via terra. Nel 1831, l'edificio ospitò la sede della Borsa Valori di Roma.

Nel 1873 l'edificio fu acquistato dalla Camera di Commercio che ne fece la sua sede. I lavori di ristrutturazione furono eseguiti da Virginio Vespignani.

Dal 19 maggio 2022 il tempio ha cambiato nome ed è diventato tempio di Vibia Sabina e Adriano, più conforme alla storia e alla funzione originaria del monumento.

La terza foto, solo di repertorio e non in vendita, rappresenta la vignetta silografica inserita nel testo di Rome dans sa grandeur. Vues, monument ancient et modernes, e consente di paragonarla al disegno preparatorio.

Felix BENOIST (1818 - 1896)

Felix Benoist (Saumur, 1818- Nantes, 1896). Da Saumur (Maine- et- Loire), dove era nato il 15 aprile 1818, si trasferì ben preso ad Angers, paese natale della madre. Qui divenne apprendista del pittore di storia e ritrattista Jean- Michel Mercier (Versailles, 1786-Paris,1874) che dal 1831 al 1850 fu conservatore del Museo d’ Angers. La produzione di Félix ha inizio nel 1831 con una tavola che riproduce il castello di La Fléche, edita da Charpentier, ma il suo vero esordio avvenne con l’album pubblicato nel 1843 in cui si rivela come abile disegnatore di Angers pittoresca. Prima del 1850 si trasferì a Nantes, dove risiedette per tutto il resto della sua vita. Lavorò prevalentemente per l’editore Charpentier durante l’arco di quarant’anni. Alternò l’attività di disegnatore dal vero con quella di litografo. Si dedicò ai luoghi di sua elezione intorno a Nantes e la parte ovest della Francia. È del 1850 Nantes et la Loire inférieure disegnata e litografata prevalentemente da Félix con altri collaboratori. Seguì La Normandia illustrata e Monumenti Luoghi e costumi editi nel 1854 in collaborazione con François Hippolyte Lalaisse (Nancy, 1812- Paris,1884). Tra il 1861 e il 1864 vedeva la luce l’edizione Nizza e Savoia con un corredo di 92 cromolitografie. Quindi era la volta di La Bretagna contemporanea in 160 tavole la maggior parte delle quali riconducibili a Benoist e a cui lavorò tra il 1861 e il 1866. In un continuo crescendo, si rese contemporaneamente protagonista di Paris dans sa splendeur edito in 100 tavole, incisioni a cui lavorò tra il 1857 e il 1861. L’opera che lo ha reso celebre fuori dai confini nazionali è senza dubbio la pubblicazione di Rome dans sa grandeur in 100 tavole a cui si dedicò tra il 1864 e il 1869. Per quest’ultima raccolta egli ha fornito la maggior parte dei disegni, tutte le piccole incisioni, oltre che i fregi, molto ben elaborati, ed inseriti nel testo dei tre volumi. Nei primi anni della sua attività si firmava Benoist d’Angers; più tardi Benoist de Nantes, per distinguersi da Philippe Benoist, come lui disegnatore e litografo di paesaggi e di architetture. Félix è stato descritto Plus naif rispetto a Philippe, ma questo non gli rende merito, infatti il confronto tra i due è molto ostico quando le rispettive opere non sono firmate o le firme sono incomplete.

Felix BENOIST (1818 - 1896)

Felix Benoist (Saumur, 1818- Nantes, 1896). Da Saumur (Maine- et- Loire), dove era nato il 15 aprile 1818, si trasferì ben preso ad Angers, paese natale della madre. Qui divenne apprendista del pittore di storia e ritrattista Jean- Michel Mercier (Versailles, 1786-Paris,1874) che dal 1831 al 1850 fu conservatore del Museo d’ Angers. La produzione di Félix ha inizio nel 1831 con una tavola che riproduce il castello di La Fléche, edita da Charpentier, ma il suo vero esordio avvenne con l’album pubblicato nel 1843 in cui si rivela come abile disegnatore di Angers pittoresca. Prima del 1850 si trasferì a Nantes, dove risiedette per tutto il resto della sua vita. Lavorò prevalentemente per l’editore Charpentier durante l’arco di quarant’anni. Alternò l’attività di disegnatore dal vero con quella di litografo. Si dedicò ai luoghi di sua elezione intorno a Nantes e la parte ovest della Francia. È del 1850 Nantes et la Loire inférieure disegnata e litografata prevalentemente da Félix con altri collaboratori. Seguì La Normandia illustrata e Monumenti Luoghi e costumi editi nel 1854 in collaborazione con François Hippolyte Lalaisse (Nancy, 1812- Paris,1884). Tra il 1861 e il 1864 vedeva la luce l’edizione Nizza e Savoia con un corredo di 92 cromolitografie. Quindi era la volta di La Bretagna contemporanea in 160 tavole la maggior parte delle quali riconducibili a Benoist e a cui lavorò tra il 1861 e il 1866. In un continuo crescendo, si rese contemporaneamente protagonista di Paris dans sa splendeur edito in 100 tavole, incisioni a cui lavorò tra il 1857 e il 1861. L’opera che lo ha reso celebre fuori dai confini nazionali è senza dubbio la pubblicazione di Rome dans sa grandeur in 100 tavole a cui si dedicò tra il 1864 e il 1869. Per quest’ultima raccolta egli ha fornito la maggior parte dei disegni, tutte le piccole incisioni, oltre che i fregi, molto ben elaborati, ed inseriti nel testo dei tre volumi. Nei primi anni della sua attività si firmava Benoist d’Angers; più tardi Benoist de Nantes, per distinguersi da Philippe Benoist, come lui disegnatore e litografo di paesaggi e di architetture. Félix è stato descritto Plus naif rispetto a Philippe, ma questo non gli rende merito, infatti il confronto tra i due è molto ostico quando le rispettive opere non sono firmate o le firme sono incomplete.