Europae

Riferimento: S39308
Autore Giovanni ORLANDI
Anno: 1609 ca.
Zona: Europa
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 495 x 370 mm
5.000,00 €

Riferimento: S39308
Autore Giovanni ORLANDI
Anno: 1609 ca.
Zona: Europa
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 495 x 370 mm
5.000,00 €

Descrizione

Nel cartiglio in basso a destra troviamo il titolo: EUROPAE La principale delle quatro parti del Mondo si è L’Europa la quale è meravigliosame[n]te acconcia all’habitatione de gli huominj; perche è tutta habitabile; eccettuate alcune poche particelle Settentrionali. Questa avanza di gran lunga le altre partj in clemenza di cielo, di fertilità, di natural temperie, di coppia, di qualità, essendo più amena, e più habitata di ciascuna delle altre, oltre a cio i piu adornata de bellissime città, di castelli, di terre, di fortezze, e abondevole d’ogni sorte di nutrimento de l’huomo. Da questa a[n]chora scaturiscono con grandissima abondanza molte acque, si calde come fresche, et altre, che discacciano diverse malatie, ben è vero che non ha le Spetiarie ne meno copia di cose odorifere, le quai tutte qua sono portata d’Asia e no[n] dimeno è copiosa d’oro d’Argento, e d’altri metalli e di belliss.me vene di pietre, e di tutte le sotterrene cose.

In basso a sinistra sono rappresentate le scale grafiche: la Scala delle Miglia. Tedesche (150 miglia), Francese (225) e Italiane (650) tutte pari a 68 mm. Ai lati delle scale grafiche si legge: Cavata dal Teatro del Ortelio (a sinistra) e l’imprint editoriale Henric.s van Schoel formis Romae 1609 (a destra). Nel cartiglio a sinistra, sormontato dal blasone di famiglia, troviamo la dedica: Per Ill.ri Domino Clementi Bartolo Patricio Urbinati Virtutum omniu[m] amatori Tibi adictiss.s Servus Ioannes Orlandus .D. Nella parte destra della tavola è incisa una didascalia che fornisce notizie di carattere geografico: La parte Settentrionale e incomodamente habitata, si per il gran freddo, come per la infertilità da esso causata, et anchora per l’incomodo lume del Sole, perché gli habitatori hanno il sole molto discosto da loro Zenite Secondo che sono più ò meno vicini al polo. Nella Isla[n]dia Groenlandia, Finmarchia, Lap[p]onia, et altre; hanno per sino 2 e 3 mesi il maggiore giorno del a[n]no; come ancho ugualm.te il verno la maggior notte, et il verno dura 8 e 9 mesi questa parte non produce vino, ne formento, onde i popoli vivono di pesce, e di pane fatto di pesce secchi e pesti; mescolati con un poco di biada, a loro portata d’altronde.

Carta priva di orientazione. Graduazione ai margini di grado in grado, da 25° a 74° 15’ di latitudine e da 8° 40’ a 81° (318° 30’ ovest a 125° est il margine alto) di longitudine.

Acquaforte e bulino, impressa su carta vergata coeva priva di filigrana, con margini, tracce di colla al verso e piccole ossidazione nel Mar Tirreno, per il resto in ottimo stato di conservazione.

Esemplare del secondo stato di due, con l’indirizzo di Hendrick van Schoel, l’unico conosciuto. Non sono note, infatti, prove con l’indirizzo di Giovanni Orlandi.

“Carta del continente europeo conosciuta solo attraverso gli esemplari firmati dall’editore fiammingo Hendrick van Schoel. Dal punto di vista geografico, come esplicitamente dichiarato nella tavola accanto alla scala grafica, la carta è Cavata dal Teatro del Ortelio, ovvero una fedele derivazione della carta di Abraham Ortelius contenuta nel Theatrum Orbis Terrarum, per la prima volta pubblicato ad Anversa nel 1570. Più esattamente possiamo considerarla come una fedele replica romana della mappa edita da Matteo Florimi a Siena nel 1600 circa. Come sopra riportato, siamo a conoscenza solo di prove che recano l’imprint Henric.s van Schoel formis Romae 1609. Tuttavia, sono chiarissime le abrasioni e la correzione nella data che permettono di congetturare l’esistenza di uno stato anteriore edito da Giovanni Orlandi, probabilmente con la data del 1602, consueta per le sue pubblicazioni” (cfr. S. Bifolco – F. Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, p. 682). Tuttavia, esiste anche la possibilità che la data 1609 sia quella originale della carta, in quanto è documentato che Giovanni Orlandi cedette la propria tipografia romana a Hendrick van Schoel, prima di trasferirsi a Napoli nel 1614. L’edizione van Schoel, pertanto, è databile al 1614 circa.

La carta è rarissima; sono noti solo altri tre esemplari istituzionali, conservati a Londra, British Library, a Malta, National Library, e a alla Biblioteca Corsiniana di Roma.

Bibliografia

S. Bifolco – F. Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, p. 682, n. 225, II/II; Ganado (1994): II, n. 139; Valerio (2018): f. 55; Van der Heijden (1992): p. 12.

Giovanni ORLANDI (Attivo 1590 -1640)

Giovanni Orlandi, editore, mercante e stampatore avviò la sua attività a Roma, con una bottega al Pasquino, nell’ultimo decennio del XVI secolo. Orlandi entrò in possesso di numerosi rami appartenenti a Giacomo Gherardi, già appartenuti al Lafréry prima e al Duchet poi, infatti in molte carte accanto alla firma del Duchet appare anche quella di Orlandi. Probabilmente alcune di queste lastre furono ritoccate dall’Orlandi essendo anch’egli incisore. La sua attività di mercante e stampatore si svolse dal 1590 al 1640, anni in cui pubblicò Venationum Imagines di Antonio Tempesta (1598) e, nel 1600, la Carta di Ancona di Giacomo Fontana del 1556, il cui rame successivamente passò al Duchet. Il 1602 fu sicuramente l’anno di maggior impiego per l’Orlandi, in quanto pubblicò numerose stampe e carte geografiche, in cui era presente la scritta “Ioannes Orlandi Formis Romae 1602” : la Sicilia edita dal Luchino nel 1558, la Lombardia del Gastaldi, la cui edizione romana venne stampata da Lafréry nel 1570, una carta del Senese, una carta del territorio di Roma pubblicata già dal Duchet, La città di Napoli Gentile pubblicata anch’essa dal Duchet nel 1585. Della sua attività di incisore è la pianta di Genova del 1637. Diverse delle sue opere vennero in seguito inserite nelle più tarde edizioni dello Speculum. Fino al 1629 l’Orlandi soggiornò a Napoli pubblicando numerose vedute della città tra cui Fidelissimae urbis neapolitanae…1627 di Alessandra Baratta incisa da Nicolas Perry.

Giovanni ORLANDI (Attivo 1590 -1640)

Giovanni Orlandi, editore, mercante e stampatore avviò la sua attività a Roma, con una bottega al Pasquino, nell’ultimo decennio del XVI secolo. Orlandi entrò in possesso di numerosi rami appartenenti a Giacomo Gherardi, già appartenuti al Lafréry prima e al Duchet poi, infatti in molte carte accanto alla firma del Duchet appare anche quella di Orlandi. Probabilmente alcune di queste lastre furono ritoccate dall’Orlandi essendo anch’egli incisore. La sua attività di mercante e stampatore si svolse dal 1590 al 1640, anni in cui pubblicò Venationum Imagines di Antonio Tempesta (1598) e, nel 1600, la Carta di Ancona di Giacomo Fontana del 1556, il cui rame successivamente passò al Duchet. Il 1602 fu sicuramente l’anno di maggior impiego per l’Orlandi, in quanto pubblicò numerose stampe e carte geografiche, in cui era presente la scritta “Ioannes Orlandi Formis Romae 1602” : la Sicilia edita dal Luchino nel 1558, la Lombardia del Gastaldi, la cui edizione romana venne stampata da Lafréry nel 1570, una carta del Senese, una carta del territorio di Roma pubblicata già dal Duchet, La città di Napoli Gentile pubblicata anch’essa dal Duchet nel 1585. Della sua attività di incisore è la pianta di Genova del 1637. Diverse delle sue opere vennero in seguito inserite nelle più tarde edizioni dello Speculum. Fino al 1629 l’Orlandi soggiornò a Napoli pubblicando numerose vedute della città tra cui Fidelissimae urbis neapolitanae…1627 di Alessandra Baratta incisa da Nicolas Perry.