La Magnifica Citta di Brescia

Riferimento: S42535
Autore Giovanni ORLANDI
Anno: 1614 ca.
Zona: Brescia
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 523 x 325 mm
5.500,00 €

Riferimento: S42535
Autore Giovanni ORLANDI
Anno: 1614 ca.
Zona: Brescia
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 523 x 325 mm
5.500,00 €

Descrizione

In alto, nel riquadro a destra, il titolo: LA MAGNIFICA CITTA’ DI BRESCIA Brescia città nobiliss.a frà l’altre della bell’Italia, siede nella Lo[m]bardia di là dal Pò, già Gallia Transpadana; sono discordi gli auttori antichi circa l’edificatione, et denominatione di lei, perché alcuni ad Hercole, altri a Brinome che da se così la chiamò, alcuni a Troiani quali dopo la vittoria havuta di Turno quivi passando la fabricorno, nominandola Altilia, altri a Thrace che Thracia et altri a i Galli Cenomani seguaci di Brenno quali addimandaronla Brescia l’attribuiscono: consentono i moderni che Brescia s’appelli dalla parola Brithe che vuol dire Albero che s’allegri per il peso dè suoi frutti alludendo alla fertilità del terreno, et felicità del clima suo ch’è sottoposto allo Scorpione, Ella ricevè la fede dalle predicationi di S. Appollinare discepolo di S. Pietro, stette sotto l’i[m]perio Romano sin che durò la m.ca di lui, poscia fatta soggetta de Gothi quali la distrussero, passò sotto ai Franzesi dà quali per mano di Namo hebbe qual famoso Oriflam[m]a che sin al di d’hoggi con tanta veneratione ella conserva; Acquistata indi la libertà la perde poi sotto a Scaligeri, et Visconti. Datasi in fine al Senato Venetiano, con tanta felicità sotto di lui si riposa, che colma d’arti et di richezze, non sembia haver patito mal’alcuno giamai; E’ la città ripiena di famosa nobiltà et di popolo industrioso, ornata di superbi edificij, tra quali un Castello insepugnabile et un sontuoso palazzo publico, abondanta di tutte le cose necessarie a l’uso humano. Hà partorito in ogni tempo huomini illustri in santità, così nelle lettere et nell’armi. E’ irrigata da chiariss.e acque, oltre il fiume della Garza che scorre[n]do p[er] lei bagna fecondamente i suoi campi. Il Territorio suo è fertilissimo. Ha molti Laghi, et miniere di ferro, et di Rame da quali cava utile grandiss.o, E’ inso[m]ma il sudetto territorio di longhezza di miglia cento, et di larghezza miglia cinquanta, ripieno di molti Laghi, Monti, Colli, Valli, contrade, Ville, et Castelli, habitate da popoli industriosi sparse in esso che pochi territorij delle molte città d’Italia possono entrar seco a paragone. A sinistra: ADMONDUM EXCELL.TI PHILOSOPHIAE MEDICINEO DOCTORI D. PETRO DE BRESSANIS. Io Orlandus dicavit. In basso al centro, troviamo l’imprint editoriale Henricus Van schoel. for. Lungo il bordo a sinistra una legenda numerica disposta su quattordici colonne di 134 rimandi a luoghi e monumenti notabili. Orientazione nei quattro lati al centro con il nome dei venti TRAMONTANA, MEZODI, LEVANTE, PONENTE, il nord in alto.

Rarissima e importante pianta della città di Brescia, derivazione dell’opera di Donato Rascicotti edita nel 1599 (cfr. Fontanella-Nova, Piante e vedute a stampa di Brescia, 2009, pp. 26-27, n. 8), pubblicata a Roma da Giovanni Orlandi nel 1608. Dal punto di vista cartografico non vi sono cambiamenti; in sostanza si tratta di una replica destinata al mercato calcografico romano.

“La pianta, molto ben curata, riporta in alto a destra il titolo La Magnifica Città di Brescia e 26 righe di legenda. In alto a sinistra, invece, compare la dedica dell’Orlandi al dottore in medicina e filosofo Pietro de Brescianis. […] La pianta, realizzata con la tecnica dell’acquaforte, deriva da quella pubblicata dal Rascicotti e fu inserita ad impreziosire anche altre opere geografiche e cartografiche come il Theatrum praecipuarum totius mundi urbium (1618) ed alcune edizioni illustrate da Enricus van Schoel” (cfr. Fontanella-Nova, ibid. p. 37, n. 14).

Tuttavia, ci sentiamo di dissentire totalmente; si può affermare con assoluta certezza che la pianta di Orlandi non venne mai inserita in nessuna pubblicazione, tantomeno in fantomatiche edizioni del fiammingo Hendrick van Schoel. 

Nel 1614, con il trasferimento di Orlandi a Napoli, la matrice fu ceduta a Van Schoel, che la ristampa, sempre come singola pubblicazione. La ristampa, come la quasi totalità delle matrici acquisite da Giovanni Orlandi, vede il nuovo l’imprint inciso sopra il precedente abraso; si legge Henricus Van schoel. for. Nel catalogo della tipografia del fiammingo, redatto il 27 luglio 1622 dopo la morte dell’editore, le opere di cartografia descritte sotto un’unica voce: “Cosmografia pezzi numero 80.ottanta”. Le lastre vennero poi cedute a Francesco de Paoli, come documentato dall’inventario della vendita del 2 novembre 1633. Possibile quindi l’esistenza di un’ulteriore stesura della lastra, della quale tuttavia non abbiamo riscontrato esemplari.

Acquaforte e bulino, 1607, impressa su carta vergata coeva, con margini, in perfetto stato si conservazione. Esemplare nel secondo stato di due, con l’imprint di Van Schoel, databile al 1614 circa.

Bibliografia

Bonasera (1980): pp. 83-4, n. 6; Fontanella-Nova (2009): pp. 37-39, n. 14; Ganado (1994): p. 212, n. 42; Mangani (2018): p. 19, pp. 42-43, n. 1.

Giovanni ORLANDI (Attivo 1590 -1640)

Giovanni Orlandi, editore, mercante e stampatore avviò la sua attività a Roma, con una bottega al Pasquino, nell’ultimo decennio del XVI secolo. Orlandi entrò in possesso di numerosi rami appartenenti a Giacomo Gherardi, già appartenuti al Lafréry prima e al Duchet poi, infatti in molte carte accanto alla firma del Duchet appare anche quella di Orlandi. Probabilmente alcune di queste lastre furono ritoccate dall’Orlandi essendo anch’egli incisore. La sua attività di mercante e stampatore si svolse dal 1590 al 1640, anni in cui pubblicò Venationum Imagines di Antonio Tempesta (1598) e, nel 1600, la Carta di Ancona di Giacomo Fontana del 1556, il cui rame successivamente passò al Duchet. Il 1602 fu sicuramente l’anno di maggior impiego per l’Orlandi, in quanto pubblicò numerose stampe e carte geografiche, in cui era presente la scritta “Ioannes Orlandi Formis Romae 1602” : la Sicilia edita dal Luchino nel 1558, la Lombardia del Gastaldi, la cui edizione romana venne stampata da Lafréry nel 1570, una carta del Senese, una carta del territorio di Roma pubblicata già dal Duchet, La città di Napoli Gentile pubblicata anch’essa dal Duchet nel 1585. Della sua attività di incisore è la pianta di Genova del 1637. Diverse delle sue opere vennero in seguito inserite nelle più tarde edizioni dello Speculum. Fino al 1629 l’Orlandi soggiornò a Napoli pubblicando numerose vedute della città tra cui Fidelissimae urbis neapolitanae…1627 di Alessandra Baratta incisa da Nicolas Perry.

Giovanni ORLANDI (Attivo 1590 -1640)

Giovanni Orlandi, editore, mercante e stampatore avviò la sua attività a Roma, con una bottega al Pasquino, nell’ultimo decennio del XVI secolo. Orlandi entrò in possesso di numerosi rami appartenenti a Giacomo Gherardi, già appartenuti al Lafréry prima e al Duchet poi, infatti in molte carte accanto alla firma del Duchet appare anche quella di Orlandi. Probabilmente alcune di queste lastre furono ritoccate dall’Orlandi essendo anch’egli incisore. La sua attività di mercante e stampatore si svolse dal 1590 al 1640, anni in cui pubblicò Venationum Imagines di Antonio Tempesta (1598) e, nel 1600, la Carta di Ancona di Giacomo Fontana del 1556, il cui rame successivamente passò al Duchet. Il 1602 fu sicuramente l’anno di maggior impiego per l’Orlandi, in quanto pubblicò numerose stampe e carte geografiche, in cui era presente la scritta “Ioannes Orlandi Formis Romae 1602” : la Sicilia edita dal Luchino nel 1558, la Lombardia del Gastaldi, la cui edizione romana venne stampata da Lafréry nel 1570, una carta del Senese, una carta del territorio di Roma pubblicata già dal Duchet, La città di Napoli Gentile pubblicata anch’essa dal Duchet nel 1585. Della sua attività di incisore è la pianta di Genova del 1637. Diverse delle sue opere vennero in seguito inserite nelle più tarde edizioni dello Speculum. Fino al 1629 l’Orlandi soggiornò a Napoli pubblicando numerose vedute della città tra cui Fidelissimae urbis neapolitanae…1627 di Alessandra Baratta incisa da Nicolas Perry.