Coloquintida

Riferimento: S43654
Autore Pietro Andrea MATTIOLI
Anno: 1570 ca.
Misure: 235 x 340 mm
130,00 €

Riferimento: S43654
Autore Pietro Andrea MATTIOLI
Anno: 1570 ca.
Misure: 235 x 340 mm
130,00 €

Descrizione

Opera tratta da I discorsi di M. Pietro Andrea Matthioli sanese, medico cesareo, et del serenissimo prencipe Ferdinando arcidvca d'Austria & c. Ne i sei Libri di Pedacio Dioscoride Anazarbeo della materia medicinale

Con dedica alla Principessa Giovanna, arciduchessa d’Austria (il Mattioli era medico reale), escono in volgare, nel 1568, i sei libri di nuovo dallo istesso autore ricorretti, & in più di mille luoghi aumentati. Con le figure grandi tutte di nuovo rifatte, & tirate dalle naturali & vive piante & animali, & in numero maggiore che le altre per avanti stampate. 

Lo stesso Pietro Andrea Mattioli presenta così la nuova edizione del libro, che già ha ricevuto molti consensi e che toccherà il culmine del successo grazie, appunto, alla forma di presentazione molto più organica, alla completezza delle informazioni, e, soprattutto, alla ricchezza e alla chiarezza delle illustrazioni. Chi sapesse tutte le virtù delle piante farebbe miracoli: questo enunciato dell’autore sembra animare per primo proprio lui, che va a cercare con certosina pazienza ogni minimo appiglio per lodare le virtù medicinali di ogni erba, raccontando ogni aneddoto, scoprendo ogni notizia curiosa, riportando ogni considerazione fatta sull’argomento da altri studiosi prima di lui. 

Il tono enciclopedico dell’opera si avverte, in maniera evidente, fin dalla dedica. Il discorrere dell’autore, le cui radici toscane o, per meglio dire, senesi non si smentiscono, è agile, piano, adatto ad un pubblico ampio, anche meno colto e poco preparato ma che, in qualche maniera, faceva parte del vasto mondo della medicina e della farmacia del tempo. Non è un caso che il testo sia tra quelli rimasti più a lungo in uso, anche nel piccolo bagaglio librario di famiglie povere o quasi analfabete. 

Alla sostanziosa dedica segue un proemio dedicato agli addetti ai lavori e le solite lettere di complimenti. Seguono due copiose tavole, cioè due indici: uno analitico per tutte le voci, l’altro per patologie. 

L’opera vera e propria inizia con il ritratto a piena pagina di Mattioli e illustra, in sequenza, le piante medicinali (concentrate nei primi quattro libri) e una serie di preparazioni (oli, unguenti, ecc.). Per Mattioli l’occasione è ghiotta sia per potersi dilungare sulla esatta identificazione delle specie, mostrando una vasta preparazione botanica, sia, soprattutto, per mostrare le splendide immagini delle piante, che, a volte, sono anche più di una per esemplare e messe a confronto, qualora il lettore avesse dubbi. Il secondo libro è dedicato in parte agli animali marini (ricci, spugne, seppie, pesci, ecc.) in parte a quelli terrestri (lepri, capriolo, castoreo, rospo, ecc.), comprese le vipere e le api con relativi prodotti (miele, cera, propoli, ecc.). Il quinto libro è dedicato ai minerali e il sesto ai veleni. 

Di ogni voce viene riportato il testo di Dioscoride tradotto in italiano, un esame moderno di identificazione con analogie e confronto dei pareri di autori diversi poi le virtù e i nomi in più lingue. 

Un’opera che ha lasciato il segno nella letteratura medica e farmaceutica del Rinascimento e che, ancora oggi, sprizza fascino ad ogni pagina.

Pietro Andrea MATTIOLI (1500 - 1577)

Medico e naturalista (Siena 1500 - Trento 1577). Esercitò la medicina a Siena, a Roma, a Trento e a Gorizia e fu medico cesareo di Ferdinando e di Massimiliano II. Raggiunta l'agiatezza con la professione medica, si dedicò agli studî di botanica, nel cui campo acquistò una notevole fama. Riunì e coordinò tutte le conoscenze di botanica medica del suo tempo nell'opera Pedanii Dioscoridis de materia medica libri sex (1544), che ebbe presto molte edizioni in latino, italiano, francese, tedesco e ceco, alcune riccamente illustrate, portando il numero delle piante descritte da Dioscoride da 600 a 1200 e dando di ognuna la descrizione, la storia e l’indicazione degli usi e delle virtù medicinali. Sempre tenendo conto degli insegnamenti degli antichi autori, inserisce le nuove piante importate dall’Oriente a dalle Americhe e tiene in buona considerazione anche tutte le tradizioni popolari e le farmacopee del suo tempo. L’aspetto fitografico delle iconografie, curato dai migliori incisori di scuola italiana e tedesca (Liberale e Meyerbeck) è preciso e utile al riconoscimento delle piante. I "Discorsi" avranno molte edizioni e saranno tradotte in italiano, francese, tedesco e boemo. Nel campo della medicina viene ricordato per aver suggerito l’uso del mercurio nella cura della sifilide nel De morbi gallici curandi ratione. Tra le opere principali: Compendium de plantis omnibus... (1574). De plantis epitome (1586). Morì a Trento, colpito dalla peste.

Pietro Andrea MATTIOLI (1500 - 1577)

Medico e naturalista (Siena 1500 - Trento 1577). Esercitò la medicina a Siena, a Roma, a Trento e a Gorizia e fu medico cesareo di Ferdinando e di Massimiliano II. Raggiunta l'agiatezza con la professione medica, si dedicò agli studî di botanica, nel cui campo acquistò una notevole fama. Riunì e coordinò tutte le conoscenze di botanica medica del suo tempo nell'opera Pedanii Dioscoridis de materia medica libri sex (1544), che ebbe presto molte edizioni in latino, italiano, francese, tedesco e ceco, alcune riccamente illustrate, portando il numero delle piante descritte da Dioscoride da 600 a 1200 e dando di ognuna la descrizione, la storia e l’indicazione degli usi e delle virtù medicinali. Sempre tenendo conto degli insegnamenti degli antichi autori, inserisce le nuove piante importate dall’Oriente a dalle Americhe e tiene in buona considerazione anche tutte le tradizioni popolari e le farmacopee del suo tempo. L’aspetto fitografico delle iconografie, curato dai migliori incisori di scuola italiana e tedesca (Liberale e Meyerbeck) è preciso e utile al riconoscimento delle piante. I "Discorsi" avranno molte edizioni e saranno tradotte in italiano, francese, tedesco e boemo. Nel campo della medicina viene ricordato per aver suggerito l’uso del mercurio nella cura della sifilide nel De morbi gallici curandi ratione. Tra le opere principali: Compendium de plantis omnibus... (1574). De plantis epitome (1586). Morì a Trento, colpito dalla peste.