Tunes, Oppidum... / Africa olim Aphrodisium / Penon de Veles

Riferimento: S8440
Autore Georg BRAUN & Franz HOGENBERG
Anno: 1575
Zona: Tunisi
Luogo di Stampa: Anversa e Colonia
Misure: 475 x 335 mm
450,00 €

Riferimento: S8440
Autore Georg BRAUN & Franz HOGENBERG
Anno: 1575
Zona: Tunisi
Luogo di Stampa: Anversa e Colonia
Misure: 475 x 335 mm
450,00 €

Descrizione

Tre vedute incise su un foglio raffiguranti: la città di Tunisi, la penisola di Mahdiya e il Peñón de Vélez de la Gomera; tratte dal secondo volume del Civiates Orbis Terrarum di Braun&Hogenberg.

La seconda vista a volo d'uccello rappresenta la penisola di Mahdia, Aphrodisium o Africa nel mezzo della battaglia terrestre e navale di riconquista della Spagna contro le forze ottomane. La battaglia, che vedeva le forze spagnole capeggiate dall'ammiraglio Andrea Doria e il maltese Claude de la Sengle, si svolse nel mese di settembre 1550. Mahdia, o il Corno d'Africa, è localizzata in un antico sito che, nel XVI secolo, si pensava corrispondesse ad Aphrodisium di Tolomeo.

La terza veduta raffigura una piccola isola rocciosa sotto assedio dei cannoni sia da terra sia dal mare. La penisola di Peñón de Vélez de la Gomera era sotto il dominio spagnolo dal 1508. In seguito, passò sotto il dominio marocchino per 42 anni fino alla riconquista spagnola del 1564. La veduta deriva da un'incisione di Giovanni Francesco Camocio, circa 1570.

L’opera è inserita nel Civitates Orbis Terrarum, il primo atlante devoto esclusivamente alle piante e vedute delle principali città del mondo. Il primo volume delle Civitates Orbis Terrarum fu pubblicato a Colonia nel 1572. Il sesto e ultimo volume apparve nel 1617. Questo grande atlante di città – cartografia urbana - curato da Georg Braun e inciso in gran parte da Franz Hogenberg, conteneva 546 prospettive, vedute a volo d'uccello e vedute cartografiche di città di tutto il mondo. Franz Hogenberg realizzò le tavole dei primi quattro volumi e Simon van den Neuwel (Novellanus, attivo dal 1580) quelle dei volumi V e VI.

Georg Braun (1541-1622), un ecclesiastico di Colonia, fu il principale redattore dell'opera e fu molto aiutato nel suo progetto dalla vicinanza e dal continuo interesse di Abraham Ortelius, il cui Theatrum Orbis Terrarum del 1570 fu, come raccolta sistematica e completa di mappe di stile uniforme, il primo vero atlante. Le Civitates, in effetti, erano destinate ad accompagnare il Theatrum, come indicato dalla somiglianza dei titoli e dai riferimenti contemporanei sulla natura complementare delle due opere. Tuttavia, le Civitates erano progettate per avere un approccio più popolare, senza dubbio perché la novità di una raccolta di piante e vedute di città rappresentava un'impresa commerciale più rischiosa di un atlante mondiale, per il quale c'erano stati diversi precedenti di successo. Franz Hogenberg (1535-1590) era figlio di un incisore di Monaco che si era stabilito a Malines. Incise la maggior parte delle tavole del Theatrum di Ortelius e la maggior parte di quelle delle Civitates, e potrebbe essere anche indicato come il responsabile dell'origine del progetto.

Oltre un centinaio di artisti e cartografi diversi, il più importante dei quali fu l'artista di Anversa Georg Hoefnagel (1542-1600), fornirono i disegni per le tavole delle Civitates. Hoefnagel non solo contribuì alla maggior parte del materiale originale per le città spagnole e italiane, ma rielaborò e modificò anche quello di altri collaboratori. Dopo la morte di Hoefnagel, il figlio Jakob continuò il lavoro per le Civitates.

Gli autori della raccolta si proponevano di raffigurare "non icones et typi urbium", cioè non immagini generiche e tipizzate, "sed urbes ipsae admirabili caelaturae artificio, spectantium oculis subiectae appareant": non intendeva alludere o idealizzare, ma rappresentare fedelmente sulla carta, riprodurre esattamente, e in tempo reale, ciò che l'occhio vede, come annunciato nella prefazione al primo volume delle Civitates Orbis Terrarum.

Incisione in rame, bella coloritura coeva, in ottimo stato di conservazione.

Bibliografia

Van der Krogt 4, 4516; Taschen, Br. Hog., p.198.

Georg BRAUN & Franz HOGENBERG

George Braun (1541-1622), chierico di Colonia, fu il principale curatore dell’opera in VI volumi "Civitates Orbis Terrarum" che contiene oltre 500 prospettive, viste a volo d'uccello e mappe di città di tutto. L’ultimo volume fu pubblicato nel 1617, 5 anni prima della morte di Braun. L’ opera è stata ispirata dalla Cosmographia di Sebastian Münster, mentre nell’impaginazione si rifà al Theatrum orbis terrarum di Abraham Ortelius. Frans Hogenberg (Monaco di Baviera 1535-1590) realizzò le tavole per i volumi dal I al IV, e Simon van den Neuwel quelli per i volumi V e VI. Collaborarono, inoltre, Georg Hoefnagel, Daniel Freese, e Heinrich Rantzau. Dopo il 1618 le lastre divennero di proprietà di Abraham Hogenberg, che s’incaricò delle successive riedizioni. Alla sua morte, le lastre vennero acquistate da Jan Jansson il quale pubblicò un’edizione ampliata in otto volumi, riedita a sua volta negli anni successivi.

Bibliografia

Van der Krogt 4, 4516; Taschen, Br. Hog., p.198.

Georg BRAUN & Franz HOGENBERG

George Braun (1541-1622), chierico di Colonia, fu il principale curatore dell’opera in VI volumi "Civitates Orbis Terrarum" che contiene oltre 500 prospettive, viste a volo d'uccello e mappe di città di tutto. L’ultimo volume fu pubblicato nel 1617, 5 anni prima della morte di Braun. L’ opera è stata ispirata dalla Cosmographia di Sebastian Münster, mentre nell’impaginazione si rifà al Theatrum orbis terrarum di Abraham Ortelius. Frans Hogenberg (Monaco di Baviera 1535-1590) realizzò le tavole per i volumi dal I al IV, e Simon van den Neuwel quelli per i volumi V e VI. Collaborarono, inoltre, Georg Hoefnagel, Daniel Freese, e Heinrich Rantzau. Dopo il 1618 le lastre divennero di proprietà di Abraham Hogenberg, che s’incaricò delle successive riedizioni. Alla sua morte, le lastre vennero acquistate da Jan Jansson il quale pubblicò un’edizione ampliata in otto volumi, riedita a sua volta negli anni successivi.