Europam, Sive Celticam Veterem

Riferimento: S46084
Autore Abraham ORTELIUS
Anno: 1595 ca.
Zona: Europa
Luogo di Stampa: Anversa
Misure: 475 x 355 mm
1.000,00 €

Riferimento: S46084
Autore Abraham ORTELIUS
Anno: 1595 ca.
Zona: Europa
Luogo di Stampa: Anversa
Misure: 475 x 355 mm
1.000,00 €

Descrizione

Splendida carta storico-geografica dell’Europa al tempo dei Celti (V-III secolo a.C.), pubblicata nel Parergon di Abraham Ortelius.

Esemplare dalla rara edizione italiana del Theatrum Orbis Terrarum stampata ad Anversa da Jean Baptiste Vrients nel 1608 e quindi nel 1612.

In alto a sinistra il titolo: EVROPAM, SIVE CEL:|TICAM VETEREM, | "sic describere conabar Abrah. Ortelius. In basso a destra, nel cartiglio, il privilegio decennale: CVM | PRIVILE:|GIO DECEN|NALI, IMP. | REGIS ET | BRABANTI:|Æ CANCEL:|LARIÆ. | 1595 | PAX.

Nel cartiglio in basso a sinistra la dedica a Nicolaas Rockox (lat. Nicolaus Roccoxius): CLARISS. D. NICOLAO | ROCCOXIO I.V.L. PATRICIO ANTVERP. | EIVSDEMQ. VRBIS SENATORI, HANC | ANTIQVÆ EVROPÆ, NOVAM TABVLAM, | ABRAH. ORTELIVS DEVOTISSIME DEDICAB.

Nicolaas Rockox (1560-1640), borgomastro di Anversa, amico e mecenate di Peter Paul Rubens. Inoltre, fu un rispettato umanista, antiquario, umanista, numismatico e collezionista d'arte. La sua residenza ad Anversa era un centro di ritrovo per gli umanisti e gli artisti della città e ospitava una vasta collezione di opere d'arte, antichità, oggetti rari e monete. Oggi è un museo noto come Casa Snijders&Rockox.

È possibile che la carta derivi in qualche misura dalla mappa dell’Impero Romano in due fogli dello stesso Ortelius, apparsa nel 1571. Inoltre, si basa su fonti classiche, come Sallustio, Plinio, Erodoto, Strabone e Dionigi.

Il testo al verso è molto ricco di fonti bibliografiche, discute a lungo l'etimologia [errata] della parola Europa e cerca di dimostrare al di là di ogni dubbio che ciò che unisce gli europei è un comune background celtico. I Celti furono un insieme di popoli indoeuropei che, nel periodo di massima espansione (V-III secolo a.C.), erano stanziati in un'ampia area dell'Europa, dalle Isole britanniche fino al bacino del Danubio, oltre ad alcuni insediamenti isolati più a sud, frutto dell'espansione verso le penisole iberica, italica e anatolica. Uniti dalle origini etniche e culturali, dalla condivisione di uno stesso fondo linguistico indoeuropeo e da una medesima visione religiosa, rimasero sempre politicamente frazionati; tra i vari gruppi di popolazioni celtiche si distinguono i Britanni, i Galli, i Pannoni, i Celtiberi e i Galati, stanziati rispettivamente nelle Isole britanniche, nelle Gallie, in Pannonia, in Iberia e in Anatolia.

Circa una decade dopo la pubblicazione del “moderno” Theatrum Orbis Terrarum, Ortelius rispose alle “preghiere di amici e studiosi di storia antica, sacra e profana” e compilò una serie di mappe di soggetto biblico e classico, quasi tutte disegnate da lui. Intitolò l’opera “Parergon theatri”, ovvero “aggiunta, appendice, del Theatrum”, ma al tempo stesso anche complementare al Theatrum: il Paregon theatri forniva per il mondo antico lo stesso materiale che Ortelius aveva fornito per il mondo moderno con il Theatrum: carte geografiche. Lo spirito del Parergon è tutto riassunto nel motto historiae oculus geographia riportato sul frontespizio: la geografia è l’occhio della storia. Le mappe del mondo antico avevano lo scopo di “rendere più chiari gli storici antichi e i poeti”. Le mappe del Paregon sono di tre tipologie: antiche regioni; carte letterarie e carte bibliche.

Come sottolinea Koeman “il Parergon deve essere considerato come lavoro personale di Ortelius. Per quest'opera, infatti, diversamente dal Theatrum, non copiò le mappe di altri cartografi, ma ne disegnò lui stesso di nuove ed originali. Riprese luoghi, regioni e territori delle civiltà classiche illustrandone e spiegandone la storia, una materia molto vicina al suo cuore. Le mappe e le lastre del Parergon devono essere valutate come le più importanti incisioni che rappresentano il diffuso interesse per la geografia classica nel XVI secolo”.

“La carta dell'Europa viene dedicata da Ortelio all'illustre patrizio Nicolao. Roccoxio, senatore della città di Anversa: CLARISS. D. NICOLAO ROCCOXIO I.V.L. PATRICIO ANTVERP. EIUSDEMQ. URBIS SENATORI, HANC ANTIQUAE EUROPAE, NOVAM TABULAM, ABRAH. ORTELIUS DEVOTISSIME DEDICAB. "In quanto dunque pertiene alla sua forma, ella è di varia sorte, come vuol Strabone, & non è isola, anzi quasi isola, quantunque Sileno di Mida per l'adietro cosi la facesse per testimonianza d'Eliano. Imperoche ella, come la tavola dimostra, circuncirca sia dal mare aggirata, senon fu in quella contrada, verso Levante, dove con la grande Asia s'attacca. Ma quivi con quali confini non sono d'un parere gli autori antichi & li moderni..." (p.viij). Plinio, nella Naturalis Historia, la nomina altrice victoris omnium gentium populi (1, 5) e la sua descrizione si sviluppa nei libri III e IV; siccome Plinio concepisce la descrizione del mondo nella forma di un duplice periplo delle terre da lui conosciute, l'Europa è compresa nel primo dei due, che principiando dall'imboccatura settentrionale dello Stretto di Gibilterra, procedendo in senso antiorario, segue le coste europee: Spagna e Francia Mediterranee, l'Italia etc. fino a toccare la Spagna atlantica e il Portogallo per chiudersi con il ritorno alla stretto di Gibilterra. La carta presenta delle caratteristiche molto interessanti, vi è stato disegnato il reticolato geografico, la latitudine è compresa dal 27° 30' fino ai 73° N e la longitudine dai 360° ai 349° O e da 0° ai 124° E. Ovviamente il meridiano inziale, come in tutto il mondo antico e parte di quello moderno, principia alle Isole Fortunate, ma in questo caso le isole sono state disegnate non presso la costa ovest africana, ma l'autore le pone a nord delle isole britanniche e vi si legge: Fortunate insulae, sive Beatorum, quæ et Glessaria, item Electrides (citazione Pliniana). Ancora più a nord, nell'estrema sinistra vi è il disegno stilizzato di un'isola che reca la seguente scritta: INSULA QUE HACTEUS FALSO THULE CREDITA FUIT. Il toponimo Thule riporta immediatamente ai versi della Medea di Seneca che cita Thule come non ultima zona della terra, e che è stato preso come un presagio della scoperta dell'America: Nec sit terris ultima Thule. In questa tavola il toponimo Thule è stato posto da Ortelio nella penisola scandinava” (cfr. Simonetta Conti in Associazione “Roberto Almagià”, Plinio, Guida e mito delle scoperte geografiche, Il Parergon di Ortelio, conoscenza geo-storica del mondo antico (2023), pp. 60-61, n. 7).

Esemplare con magnifica coloritura coeva, carta leggermente brunita, per il resto in ottimo stato di conservazione.

Bibliografia

Cfr. L. Bagrow, A. Ortelli Catalogus Cartographorum; cfr. C. Koeman, Atlantes Neerlandici; Peter H. Meurer, Fontes Cartographici Orteliani, n. 26p; M. Van den Broecke, Ortelius Atlas Maps, n. 189; Van der Krogt, Koeman’s Atantes Neerlandici: 1000H:31.

Abraham ORTELIUS (1528 - 1598)

Abraham Ortel, più noto come Ortelius, nacque ad Anversa nel 1528, e qui avviò un’attività come commerciante di libri e “pittore di mappe”. Viaggiò molto, specialmente per recarsi alle gradi fiere librarie, stabilendo contatti professionali e amichevoli con altri cartografi europei dai quali derivò la sua collezione di mappe. Punto cruciale nella sua carriera fu il 1564, con la pubblicazione della Mappa del Mondo in otto fogli, di cui si conosce solo una copia. Nel 1570 pubblicò, in una stessa scala, la sua collezione di mappe sotto il titolo di Theatrum Orbis Terrarum, opera che di fatto costituì il primo esempio di atlante sistematico, sebbene il termine stesso verrà usato per la prima volta da Mercator venti anni più tardi. Il Theatrum, le cui mappe furono elegantemente incise per lo più da Frans Hogenberg, ottenne un successo immediato e conobbe ben 42 edizioni in varie lingue fino a quella definitiva del 1612, inclusa l’Appendix, pubblicata di tanto in tanto, con le ultime scoperte dell’epoca. Ortelius fu anche il primo a citare le sue fonti menzionando i nomi dei cartografi. Inoltre compilò una serie di mappe storiche col titolo Parergon Theatri. L’opera, contenente anche una riproduzione della Tabula Peutingeriana, edito per la prima volta nel 1579, fu pubblicata sia separatamente sia come parte integrante del Theatrum.

Abraham ORTELIUS (1528 - 1598)

Abraham Ortel, più noto come Ortelius, nacque ad Anversa nel 1528, e qui avviò un’attività come commerciante di libri e “pittore di mappe”. Viaggiò molto, specialmente per recarsi alle gradi fiere librarie, stabilendo contatti professionali e amichevoli con altri cartografi europei dai quali derivò la sua collezione di mappe. Punto cruciale nella sua carriera fu il 1564, con la pubblicazione della Mappa del Mondo in otto fogli, di cui si conosce solo una copia. Nel 1570 pubblicò, in una stessa scala, la sua collezione di mappe sotto il titolo di Theatrum Orbis Terrarum, opera che di fatto costituì il primo esempio di atlante sistematico, sebbene il termine stesso verrà usato per la prima volta da Mercator venti anni più tardi. Il Theatrum, le cui mappe furono elegantemente incise per lo più da Frans Hogenberg, ottenne un successo immediato e conobbe ben 42 edizioni in varie lingue fino a quella definitiva del 1612, inclusa l’Appendix, pubblicata di tanto in tanto, con le ultime scoperte dell’epoca. Ortelius fu anche il primo a citare le sue fonti menzionando i nomi dei cartografi. Inoltre compilò una serie di mappe storiche col titolo Parergon Theatri. L’opera, contenente anche una riproduzione della Tabula Peutingeriana, edito per la prima volta nel 1579, fu pubblicata sia separatamente sia come parte integrante del Theatrum.