Ornati delle Logge di Raffaello nel Vaticano - Tav. 1

Riferimento: S44005
Autore Giovanni VOLPATO
Anno: 1775
Misure: 480 x 1060 mm
Non Disponibile

Riferimento: S44005
Autore Giovanni VOLPATO
Anno: 1775
Misure: 480 x 1060 mm
Non Disponibile

Descrizione

Acquaforte e bulino, 1774, firmata e datata in lastra in basso a destra.

Bellissima prova, impressa su carta vergata coeva, rifilata al rame o con sottili margini, in ottimo stato di conservazione.

Esemplare finemente colorato a mano a tempera ed acquarello.

La serie degli Ornati delle Logge di Raffaello nel Vaticano, ossia la riproduzione completa a stampa delle pitture dei pilastri delle Logge Vaticane ideate e affrescate da Raffaello, comprendente quarantasei tavole, fu realizzata nella sua interezza tra il 1760 e il 1777 dagli incisori Giovanni Ottaviani e Giovanni Volpato. Conobbe un lavoro lungo e travagliato, giustificato dall’enorme mole di lavoro. Le incisioni uscirono, per la prima parte, in tre volumi, tra il 1768 - 69 e il 1772, frutto della collaborazione fra i disegni del pittore Gaetano Savorelli e quelli dell'architetto Pietro Camporesi, e del lavoro di intaglio di Giovanni Ottaviani. Nella parte inferiore delle lastre appare un'iscrizione che riporta il nome dell'incisore, dei due disegnatori e il privilegio papale di Clemente XIII. Dal 1772 – 1774, alla monumentale opera, si aggiunsero il disegnatore Ludovico Teseo e l'incisore Giovanni Volpato.

La serie, a cui il Volpato deve gran parte della sua notorietà nell’ambiente romano del tempo, è la prima opera che affronta, in modo dettagliato e completo, la riproduzione degli ornati dei pilastri delle Logge affrescate da Raffaello. L’intervento di Volpato, che assunse in certo senso la direzione dell’opera legando il suo nome all’impresa, costituisce il motivo del suo trasferimento a Roma, probabilmente chiamato da papa Clemente XIV (1769-1774). Le tavole del Volpato, incise tra il 1774 ed il 1776 con la collaborazione del Teseo che si occupava dei rilievi, riproducono con grande libertà traduttiva i dodici contropilastri della Loggia. La scarsa visibilità della parte inferiore dell’affresco spinse l’artista ad applicare integrazioni di fantasia, come nel caso di alcuni pilastri dove sono inseriti elementi decorativi desunti dalle bordure di alcuni arazzi vaticani.

La raccolta ebbe vastissima risonanza e rappresentò una delle operazioni di riproduzione più impegnative, venendo a costituire un importante repertorio figurativo da cui attingere motivi di decorazione e contribuendo al grande successo dei temi grotteschi del periodo neoclassico, influenzato dalle importanti scoperte affiorate dagli scavi di Pompei e di Ercolano. La decorazione di Raffaello per la galleria coperta che portava al Palazzo del Papa fu percepita subito come un'opera esemplare di decorazione all'antica e il successo fu tale da indurre amatori d'arte a commissionare disegni fedeli delle pitture raffaellesche.

Bibliografia

Giorgio Marini, Volpato, pp. 187/198; Pezzini in "Raphael Invenit" pp. 105/6, 36/45.

Giovanni VOLPATO (Angarano di Bassano, 1740 - Roma, 1803)

Incisore italiano. Nel 1760 entrò a far parte delle famose produzioni di Giambattista Remondini a Bassano e, sotto la guida di Antonio Baratti, apprese l’arte della incisione e dell’acquaforte. Durante i primi anni incise, e firmò con il nome di Jean Renard, quattro Capricci Rustici, da Giovanni Battista Piazzetta, i Quattro angoli del Mondo, da Jacopo Amigoni, le Quattro Età dell’Uomo da Andrea Zucchi e il ritratto di Giambattista Morgagni. Su invito di Francesco Bartolozzi, che aveva notato il suo talento durante una visita a Bassano, si trasferì a Venezia nel 1762, dove riuscì a raffinare la tecnica, pur mantenendo il legame con il circolo Reimondini come consulenti tecnici e commerciali.

Giovanni VOLPATO (Angarano di Bassano, 1740 - Roma, 1803)

Incisore italiano. Nel 1760 entrò a far parte delle famose produzioni di Giambattista Remondini a Bassano e, sotto la guida di Antonio Baratti, apprese l’arte della incisione e dell’acquaforte. Durante i primi anni incise, e firmò con il nome di Jean Renard, quattro Capricci Rustici, da Giovanni Battista Piazzetta, i Quattro angoli del Mondo, da Jacopo Amigoni, le Quattro Età dell’Uomo da Andrea Zucchi e il ritratto di Giambattista Morgagni. Su invito di Francesco Bartolozzi, che aveva notato il suo talento durante una visita a Bassano, si trasferì a Venezia nel 1762, dove riuscì a raffinare la tecnica, pur mantenendo il legame con il circolo Reimondini come consulenti tecnici e commerciali.