Nymphée de la Nymphe Egerie pres de St. Sebastien

Riferimento: S36333
Autore Felix BENOIST
Anno: 1864 ca.
Zona: Fonte Egeria
Misure: 468 x 308 mm
1.200,00 €

Riferimento: S36333
Autore Felix BENOIST
Anno: 1864 ca.
Zona: Fonte Egeria
Misure: 468 x 308 mm
1.200,00 €

Descrizione

Disegno a matita nera, mm 468x306, databile al 1864-1869 circa. A destra, in basso, reca la scritta Nimphée dit de la Nimphe Egerie pres de St. Sebastien hors les murs. Al verso altro disegno con scorcio di un palazzo romano, non identificato.

Appartiene ad una raccolta di 127 opere rinvenute presso un antiquario francese che, a sua volta, li aveva acquistati dagli eredi dell’editore Henri-Désiré Charpentier (La Rochelle 1805 - Vertou 1882); sono tutti realizzati a matita nera, alcuni presentano dei rialzi a biacca; non recano mai la data e la firma dell’autore, ma solo una breve didascalia relativa ai soggetti rappresentati. I disegni denotano una mano abile ed esperta – in particolar modo nella delineazione degli edifici, delle rovine e delle architetture - che restituisce i monumenti - più o meno celebri - di Roma da punti prospettici interessanti ed inusuali. Il rimando di gran parte dei disegni ad alcune litografie tinte di Felix e Philippe Benoist, pubblicate nell’opera in tre volumi Rome dans san grandeur, è immediatamente apparso chiaro. Il fatto che si tratti di un nutrito gruppo di disegni originali legati alla celebre opera edita da Henri-Désiré Charpentier viene chiaramente suffragato dalla prestigiosa provenienza; si tratta di una parte del fondo eredi di Charpentier, tra cui era stato suddiviso il materiale della famosa bottega calcografica.

La monumentale Rome dans sa grandeur. Vues, monument ancient et modernes venne stampata a Parigi in 3 volumi, nel 1870. La pubblicazione, illustrata da 100 litografie, fu preceduta da una campagna di disegni preparatori, a far data dal 1864 sino al 1869, eseguita soprattutto da Félix Benoist e in parte da Philippe Benoist. Alla vigilia del Concilio Ecumenico Vaticano I, l’11 agosto 1869, Pio IX decretava la realizzazione di una Esposizione romana delle opere d’ogni arte eseguite per il culto cattolico, che venne inaugurata, il 17 febbraio 1870, nel chiostro della Certosa di Santa Maria degli Angeli. In quell’occasione, vennero presentati i tre volumi in folio Rome dans sa grandeur. I volumi, rilegati in modo sfarzoso, con impresso al centro in oro, lo stemma di Pio IX, sono suddivisi in tre sezioni. Il primo volume tratta di Roma antica, il secondo, di Roma cristiana, ed il terzo, dei monumenti e le realizzazioni della Roma moderna. Una visione preziosa della Roma papale alla vigilia della profonda trasformazione di Roma in capitale dell’Italia unita. Un documento che evidenzia la notevole impronta lasciata da Pio IX nella Città Eterna. L’opera rappresenta il capolavoro dell’artista francese, tanto da porre il Benoist tra la schiera dei più grandi artisti di interni e vedute del suo tempo.

I fogli utilizzati per gli studi preliminari sono diversi per dimensione (da 170 mm x 240 ai 490 x 300 mm), per grammatura e anche per gradazione cromatica (dal beige al verde).  Molti dei disegni rappresentano innegabilmente fasi preparatorie diverse – più o meno complete – di alcune litografie tinte che illustrano la magnifica opera, altri delle vignette silografiche inserite nel testo, mentre altri bozzetti non trovano traduzione in stampa. Appartengono a questo secondo gruppo sia schizzi relativi a monumenti e vedute di Roma che ai dintorni: Ostia antica, Grottaferrata, Olevano Romano, Anzio, Nettuno, Velletri e Vicovaro. Ben oltre i confini capitolini sono disegni relativi a Napoli e a Loreto. La suite doveva costituire parte dell’intero fondo, poi disperso, di studi preparatori da cui furono selezionati i cento destinati alla stampa litografica.

Disegno preparatorio per la vignetta posta alla fine del capitolo V del III volume, p. 25 che mostra il cosiddetto Ninfeo di Egeria.

Nella tradizione antiquaria cinquecentesca si identificava il Ninfeo con la mitica grotta della ninfa Egeria, consigliera e amante di Numa Pompilio. In realtà la fonte e il bosco sacro di Egeria dovevano trovarsi presso Porta Capena, all’inizio della via Appia, mentre il cosiddetto Ninfeo di Egeria, una struttura in laterizio costruita nel II secolo d.C., faceva parte delle vaste proprietà nella valle della Caffarella dell’oratore ateniese Erode Attico. Il ninfeo, tipico delle ricche ville suburbane della Roma antica, evocava una grotta naturale, ed era usato per banchetti e momenti d’ozio nei mesi estivi.
Si conserva un ambiente voltato a botte, con tre nicchie su ogni lato lungo e una, più grande, sul fondo, che ospita una statua in marmo di una divinità fluviale, forse il dio Almone.

Molto evocativa è la descrizione che del Ninfeo di Egeria viene fornita nell’opera: “A moins d'un demi-mille au delà de cette première station, la vallée acquiert tout son charme pittoresque. Cet endroit a été précisément choisi pour y établir une des plus remarquablesnymphées que l'on connaisse. Tout le monde sait que ce nom servait à désigner de petites chapelles souterraines construites dans le voisinage des rivières ou des lacs, en l'honneur des divinités protectrices des eaux. L'entrée en était indiquée par une décoration architecturale,et l'intérieur en était orné comme celui des temples ordinaires. L'abord de la nymphée du vallon de l'Almone s'annonçait par un portique de colonnes, dont il ne reste que la trace. Les ouvrages principaux se sont conservés. C'est une construction en briques et en opus reticulatum, sur laquelle les herbes, les arbrisseaux ont pris la place des marbres et des stucs qui la revêtaient. Elle se continueet tapisse tout l'intérieurde la grotte, en dessinant onze niches, dont la principale, celle du milieu, a conservé sa statue. C'est la representation d'un homme,dans la positionet avec les attributsordinairement assignés aux statues allégoriquesdes fleuves. La divinité honorée en ce lieu était donc très-probablementl'Almone, le dieu de la petite rivière voisine. Les quelques recherches auxquelles on s'est livré sur place, on fait découvrir que la chapelle était dallée en serpentin et que les parois étaient revêtues d'un marbre vert antique avec des ornements de pierres encore pins rares et plus précieuses. Ce petit monument, si poétiquement encadré par un paysage fait pour lui, est un but de promenade que l'on se donnera souvent. Les fraîches impressions, que comporte ce site ravissant, sont bien indiquées dans la jolie vignette que l'on trouvera à la fin de cet article” [A meno di mezzo miglio da questa prima stazione, la valle acquista tutto il suo fascino pittoresco. Questo luogo è stato scelto proprio per ospitare uno dei più notevoli ninfei conosciuti dall'uomo. Tutti sanno che con questo nome si indicavano piccole cappelle sotterranee costruite in prossimità di fiumi o laghi, in onore delle divinità protettrici delle acque. L'ingresso era contrassegnato da decorazioni architettoniche e l'interno era decorato come quello dei templi ordinari. L'ingresso del ninfeo della valle dell'Almone era segnato da un portico di colonne, di cui rimane solo una traccia. Le strutture principali sono sopravvissute. Si tratta di una costruzione in mattoni e opus reticulatum, su cui erbe e arbusti hanno preso il posto dei marmi e degli stucchi che un tempo la ricoprivano. Prosegue e fiancheggia tutto l'interno della grotta, creando undici nicchie, la principale delle quali, al centro, ha conservato la sua statua. Si tratta di una rappresentazione di un uomo, nella posizione e con gli attributi normalmente assegnati alle statue allegoriche dei fiumi. La divinità qui onorata era quindi molto probabilmente Almone, il dio del vicino fiume. Una piccola ricerca effettuata sul posto ha rivelato che la cappella era pavimentata in serpentino e che le pareti erano rivestite di un antico marmo verde con ornamenti di pietre ancora più rare e preziose. Questo piccolo monumento, così poeticamente incorniciato da un paesaggio fatto apposta per lui, è una passeggiata che vale spesso la pena di fare. Le fresche impressioni suscitate da questo delizioso sito sono ben illustrate nella graziosa vignetta alla fine di questo articolo] (Rome dans sa grandeur – Rome Moderne, cap. V, pp. 22-23).

L'ultima foto, solo di repertorio e non in vendita, rappresenta la vignetta silografica inserita nel testo di Rome dans sa grandeur. Vues, monument ancient et modernes, e consente di paragonarla al disegno preparatorio. 

Felix BENOIST (1818 - 1896)

Felix Benoist (Saumur, 1818- Nantes, 1896). Da Saumur (Maine- et- Loire), dove era nato il 15 aprile 1818, si trasferì ben preso ad Angers, paese natale della madre. Qui divenne apprendista del pittore di storia e ritrattista Jean- Michel Mercier (Versailles, 1786-Paris,1874) che dal 1831 al 1850 fu conservatore del Museo d’ Angers. La produzione di Félix ha inizio nel 1831 con una tavola che riproduce il castello di La Fléche, edita da Charpentier, ma il suo vero esordio avvenne con l’album pubblicato nel 1843 in cui si rivela come abile disegnatore di Angers pittoresca. Prima del 1850 si trasferì a Nantes, dove risiedette per tutto il resto della sua vita. Lavorò prevalentemente per l’editore Charpentier durante l’arco di quarant’anni. Alternò l’attività di disegnatore dal vero con quella di litografo. Si dedicò ai luoghi di sua elezione intorno a Nantes e la parte ovest della Francia. È del 1850 Nantes et la Loire inférieure disegnata e litografata prevalentemente da Félix con altri collaboratori. Seguì La Normandia illustrata e Monumenti Luoghi e costumi editi nel 1854 in collaborazione con François Hippolyte Lalaisse (Nancy, 1812- Paris,1884). Tra il 1861 e il 1864 vedeva la luce l’edizione Nizza e Savoia con un corredo di 92 cromolitografie. Quindi era la volta di La Bretagna contemporanea in 160 tavole la maggior parte delle quali riconducibili a Benoist e a cui lavorò tra il 1861 e il 1866. In un continuo crescendo, si rese contemporaneamente protagonista di Paris dans sa splendeur edito in 100 tavole, incisioni a cui lavorò tra il 1857 e il 1861. L’opera che lo ha reso celebre fuori dai confini nazionali è senza dubbio la pubblicazione di Rome dans sa grandeur in 100 tavole a cui si dedicò tra il 1864 e il 1869. Per quest’ultima raccolta egli ha fornito la maggior parte dei disegni, tutte le piccole incisioni, oltre che i fregi, molto ben elaborati, ed inseriti nel testo dei tre volumi. Nei primi anni della sua attività si firmava Benoist d’Angers; più tardi Benoist de Nantes, per distinguersi da Philippe Benoist, come lui disegnatore e litografo di paesaggi e di architetture. Félix è stato descritto Plus naif rispetto a Philippe, ma questo non gli rende merito, infatti il confronto tra i due è molto ostico quando le rispettive opere non sono firmate o le firme sono incomplete.

Felix BENOIST (1818 - 1896)

Felix Benoist (Saumur, 1818- Nantes, 1896). Da Saumur (Maine- et- Loire), dove era nato il 15 aprile 1818, si trasferì ben preso ad Angers, paese natale della madre. Qui divenne apprendista del pittore di storia e ritrattista Jean- Michel Mercier (Versailles, 1786-Paris,1874) che dal 1831 al 1850 fu conservatore del Museo d’ Angers. La produzione di Félix ha inizio nel 1831 con una tavola che riproduce il castello di La Fléche, edita da Charpentier, ma il suo vero esordio avvenne con l’album pubblicato nel 1843 in cui si rivela come abile disegnatore di Angers pittoresca. Prima del 1850 si trasferì a Nantes, dove risiedette per tutto il resto della sua vita. Lavorò prevalentemente per l’editore Charpentier durante l’arco di quarant’anni. Alternò l’attività di disegnatore dal vero con quella di litografo. Si dedicò ai luoghi di sua elezione intorno a Nantes e la parte ovest della Francia. È del 1850 Nantes et la Loire inférieure disegnata e litografata prevalentemente da Félix con altri collaboratori. Seguì La Normandia illustrata e Monumenti Luoghi e costumi editi nel 1854 in collaborazione con François Hippolyte Lalaisse (Nancy, 1812- Paris,1884). Tra il 1861 e il 1864 vedeva la luce l’edizione Nizza e Savoia con un corredo di 92 cromolitografie. Quindi era la volta di La Bretagna contemporanea in 160 tavole la maggior parte delle quali riconducibili a Benoist e a cui lavorò tra il 1861 e il 1866. In un continuo crescendo, si rese contemporaneamente protagonista di Paris dans sa splendeur edito in 100 tavole, incisioni a cui lavorò tra il 1857 e il 1861. L’opera che lo ha reso celebre fuori dai confini nazionali è senza dubbio la pubblicazione di Rome dans sa grandeur in 100 tavole a cui si dedicò tra il 1864 e il 1869. Per quest’ultima raccolta egli ha fornito la maggior parte dei disegni, tutte le piccole incisioni, oltre che i fregi, molto ben elaborati, ed inseriti nel testo dei tre volumi. Nei primi anni della sua attività si firmava Benoist d’Angers; più tardi Benoist de Nantes, per distinguersi da Philippe Benoist, come lui disegnatore e litografo di paesaggi e di architetture. Félix è stato descritto Plus naif rispetto a Philippe, ma questo non gli rende merito, infatti il confronto tra i due è molto ostico quando le rispettive opere non sono firmate o le firme sono incomplete.