| Riferimento: | s32744 |
| Autore | Matthaeus GREUTER |
| Anno: | 1620 |
| Zona: | Frascati |
| Luogo di Stampa: | Roma |
| Misure: | 1467 x 372 mm |
| Riferimento: | s32744 |
| Autore | Matthaeus GREUTER |
| Anno: | 1620 |
| Zona: | Frascati |
| Luogo di Stampa: | Roma |
| Misure: | 1467 x 372 mm |
Si tratta del celeberrimo e raro panorama della cittadina di Frascati e delle ville circostanti, viste dall'alto, realizzata dal Greuter nel 1620.
Di particolare interesse artistico, storico ed archeologico, la veduta è unica nel suo genere: nessun'altra riuscirà a dare un'immagine altrettanto grandiosa e generale di questo territorio.
Dai nomi dei proprietari delle ville, è possibile circoscrivere la realizzazione della veduta, stabilendo come “terminus post quem” i primi mesi del 1618 e come “terminus ante quem” il febbraio 1619.
Infatti, l'attuale Villa Lancellotti, già dei Filippini, è indicata come “Palazzo di Roberto Primo”, il quale ne prese possesso solo all'inizio del 1618 e morì nel febbraio del 1619. L'anno successivo, gli eredi vendettero la villa ai Capponi.
La veduta è dedicata a monsignor Stefano Pignatelli, segretario del cardinale Scipione Borghese, nipote di papa Paolo V, allora proprietario di tre di queste ville.
Lo stemma papale di Paolo V e quello cardinalizio di Scipione campeggiano negli angoli superiori.
L'iscrizione dedicatoria, in un elegante carattere corsivo, è posta dentro un cartiglio decorativo, nel margine inferiore, in corrispondenza della villa Borghese. Al centro del cartiglio, lo stemma del Pignatelli.
Più a destra, un secondo cartiglio, fiancheggiato da due putti, con i dati editoriali: “Disegnato e dato in luce/da/Matteo Greuter Todesco/in Roma MDCXX/ con licenza de Superiori et/ Con Privileggio di NS. Papa Paulo V per anni X”.
Ben un terzo della veduta è dedicato alla proprietà dei Borghese. A iniziare da sinistra: Villa Mondragone; Villa Tuscolana - poi Tuscolana Vecchia - e la villa “Borghesia”, che diventerà poi di proprietà dei Parisi.
Seguono: La Rufina - poi villa Falconieri, al tempo proprietà degli Sforza; Villa Rufinella, poi Tuscolana; villa Aldobrandini; villa Sora; villa Altemps - poi Torlonia,;villa Belpoggio - Sciarra, villa Montalto - poi Grazioli, e villa Arrigoni - poi Muti.
L'opera del Greuter godette subito di un enorme successo come prova la derivazione in piccolo che fu stampata solo due anni dopo da Giacomo Lauro - Descriptio Tusculi cum villis…, 1622; le copie grandi sono del Blaeu (1663) e del Kircher (1671).
Acquaforte e bulino, impressi su tre fogli di carta vergata congiunti, con margini, minimi restauri perfettamente eseguiti, nel complesso in ottimo stato di conservazione.
Matthaeus GREUTER (Strasburgo 1564 - Roma 1638)
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Matthaus o Mathias o Matheus Greuter è disegnatore, intagliatore ed editore. Figlio dell'orafo Konrad di Kempten, nacque intorno al 1565-66 probabilmente a Strasburgo, nel 1564 circa muore a Roma nel 1638 dove è sepolto nella chiesa di S. Eustachio. Nel 1588 anche il Greuter era ricordato come orafo sebbene già da almeno due anni avesse realizzato stampe datate e avviato dunque l'attività alla quale avrebbe dedicato il resto della vita. Di religione luterana, si convertì al cattolicesimo intorno al 1593 e, forse a causa di questa scelta, abbandonò Strasburgo trasferendosi a Lione (1595-99 circa), in quel momento il secondo centro in Francia per importanza nel campo della produzione incisoria e libraria, e poi ad Avignone (1600-03). Alla metà del 1603 il Greuter giunse a Roma con tre figli, avuti dal primo matrimonio, tra i quali Johann Friedrich e Susanna (1591-1629 circa), e qui visse sino alla morte. Si sposò nuovamente con Innocenza Grandoni dalla quale ebbe un figlio, Carlo Felice, nato nel 1606 e battezzato nella parrocchia di S. Marcello. Il Greuter risulta sicuramente residente in questa parrocchia dal 1630 al 1636 con la famiglia del figlio Johann Friedrich e alcuni collaboratori: D. Widmann, aiutante intagliatore, e J. Widmer, garzone stampatore. Presso la bottega del Greuter - indicata dapprima lungo il Corso vicino a S. Marcello (per esempio nel 1608 e nel 1612) e poi, secondo la Pianta di Roma del 1618 edita dal Greuter all'insegna dell'Aquila nera, presso S. Tommaso in Parione - operò lo stampatore fiammingo Geert van Schayck, italianizzato in Gotifredo Scaicchi, genero del Greuter, avendone sposato la figlia Susanna nel 1615. Certamente alcune lastre di rame di questa bottega divennero proprietà nel 1648 di Greuter e F. De Rossi, confluendo successivamente nella Calcografia camerale. Negli anni tardi della sua vita gli Stati delle anime (1633-34) ricordano la casa del G., presso il confine con la parrocchia di S. Maria in Aquiro, come quella "dello stampatore" anche se non possiamo sapere se operasse in loco o in un altro edificio. Il successo professionale del Greuter a Roma fu immediato, testimoniato dal discreto numero di opere datate dei primissimi anni e dalla concessione ripetuta di privilegi decennali (1604, 1621), che avrebbero dovuto garantire all'artista l'esclusiva sulle sue creazioni, spesso, invece, copiate. L'ampio catalogo delle sue opere, suscettibile tuttavia di alcune integrazioni, è stato ricostruito da R. Zijlma, e conta centinaia di stampe, sia su fogli volanti sia inserite in libri. Se ne ricava la versatilità dell'artista, educatosi sugli esempi del tardo manierismo nordico e poi sempre più vicino alla cultura barocca romana, che si cimentò in molti campi, dall'invenzione figurativa autonoma all'incisione, da prototipi altrui alle immagini geografiche e architettoniche, sempre con risultati apprezzabili. Per la determinazione di un esatto catalogo il problema principale consiste nell'esistenza di numerose incisioni siglate "M.G.F." (o "M.G.f."), alcune delle quali incise a Roma negli anni Ottanta del XVI secolo, che non possono essere riferite al Greuter, poiché a questa data non risulta ancora arrivato in Italia, e che vanno dunque espunte dal suo catalogo, anche per le differenze stilistiche con la sua produzione precedente gli anni romani.
Le prime incisioni datate del Greuter a Roma risalgono al 1604. In questo periodo vennero eseguite stampe sia su disegni di altri, spesso molto complessi, sia di sua invenzione. Cospicui i rapporti dei primi anni con gli oratoriani per i quali eseguì varie riproduzioni di Filippo Neri. Tra le numerose immagini di tipo documentaristico e devozionale devono essere ricordate quelle relative alle cerimonie per il matrimonio di Cosimo de' Medici con Maddalena d'Austria (1608: cinque incisioni) e gli apparati di canonizzazione di Carlo Borromeo (1610) e di Ignazio di Loyola (1622). Uno dei settori nei quali il Greuter sembrò conseguire maggior successo fu quello delle incisioni di soggetto topografico e architettonico. Nel 1618 pubblicò la grande e complessa pianta di Roma da lui disegnata e incisa, basata su accurate misurazioni e valutazioni dal vero (fu ripubblicata nel 1626 e nel 1638).
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Matthaeus GREUTER (Strasburgo 1564 - Roma 1638)
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Matthaus o Mathias o Matheus Greuter è disegnatore, intagliatore ed editore. Figlio dell'orafo Konrad di Kempten, nacque intorno al 1565-66 probabilmente a Strasburgo, nel 1564 circa muore a Roma nel 1638 dove è sepolto nella chiesa di S. Eustachio. Nel 1588 anche il Greuter era ricordato come orafo sebbene già da almeno due anni avesse realizzato stampe datate e avviato dunque l'attività alla quale avrebbe dedicato il resto della vita. Di religione luterana, si convertì al cattolicesimo intorno al 1593 e, forse a causa di questa scelta, abbandonò Strasburgo trasferendosi a Lione (1595-99 circa), in quel momento il secondo centro in Francia per importanza nel campo della produzione incisoria e libraria, e poi ad Avignone (1600-03). Alla metà del 1603 il Greuter giunse a Roma con tre figli, avuti dal primo matrimonio, tra i quali Johann Friedrich e Susanna (1591-1629 circa), e qui visse sino alla morte. Si sposò nuovamente con Innocenza Grandoni dalla quale ebbe un figlio, Carlo Felice, nato nel 1606 e battezzato nella parrocchia di S. Marcello. Il Greuter risulta sicuramente residente in questa parrocchia dal 1630 al 1636 con la famiglia del figlio Johann Friedrich e alcuni collaboratori: D. Widmann, aiutante intagliatore, e J. Widmer, garzone stampatore. Presso la bottega del Greuter - indicata dapprima lungo il Corso vicino a S. Marcello (per esempio nel 1608 e nel 1612) e poi, secondo la Pianta di Roma del 1618 edita dal Greuter all'insegna dell'Aquila nera, presso S. Tommaso in Parione - operò lo stampatore fiammingo Geert van Schayck, italianizzato in Gotifredo Scaicchi, genero del Greuter, avendone sposato la figlia Susanna nel 1615. Certamente alcune lastre di rame di questa bottega divennero proprietà nel 1648 di Greuter e F. De Rossi, confluendo successivamente nella Calcografia camerale. Negli anni tardi della sua vita gli Stati delle anime (1633-34) ricordano la casa del G., presso il confine con la parrocchia di S. Maria in Aquiro, come quella "dello stampatore" anche se non possiamo sapere se operasse in loco o in un altro edificio. Il successo professionale del Greuter a Roma fu immediato, testimoniato dal discreto numero di opere datate dei primissimi anni e dalla concessione ripetuta di privilegi decennali (1604, 1621), che avrebbero dovuto garantire all'artista l'esclusiva sulle sue creazioni, spesso, invece, copiate. L'ampio catalogo delle sue opere, suscettibile tuttavia di alcune integrazioni, è stato ricostruito da R. Zijlma, e conta centinaia di stampe, sia su fogli volanti sia inserite in libri. Se ne ricava la versatilità dell'artista, educatosi sugli esempi del tardo manierismo nordico e poi sempre più vicino alla cultura barocca romana, che si cimentò in molti campi, dall'invenzione figurativa autonoma all'incisione, da prototipi altrui alle immagini geografiche e architettoniche, sempre con risultati apprezzabili. Per la determinazione di un esatto catalogo il problema principale consiste nell'esistenza di numerose incisioni siglate "M.G.F." (o "M.G.f."), alcune delle quali incise a Roma negli anni Ottanta del XVI secolo, che non possono essere riferite al Greuter, poiché a questa data non risulta ancora arrivato in Italia, e che vanno dunque espunte dal suo catalogo, anche per le differenze stilistiche con la sua produzione precedente gli anni romani.
Le prime incisioni datate del Greuter a Roma risalgono al 1604. In questo periodo vennero eseguite stampe sia su disegni di altri, spesso molto complessi, sia di sua invenzione. Cospicui i rapporti dei primi anni con gli oratoriani per i quali eseguì varie riproduzioni di Filippo Neri. Tra le numerose immagini di tipo documentaristico e devozionale devono essere ricordate quelle relative alle cerimonie per il matrimonio di Cosimo de' Medici con Maddalena d'Austria (1608: cinque incisioni) e gli apparati di canonizzazione di Carlo Borromeo (1610) e di Ignazio di Loyola (1622). Uno dei settori nei quali il Greuter sembrò conseguire maggior successo fu quello delle incisioni di soggetto topografico e architettonico. Nel 1618 pubblicò la grande e complessa pianta di Roma da lui disegnata e incisa, basata su accurate misurazioni e valutazioni dal vero (fu ripubblicata nel 1626 e nel 1638).
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