Ferrara

Riferimento: S41915
Autore Girolamo DINOVO
Anno: 1598 ca.
Zona: Ferrara
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 525 x 400 mm
2.800,00 €

Riferimento: S41915
Autore Girolamo DINOVO
Anno: 1598 ca.
Zona: Ferrara
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 525 x 400 mm
2.800,00 €

Descrizione

In alto a destra, in un cartiglio, troviamo il titolo: FERRARA. Nell’angolo superiore sinistro è rappresentato lo stemma di Clemente VIII. In basso a sinistra, in un cartiglio a forma di basamento di colonna, la dedica: All’ill.mo e Rever mo Sig re e Pat ne Col mo il S r Cardi le S giorgio Grande e la virtu del disengno Poiche puo Rappresentarci Avanti a gli occhi anco le cose lo[n]tane con la forza sua mi trovo haver Ritratto La cita di Ferrara Ricuperata hoggi felicimente da N.S. Clemente Ottavo A.S. chiesa onde per segno de la devotion mia la Dedico A. V.S. ill ma scusandomi della Piccolezza del doNo e pregandolae Prosperita Conforme a suoi Nobilissimi pensieri in Roma a di 29 di Gennaro 1598 D.V.S, ill ma e Rever ma Devoti mo et humil mo servitore Gerolamo dinovo. A destra del basamento si legge: La ciTa di Ferrara è situata per latitudine G di 43 Per longitudine Gradi 33 Rivista dil S.Gioseppe Capocacia.

Pianta prospettica della città incisa da Girolamo Dinovo e, come dichiarato nella tavola, “rivista” da Giuseppe Capocaccia. Si tratta della più antica rappresentazione prospettica di Ferrara dalla quale derivano tutte le successive fino al nuovo rilievo di Andrea Bolzoni (1647). 

La pianta fu realizzata in occasione della devoluzione del ducato di Ferrara alla S. Sede, nel gennaio del 1598; in alto a sinistra reca, infatti, lo stemma di papa Clemente VIII, al secolo Ippolito Aldobrandini, celebrato per aver recuperato il ducato allo Stato pontifico. In basso a destra, la dedica al cardinale Giovanni Francesco Blandrate di S. Giorgio.Il primo stato della lastra, avanti l’indirizzo dell’Orlandi e la data 1602, è sconosciuto a tutti i repertori consultati sulla città di Ferrara; ne consegue che la tavola successiva, di Matteo Florimi, che è una chiara e puntuale derivazione di questa, ne venga considerata il prototipo.

Benevolo, nel descrivere la copia del Florimi, sottolinea che l’orientamento è scelto in modo tale che la città medievale, con l’asse est-ovest rettificato e disposto in orizzontale, serva da basamento alla città moderna, l’Addizione Erculea. La proiezione obliqua, aumentando la scala degli edifici più densi in primo piano e diminuendo quella degli edifici più radi nello sfondo, rende prospetticamente uniformi le due zone, e presenta l’immagine di una città unitaria, sebbene non riproduca fedelmente la realtà. Il fiume che corre nella parte inferiore, è solo uno dei bracci secondari del Po, che in questo punto si bifora per perdersi nelle valli costiere; ma nell’alto medioevo era uno dei bracci principali, e lungo il suo argine si è formato il primo nucleo della città. La lastra, stampata a Roma come enunciato nel cartiglio, non reca indicazioni editoriali. Probabilmente fu edita da Giacomo Gherardi, erede e successore della calcografia di Claudio Duchetti. Che la lastra fosse appartenuta al Gherardi è dimostrato dalla presenza dell’opera nel catalogo della vedova dell’editore, Quintilia Lucidi, del 17-19 ottobre 1598 (n. 424 descritta come “la Citta di Ferrara”). La matrice venne acquisita, nel 1602, da Giovanni Orlandi che la ristampò inalterata con la sola aggiunta del proprio imprint. Nel 1614, con il trasferimento di Orlandi a Napoli, la matrice fu ceduta a Hendrick van Schoel.

 

Giuseppe Capocaccia è forse da identificarsi con il matematico e ingegnere militare di Senigallia che lavorò al servizio di Filippo IV. Girolamo Dinovo o Di Novo, cartografo attivo nel XVI secolo, conosciuto per la carta senza titolo raffigurante il territorio di Ferrara. Del Dinovo, Almagià (1922, p. 25) cita anche una pianta di Ferrara edita a Roma nel 1598. Giacomo Gherardi è stampatore, tipografo e editore originario di Carmagnola, in Piemonte. Attivo a Roma, lavorò per Lorenzo Vaccari e poi per Claudio Duchetti. Nel 1589 fu descritto come “dominus lacobus Gerardus venditor imaginum nella regione Parionis”. La sorella di Gherardi, Margherita, sposò Claudio Duchetti. Dopo la morte di Claudio, nel 1585, Gherardi avrebbe dovuto gestire l’attività della stamperia finché il figlio di Duchetti non avesse compiuto i 18 anni; se il bambino fosse morto Gherardi avrebbe ereditato il tutto. Tuttavia, la produzione degli Eredi Duchetti fu brevissima, infatti Giacomo Gherardi morì tra il 1593 e il 1594, mentre Margherita era già morta da tempo. L’inventario dell’eredità Gherardi fu compilato tra 17 e il 26 febbraio 1594 (Ehrle). Huelsen fa notare che Gherardi fece ben poco per ampliare l’attività. La vedova di Gherardi, Quintilia Lucidi, cedette il fondo calcografico a Giovanni Orlandi nel 1602.

Esemplare nel secondo stato di due, con l’imprint di Giovanni Orlandi e la data 1602. Del primo stato è conosciuto un solo esemplare alla Newberry Library di Chicago (cfr. Bifolco-Ronca p. 2144). 

Acquaforte e bulino, impressa su carta vergata coeva, con margini in alto e in basso, irregolarmente rifilata al rame ai lati, in perfetto stato di conservazione. Opera rarissima.

 

Bibliografia

Bifolco-Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, tav. 1091, II/II; Bonasera (1979): p. 84, n. 7; Alberghini (2008): p. 167; Benevolo (1969): pp. 53-55; Bonasera (1965): n. 30; Pagani (2012): p. 82.

Girolamo DINOVO(attivo a Roma fine XVI secolo)

Girolamo DINOVO(attivo a Roma fine XVI secolo)