Peregrinationis Divi Pauli Typus Corographicus

Riferimento: S46081
Autore Abraham ORTELIUS
Anno: 1579 ca.
Zona: Mediterraneo orientale
Luogo di Stampa: Anversa
Misure: 500 x 350 mm
Non Disponibile

Riferimento: S46081
Autore Abraham ORTELIUS
Anno: 1579 ca.
Zona: Mediterraneo orientale
Luogo di Stampa: Anversa
Misure: 500 x 350 mm
Non Disponibile

Descrizione

Magnifica mappa raffigurante la notevole estensione dei viaggi di San Paolo, che hanno attraversato la metà del mondo romano. È raffigurata la metà orientale del Mar Mediterraneo e la mappa si spinge a est fino a Babilonia. Tutte le città in cui si pensa che Paolo abbia viaggiato sono segnate sulla mappa.

Splendida carta storico-geografica pubblicata nel Parergon di Abraham Ortelius.

Esemplare dalla rara edizione italiana del Theatrum Orbis Terrarum stampata ad Anversa da Jean Baptiste Vrients nel 1608 e quindi nel 1612.

In alto al centro il titolo: PEREGRINATIONIS DIVI PAVLI | TYPVS COROGRAPHICVS. | In quo et novi testamenti, in primis autem apostolorum historiae, | à Sancto Luca descriptæ, omnia ferè loca geogra:|phica, oculis inspicienda, exhibentur. Nell’angolo inferiore destro della mappa: Cum priuilegio Imp. | et Regiæ Maiestatis. Nell’angolo inferiore sinistro della mappa: Abraham Ortelius describebat 1579.

Nel cartiglio inferiore: QVONIAM IGITVR SCIMVS ET PERSVASVM HABEMVS, QVOD QVAMDIV IN CORPORE HABITAMVS, PEREGRINAMVR A DOMINO; PER | FIDEM ENIM AMBVLAMVS, ET NON PER VISVM; PROPTEREA CONFIDIMVS ET PEROPTAMVS PEREGRINARI A CORPORE, ET ES:|SE APVD DOMINVM NOSTRVM. SATAGIMVS AVTEM SIVE PEREGRINI SVMVS, SIVE INCOLÆ, VT ILLI PLACEAMVS. "2. Corinth.5".

Il medaglione in alto a sinistra mostra la conversione di Saulo sulla via di Damasco (Atti 9:1-9). Dio appare tra le nuvole e gli indirizza dei raggi di luce. Accecato, Saulo cade da cavallo e viene aiutato a rimettersi in piedi. Sullo sfondo a destra, due uomini conducono Saulo accecato a Damasco, che si intravede sullo sfondo. Il medaglione in alto a destra mostra il naufragio di Paolo sulla costa di Malta (Atti 27, 39-44). Vuylsteke (1984, Vol. 1, p. 132) non avendo individuato il modello iconografico per queste scene, suggerisce che potrebbero essere state disegnate da Ortelius stesso.

Questa carta è stata realizzata da Ortelius sulla base della carta dell'Europa di Mercatore del 1554 e di una compilazione di carte che illustrano i viaggi di San Paolo da parte di Oronce Fine, Peter Apianus, Marcus Jordanus, Christian Sgrooten e B. Arias Montanus di Siviglia.

Esemplare nel secondo stato di tre descritto da Van den Broecke, inserito nelle edizioni successive al 1592: “between 1587 and 1592, the entire plate was revised. The place name "Phestia" on the South coast of Crete was changed to "Phestû" and "Lazæa" was added on this South coast as well. On the coast of Palestina, "Ptolemais" was added; to "Heroum" on the Northern tip of the Red Sea "urbs" was added. "Balagea" on the river Euphrat was changed to "Balatœa" and "Belgijnea" near Babylon was changed to "Belgnæa". There were also numerous ornamental changes: coast lines were somewhat extended.The picture upper left received additional hachuring. especially below the horse front left; in the top right picture, the blank part upper right has now been filled in” (cfr. M. Van den Broecke, Ortelius Atlas Maps, n. 181).

Circa una decade dopo la pubblicazione del “moderno” Theatrum Orbis Terrarum, Ortelius rispose alle “preghiere di amici e studiosi di storia antica, sacra e profana” e compilò una serie di mappe di soggetto biblico e classico, quasi tutte disegnate da lui. Intitolò l’opera “Parergon theatri”, ovvero “aggiunta, appendice, del Theatrum”, ma al tempo stesso anche complementare al Theatrum: il Paregon theatri forniva per il mondo antico lo stesso materiale che Ortelius aveva fornito per il mondo moderno con il Theatrum: carte geografiche. Lo spirito del Parergon è tutto riassunto nel motto historiae oculus geographia riportato sul frontespizio: la geografia è l’occhio della storia. Le mappe del mondo antico avevano lo scopo di “rendere più chiari gli storici antichi e i poeti”. Le mappe del Paregon sono di tre tipologie: antiche regioni; carte letterarie e carte bibliche.

Come sottolinea Koeman “il Parergon deve essere considerato come lavoro personale di Ortelius. Per quest'opera, infatti, diversamente dal Theatrum, non copiò le mappe di altri cartografi, ma ne disegnò lui stesso di nuove ed originali. Riprese luoghi, regioni e territori delle civiltà classiche illustrandone e spiegandone la storia, una materia molto vicina al suo cuore. Le mappe e le lastre del Parergon devono essere valutate come le più importanti incisioni che rappresentano il diffuso interesse per la geografia classica nel XVI secolo”.

“La carta mostra i territori attraversati da San Paolo, considerato il grande missionario itinerante, il quale nell'autunno del 45 d.C. o la primavera successiva iniziò i suoi famosi viaggi missionari. Tutte le notizie che si hanno sui suoi viaggi sono tratte sia dalle sue stesse lettere che dagli Atti degli Apostoli. Il primo viaggio fu alla volta dell'Isola di Cipro ed una volta sbarcato a Salamina attraversò l'isola dedicandosi all'evangelizzazione. Da Cipro rientrerà in Asia Minore. Fece scalo ad Attalia, in Panfilia, toccò Perge, raggiunse Antiochia di Pisida, quindi piegò verso sud-est giungendo a Iconio, Listra e Derbe. Da questa cittadina avrà inizio il viaggio di ritorno sino ad Attalia e, poi, per mare direttamente a Seleucia e ad Antiochio di Siria. La durata del viaggio è stabilita dagli studiosi, tra i 2 e i 5 anni. Il viaggio fu molto fruttuoso e a questo viaggio Paolo indirizzerà la Lettera ai Galati. Il secondo viaggio è narrato negli Atti degli Apostoli 15,36 18,22. L'Apostolo lo intraprese partendo dalla Siria, raggiunse per via terra la Licaonia; visitò le comunità di Derbe, Listra, Iconio, Antiochia di Pisida e da qui ripiegò verso nord-est attraverso la Galazia. Con ogni probabilità a Pessinunte si volse verso nord-ovest ma qui inizieranno una serie di misteriosi veti da parte dello Spirito Santo che interdirà la via verso l'Asia proconsolare a nord-ovest e verso la Bitinia a nord; quindi, continuerà verso ovest. Raggiungerà la Macedonia e da qui passando per Tessalonica (o Salonicco), il grande porto sul golfo Termaico, si diresse ad Atene. Da Atene passerà a Corinto da cui si allontanerà per ritornare in Oriente, a Gerusalemme. Il secondo viaggiò avrà termine in Antiochia. Più lungo del primo e più proficuo per l'evangelizzazione, soprattutto in Grecia, ma quanto mai faticoso e pieno di sofferenze. Anche questo viaggio è molto discusso per la durata, si parla sempre di un divario tra i quattro e i cinque anni. A questo fanno riferimento la Prima e la Seconda lettera ai Tessalonicesi. Il terzo viaggio all'inizio coincise con il secondo, ma dalla Galizia si diresse ad Efeso, nell'Asia proconsolare, ed è descritto negli Atti degli Apostoli 18,23 — 21,15. Da Efeso passerà in Macedonia e da qui in Acaia fermandosi per qualche tempo nuovamente a Corinto. Nel rientro in Oriente sarà imprigionato a Gerusalemme e dopo diverso tempo trasferito a Roma. In questo viaggio scrisse sicuramente la Prima e la Seconda lettera ai Corinzi e forse la lettera ai Filippesi. A Roma sarà liberato, e successivamente nuovamente imprigionato affrontando una prigionia più rigorosa della precedente. In questo viaggio, dopo una tempesta, la nave approdò a Malta, che ricorda nella toponomastica questo avvenimento. La sua fine resta avvolta fra molte oscurità; essa fu narrata soltanto da scritti apocrifi di attendibilità storica molto discutibile. Solo il martirio è affermato da una tradizione letteraria e archeologica e la sepoltura sarebbe avvenuta sotto l'attuale basilica dedicata in suo onore lungo la via Ostiense” (cfr. Simonetta Conti in Associazione “Roberto Almagià”, Plinio, Guida e mito delle scoperte geografiche, Il Parergon di Ortelio, conoscenza geo-storica del mondo antico (2023), pp. 52--53, n. 3).

Esemplare con magnifica coloritura coeva, carta leggermente brunita, per il resto in ottimo stato di conservazione.

Bibliografia

Cfr. L. Bagrow, A. Ortelli Catalogus Cartographorum; cfr. C. Koeman, Atlantes Neerlandici; Peter H. Meurer, Fontes Cartographici Orteliani, n. 1p; M. Van den Broecke, Ortelius Atlas Maps, n. 181 II/III; Van der Krogt, Koeman’s Atantes Neerlandici: 0850H:31; Bea Vuylsteke, Het Theatrum Orbis Terrarum…, vol. 1, p. 132 (University of Leuven, unpublished Ph. D. 1984).

Abraham ORTELIUS (1528 - 1598)

Abraham Ortel, più noto come Ortelius, nacque ad Anversa nel 1528, e qui avviò un’attività come commerciante di libri e “pittore di mappe”. Viaggiò molto, specialmente per recarsi alle gradi fiere librarie, stabilendo contatti professionali e amichevoli con altri cartografi europei dai quali derivò la sua collezione di mappe. Punto cruciale nella sua carriera fu il 1564, con la pubblicazione della Mappa del Mondo in otto fogli, di cui si conosce solo una copia. Nel 1570 pubblicò, in una stessa scala, la sua collezione di mappe sotto il titolo di Theatrum Orbis Terrarum, opera che di fatto costituì il primo esempio di atlante sistematico, sebbene il termine stesso verrà usato per la prima volta da Mercator venti anni più tardi. Il Theatrum, le cui mappe furono elegantemente incise per lo più da Frans Hogenberg, ottenne un successo immediato e conobbe ben 42 edizioni in varie lingue fino a quella definitiva del 1612, inclusa l’Appendix, pubblicata di tanto in tanto, con le ultime scoperte dell’epoca. Ortelius fu anche il primo a citare le sue fonti menzionando i nomi dei cartografi. Inoltre compilò una serie di mappe storiche col titolo Parergon Theatri. L’opera, contenente anche una riproduzione della Tabula Peutingeriana, edito per la prima volta nel 1579, fu pubblicata sia separatamente sia come parte integrante del Theatrum.

Abraham ORTELIUS (1528 - 1598)

Abraham Ortel, più noto come Ortelius, nacque ad Anversa nel 1528, e qui avviò un’attività come commerciante di libri e “pittore di mappe”. Viaggiò molto, specialmente per recarsi alle gradi fiere librarie, stabilendo contatti professionali e amichevoli con altri cartografi europei dai quali derivò la sua collezione di mappe. Punto cruciale nella sua carriera fu il 1564, con la pubblicazione della Mappa del Mondo in otto fogli, di cui si conosce solo una copia. Nel 1570 pubblicò, in una stessa scala, la sua collezione di mappe sotto il titolo di Theatrum Orbis Terrarum, opera che di fatto costituì il primo esempio di atlante sistematico, sebbene il termine stesso verrà usato per la prima volta da Mercator venti anni più tardi. Il Theatrum, le cui mappe furono elegantemente incise per lo più da Frans Hogenberg, ottenne un successo immediato e conobbe ben 42 edizioni in varie lingue fino a quella definitiva del 1612, inclusa l’Appendix, pubblicata di tanto in tanto, con le ultime scoperte dell’epoca. Ortelius fu anche il primo a citare le sue fonti menzionando i nomi dei cartografi. Inoltre compilò una serie di mappe storiche col titolo Parergon Theatri. L’opera, contenente anche una riproduzione della Tabula Peutingeriana, edito per la prima volta nel 1579, fu pubblicata sia separatamente sia come parte integrante del Theatrum.