Haemisphaerium Stellatum Australe Antiquum / Haemisphaerium Stellatum Boreale Antiquum

Riferimento: S41724
Autore Andreas CELLARIUS
Anno: 1660 ca.
Zona: Carta Celeste
Luogo di Stampa: Amsterdam
Misure: 510 x 430 mm
7.500,00 €

Riferimento: S41724
Autore Andreas CELLARIUS
Anno: 1660 ca.
Zona: Carta Celeste
Luogo di Stampa: Amsterdam
Misure: 510 x 430 mm
7.500,00 €

Descrizione

Coppia di carte celesti tratta dal celebre Atlas Coelestis Seu Harmonia Macrocosmica del Cellarius, il più importante atlante celeste mai stampato.  

L' Harmonia Macrocosmica venne pubblicata nel 1660 (una ristampa venne eseguita nel 1661) da Johannes Janssonius, il noto editore di Amsterdam, quale supplemento al suo Atlas Novus. Cellarius aveva già iniziato a lavorare a questo atlante prima del 1647, e nelle sue intenzioni doveva essere un’introduzione ad un trattato in due volumi sulla cosmografia, ma la seconda parte non venne mai pubblicata.

Andreas Cellarius nacque nel 1596 a Neuhausen e fu educato a Heidelberg. Emigrò in Olanda all'inizio del XVII secolo, e nel 1637 si trasferì a Hoorn, dove divenne rettore della Scuola Latina. L’ Harmonia Macrocosmica consiste in una serie di carte celesti iniziate da Cellarius nel 1647 e destinate a far parte di un trattato di cosmografia in due volumi, che non fu mai pubblicato.

Le carte di Cellarius sono le più ricercate tra le carte celesti, in quanto fondono le suggestive immagini dell'epoca d'oro della cartografia olandese con le conoscenze scientifiche contemporanee. I presenti esemplari provengono dall'edizione Valk & Schenk dell'atlante di Cellarius, che è invariata rispetto all'edizione del 1661. Le edizioni del 1660 e del 1661 possono essere distinte dall'inclusione di un numero di tavola nell'angolo inferiore destro dell'edizione del 1661. L'edizione Valk & Schenk può essere distinta facilmente per l'aggiunta del nome dello stampatore.

Dal punto di vista strettamente astronomico la tavola Haemisphaerium stellatum boreale antiquum “riproduce in proiezione polare eclittica convessa le stelle, suddivise in classi di sei magnitudini e posizionate per il 1660, appartenenti al cielo boreale e visibili fino ad una latitudine di 30 ° sud. Il diametro esterno dell’emisfero è di circa 40,5 centimetri. Il reticolo di riferimento prevede scale graduate di un grado di unità di longitudine poste sia sull’eclittica che sulla circonferenza esterna. La linea del Colurus Solstitiorum e quella che passante per il Polo Eclittico collega i due punti degli equinozi sono definiti da una scala graduata con tacche di un grado di latitudine. Sono inoltre tracciati il circolo polare artico, quello del tropico del Cancro, l’equatore e l’eclittica. Oltre alle costellazioni tolemaiche sono disegnate con i loro personaggi mitologici Antinous, i fiumi Tigri, Eufrate e Giordano, Apes, Gyraffa, e le raramente rappresentate costellazioni del Cancer Minor e della Sagitta Australe” mentre la tavola Haemisphaerium stellatum australe antiquum: “riproduce in proiezione polare eclittica convessa le stelle, suddivise in classi di sei magnitudini e posizionate per il 1660, appartenenti al cielo australe e visibili fino ad una latitudine di 30 ° nord. Il diametro esterno dell’emisfero è di circa 40,5 centimetri. Il reticolo di riferimento prevede scale graduate di un grado di unità di longitudine poste sia sull’eclittica che sulla circonferenza esterna. La linea del Colurus Solstitiorum e quella che passante per il Polo Eclittico collega i due punti degli equinozi sono definiti da una scala graduata con tacche di un grado di latitudine. Sono inoltre tracciati il circolo polare antartico, quello del tropico del Capricorno, l’equatore e l’eclittica. Oltre alle costellazioni tolemaiche sono disegnate con i loro personaggi Cruzero, Columba Noachi, Monoceros Unicornis, le dodici costellazioni osservate dai naviganti Keiser e Houtman ed ufficializzate nell'Uranometria di Bayer del 1603, e le raramente rappresentate costellazioni del Cancer Minor, della Sagitta Australe e del Gallus” (cfr. F. Stoppa, Atlas Coelestis.com).

Magnifiche prove, impresse su carta vergata coeva, finemente colorate a mano, con pieni margini, in perfetto stato di conservazione.

Andreas CELLARIUS (Neuhausen, c. 1596 – Hoorn, 1665)

Il matematico e cosmografo Andreas Cellarius, di natali Olandesi e Tedeschi, è meglio conosciuto tra gli storici della cartografia e quelli dell’astronomia come l’autore della Harmonia Macrocosmica, comunemente considerata come uno dei più spettacolari atlanti celesti che sia mai stato pubblicato nella seconda metà del XVII secolo. Harmonia Macrocosmica venne pubblicata nel 1660 (una ristampa venne eseguita nel 1661) da Johannes Janssonius, il noto editore di Amsterdam, come supplemento al suo Atlas Novus. Cellarius aveva già iniziato a lavorare a questo atlante prima del 1647, e nelle sue intenzioni doveva essere un’introduzione ad un trattato in due volumi sulla cosmografia, ma la seconda parte non venne mai pubblicata. Cellarius morì nel novembre dell 1665. Le lastre della sua opera vennero riutilizzate per la stampa (senza l’incisione Latina) nel 1708, ad Amsterdam, dagli editori Gerard Valk e Petrus Schenk. Bibliografia : Gent, R.H. van, “De hemelatlas van Andreas Cellarius: Het meesterwerk van een vergeten Hollandse kosmograaf”, Caert-Thresoor, 19 (2000), 9-25; Krogt, P.C.J. Van der, Koeman’s Atlantes Neerlandici: New Edition - Vol. 1: pp. 270, 278 & 513-518.

Andreas CELLARIUS (Neuhausen, c. 1596 – Hoorn, 1665)

Il matematico e cosmografo Andreas Cellarius, di natali Olandesi e Tedeschi, è meglio conosciuto tra gli storici della cartografia e quelli dell’astronomia come l’autore della Harmonia Macrocosmica, comunemente considerata come uno dei più spettacolari atlanti celesti che sia mai stato pubblicato nella seconda metà del XVII secolo. Harmonia Macrocosmica venne pubblicata nel 1660 (una ristampa venne eseguita nel 1661) da Johannes Janssonius, il noto editore di Amsterdam, come supplemento al suo Atlas Novus. Cellarius aveva già iniziato a lavorare a questo atlante prima del 1647, e nelle sue intenzioni doveva essere un’introduzione ad un trattato in due volumi sulla cosmografia, ma la seconda parte non venne mai pubblicata. Cellarius morì nel novembre dell 1665. Le lastre della sua opera vennero riutilizzate per la stampa (senza l’incisione Latina) nel 1708, ad Amsterdam, dagli editori Gerard Valk e Petrus Schenk. Bibliografia : Gent, R.H. van, “De hemelatlas van Andreas Cellarius: Het meesterwerk van een vergeten Hollandse kosmograaf”, Caert-Thresoor, 19 (2000), 9-25; Krogt, P.C.J. Van der, Koeman’s Atlantes Neerlandici: New Edition - Vol. 1: pp. 270, 278 & 513-518.