Nova Descriptione de la Moscovia per l’ecce.te M. Giacomo gastaldo piemontese Cosmografo. In Venetia Anno M.D.L XII IIII

Riferimento: S29480
Autore Giacomo GASTALDI
Anno: 1602 ca.
Zona: Russia
Luogo di Stampa: Venezia
Misure: 365 x 265 mm
Non Disponibile

Riferimento: S29480
Autore Giacomo GASTALDI
Anno: 1602 ca.
Zona: Russia
Luogo di Stampa: Venezia
Misure: 365 x 265 mm
Non Disponibile

Descrizione

UNICO ESEMAPLARE NOTO con il titolo aggiunto in alto Il Grande Ducado de Moscovia.

Incisione in rame, acquaforte e bulino, 1566, firmata e datata in lastra nel cartiglio al centro. Bellissima prova, impressa su carta vergata coeva con filigrana “corona a 5 punte e stella a 6 punte” (simile a Woodward 264), con ampi margini, in ottimo stato di conservazione.


Esemplare pubblicato per la prima volta in Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, prima sconosciuto ai repertori, nel secondo stato di due, con numerose correzioni nella lastra, e con il titolo aggiunto in alto Il Grande Ducado de Moscovia, databile al 1602.

A destra al centro in una targa Nova Descripcione de la Moscovia per Giacomo gastaldo piamontese Cosmographo in venetia Anno. M.D.LXII IIII. Ferando Berteli exc. Carta di forma trapezioidale e negli spazi ai lati che rimangono vuoti per la forma della carta vengono raffigurati un cavaliere e armi da guerra. Orientazione nei quattro lati al centro con il nome di due venti e due punti cardinali TRAMONTANA, OSTRO, ORIENTE, OCCIDENTE. Carta priva di scala grafica. Graduazione ai margini di grado in grado, va da 46° a 66° lat. e da 50 ° a 90° long. 


"Pochi anni dopo la carta del Forlani-Camocio, a Venezia viene realizzata questa replica, pressochè identica, della carta della Russia. L’opera è sicuramente più diffusa della prima versione. Il secondo stato della lastra, sconosciuto a tutti i repertori consultati, reca il titolo in alto IL GRANDE DVCADO DE MOSCOVIA e l’aggiunta al centro di una città fortificata che presenta il toponimo Smolensco, nome italianizzato di Smolensk: proprio quest’ultima modifica della lastra consente di datarla intorno al 1602. Infatti la città di Smolensk, situata nella Russia europea occidentale, sul fiume Dnepr, subiva continui attacchi da parte di Polonia e Lituania. Per tentarne una difesa, lo Zar Boris Fëdorovič Godunov fece fortificare largamente la città. Le fortificazioni in pietra furono costruite tra il 1597 ed il 1602 ed erano le più grandi mai erette prima d’allora in Russia. Poiché questa edizione della carta raffigura le fortificazioni di Smolensk, essa è databile al 1602 circa, probabilmente stampata dall’erede di Ferrando, Andrea Bertelli, oppure da Donato Rascicotti, che rileva numerose lastre della tipografia Bertelli. Il solo esemplare conosciuto di questa seconda edizione è nella collezione nostra collezione personale" (cfr. Cartografia e topografia italiana del XVI secolo p. 1208).


Bibliografia

S. Bifolco, F. Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, pp. 1208-1209, n. 513 II/II; Meurer (2002): n. 39; Bagrow (1975): p. 69.


Giacomo GASTALDI (1500 circa – 1565 circa)

Giacomo Gastaldi nacque, secondo il predicato che accompagna la sua firma nella carta della Spagna del 1544, a Villafranca Piemonte (odierna provincia di Torino), tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo. Sebbene annoverato tra i maggiori cartografi del Cinquecento, le vicende della sua vita sono ignote fino al 1539 quando il suo nome appare per la prima volta in una concessione di privilegio di stampa di un "lunario perpetuo", oggi perduto. All'inizio degli anni '40, doveva essere già noto negli ambienti dotti perché cominciò a lavorare a una serie di carte, dapprima pubblicate separatamente e poi confluite, nell'edizione italiana della Geografia di Tolomeo (Venezia 1548) aggiornata da S. Münster. Il volume comprendeva 60 carte, 26 delle quali erano le tolemaiche tradizionali e 34 le nuove realizzate dal Gastaldi. In breve tempo la sua fama di cartografo si diffuse in Italia e in Europa: divennè il cosmografo ufficiale della Repubblica Veneta. Il Consiglio dei Dieci , su incarico del quale aveva affrescato una sala del Palazzo ducale con le carte dell’Asia e dell’Africa, si riferiva a lui chiamandolo: Mastro Giacomo di Piemonte il nostro Cosmografo. Indiscusso permane il suo apporto alla cartografia italiana: nel 1561 stampò una carta dell’Italia, in cui per la prima volta il profilo delle coste è realizzato facendo riferimento a carte nautiche molto più precise di quelle dei secoli precedenti. Ebbe il grande merito di utilizzare e diffondere nel campo della cartografia la tecnica dell’acquaforte, che consentiva all’incisore di realizzare disegni molto più precisi e nitidi, consentendo una lettura più agevole di esse Quasi tutti i cartografi antecedenti avevano invece usato la tecnica della xilografia, molto meno precisa. Gli furono attribuite centonove carte geografiche, in cui rappresentò praticamente tutto il mondo. Considerato, a torto per lungo tempo un mero discepolo del Ramusio, mentre ad ambedue si deve l'uscita della geografia dal tolemaismo, Gastaldi venne riscoperto dalla geografia dopo l'Unità italiana. Alla fine del XIX secolo A.E. Nordenskjöld lo pose al vertice della cartografia europea cinquecentesca e cinquant'anni dopo l'Almagià, tuttora il suo maggiore studioso, ne ricostruì una valida biografia.

Giacomo GASTALDI (1500 circa – 1565 circa)

Giacomo Gastaldi nacque, secondo il predicato che accompagna la sua firma nella carta della Spagna del 1544, a Villafranca Piemonte (odierna provincia di Torino), tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo. Sebbene annoverato tra i maggiori cartografi del Cinquecento, le vicende della sua vita sono ignote fino al 1539 quando il suo nome appare per la prima volta in una concessione di privilegio di stampa di un "lunario perpetuo", oggi perduto. All'inizio degli anni '40, doveva essere già noto negli ambienti dotti perché cominciò a lavorare a una serie di carte, dapprima pubblicate separatamente e poi confluite, nell'edizione italiana della Geografia di Tolomeo (Venezia 1548) aggiornata da S. Münster. Il volume comprendeva 60 carte, 26 delle quali erano le tolemaiche tradizionali e 34 le nuove realizzate dal Gastaldi. In breve tempo la sua fama di cartografo si diffuse in Italia e in Europa: divennè il cosmografo ufficiale della Repubblica Veneta. Il Consiglio dei Dieci , su incarico del quale aveva affrescato una sala del Palazzo ducale con le carte dell’Asia e dell’Africa, si riferiva a lui chiamandolo: Mastro Giacomo di Piemonte il nostro Cosmografo. Indiscusso permane il suo apporto alla cartografia italiana: nel 1561 stampò una carta dell’Italia, in cui per la prima volta il profilo delle coste è realizzato facendo riferimento a carte nautiche molto più precise di quelle dei secoli precedenti. Ebbe il grande merito di utilizzare e diffondere nel campo della cartografia la tecnica dell’acquaforte, che consentiva all’incisore di realizzare disegni molto più precisi e nitidi, consentendo una lettura più agevole di esse Quasi tutti i cartografi antecedenti avevano invece usato la tecnica della xilografia, molto meno precisa. Gli furono attribuite centonove carte geografiche, in cui rappresentò praticamente tutto il mondo. Considerato, a torto per lungo tempo un mero discepolo del Ramusio, mentre ad ambedue si deve l'uscita della geografia dal tolemaismo, Gastaldi venne riscoperto dalla geografia dopo l'Unità italiana. Alla fine del XIX secolo A.E. Nordenskjöld lo pose al vertice della cartografia europea cinquecentesca e cinquant'anni dopo l'Almagià, tuttora il suo maggiore studioso, ne ricostruì una valida biografia.