Hemisphaerium Orbis Antiqui cum Zonis, Circulis et situ popolorum diverso(rum)

Riferimento: S14023
Autore Andreas CELLARIUS
Anno: 1660
Zona: Carta Celeste
Luogo di Stampa: Amsterdam
Misure: 520 x 422 mm
1.800,00 €

Riferimento: S14023
Autore Andreas CELLARIUS
Anno: 1660
Zona: Carta Celeste
Luogo di Stampa: Amsterdam
Misure: 520 x 422 mm
1.800,00 €

Descrizione

Emisfero terrestre orientale di Andreas Cellarius, nel quale vengono mostrate le zone climatiche e le zone popolate del Vecchio Mondo.

La carta è tratta dalla celebre Atlas Coelestis Seu Harmonia Macrocosmica del Cellarius, il più importante atlante celeste mai pubblicato. 

L' Harmonia Macrocosmica venne pubblicata nel 1660 (una ristampa venne eseguita nel 1661) da Johannes Janssonius, il noto editore di Amsterdam, quale supplemento al suo Atlas Novus. Cellarius aveva già iniziato a lavorare a questo atlante prima del 1647, e nelle sue intenzioni doveva essere un’introduzione ad un trattato in due volumi sulla cosmografia, ma la seconda parte non venne mai pubblicata.

Incisione in rame, piccoli margini, magnifica coloritura coeva con ritocchi, in ottime condizioni. Prima edizione.

Bibliografia

Gent, R.H. van, De hemelatlas van Andreas Cellarius: Het meesterwerk van een vergeten Hollandse kosmograaf, Caert-Thresoor, 19 (2000), 9-25; Krogt, P.C.J. van der, Koeman, Atlantes Neerlandici: New Edition pp. 270, 278 & 513-518.

Andreas CELLARIUS (Neuhausen, c. 1596 – Hoorn, 1665)

Il matematico e cosmografo Andreas Cellarius, di natali Olandesi e Tedeschi, è meglio conosciuto tra gli storici della cartografia e quelli dell’astronomia come l’autore della Harmonia Macrocosmica, comunemente considerata come uno dei più spettacolari atlanti celesti che sia mai stato pubblicato nella seconda metà del XVII secolo. Harmonia Macrocosmica venne pubblicata nel 1660 (una ristampa venne eseguita nel 1661) da Johannes Janssonius, il noto editore di Amsterdam, come supplemento al suo Atlas Novus. Cellarius aveva già iniziato a lavorare a questo atlante prima del 1647, e nelle sue intenzioni doveva essere un’introduzione ad un trattato in due volumi sulla cosmografia, ma la seconda parte non venne mai pubblicata. Cellarius morì nel novembre dell 1665. Le lastre della sua opera vennero riutilizzate per la stampa (senza l’incisione Latina) nel 1708, ad Amsterdam, dagli editori Gerard Valk e Petrus Schenk. Bibliografia : Gent, R.H. van, “De hemelatlas van Andreas Cellarius: Het meesterwerk van een vergeten Hollandse kosmograaf”, Caert-Thresoor, 19 (2000), 9-25; Krogt, P.C.J. Van der, Koeman’s Atlantes Neerlandici: New Edition - Vol. 1: pp. 270, 278 & 513-518.

Bibliografia

Gent, R.H. van, De hemelatlas van Andreas Cellarius: Het meesterwerk van een vergeten Hollandse kosmograaf, Caert-Thresoor, 19 (2000), 9-25; Krogt, P.C.J. van der, Koeman, Atlantes Neerlandici: New Edition pp. 270, 278 & 513-518.

Andreas CELLARIUS (Neuhausen, c. 1596 – Hoorn, 1665)

Il matematico e cosmografo Andreas Cellarius, di natali Olandesi e Tedeschi, è meglio conosciuto tra gli storici della cartografia e quelli dell’astronomia come l’autore della Harmonia Macrocosmica, comunemente considerata come uno dei più spettacolari atlanti celesti che sia mai stato pubblicato nella seconda metà del XVII secolo. Harmonia Macrocosmica venne pubblicata nel 1660 (una ristampa venne eseguita nel 1661) da Johannes Janssonius, il noto editore di Amsterdam, come supplemento al suo Atlas Novus. Cellarius aveva già iniziato a lavorare a questo atlante prima del 1647, e nelle sue intenzioni doveva essere un’introduzione ad un trattato in due volumi sulla cosmografia, ma la seconda parte non venne mai pubblicata. Cellarius morì nel novembre dell 1665. Le lastre della sua opera vennero riutilizzate per la stampa (senza l’incisione Latina) nel 1708, ad Amsterdam, dagli editori Gerard Valk e Petrus Schenk. Bibliografia : Gent, R.H. van, “De hemelatlas van Andreas Cellarius: Het meesterwerk van een vergeten Hollandse kosmograaf”, Caert-Thresoor, 19 (2000), 9-25; Krogt, P.C.J. Van der, Koeman’s Atlantes Neerlandici: New Edition - Vol. 1: pp. 270, 278 & 513-518.