Abissinia dove sono le Fonti del Nilo

Riferimento: S42895
Autore Vincenzo CORONELLI
Anno: 1690 ca.
Zona: Abissinia
Luogo di Stampa: Venezia
Misure: 610 x 460 mm
450,00 €

Riferimento: S42895
Autore Vincenzo CORONELLI
Anno: 1690 ca.
Zona: Abissinia
Luogo di Stampa: Venezia
Misure: 610 x 460 mm
450,00 €

Descrizione

Bella mappa dell'Abissinia, che mostra l'Alto Nilo e le sue sorgenti e le regioni che una volta si pensava fossero il dominio del re cristiano, Prete Gianni.

La mappa fornisce un'immagine dettagliata della regione, inclusi regni, fiumi, catene montuose, laghi e altri dettagli. L'inserto della mappa mostra il corso completo del Nilo.

La mappa è basata in parte su informazioni che Coronelli ha derivato da una serie di rapporti contemporanei, tra cui quello di Pietro Paez, che arrivò nella regione nel 1603 e il cui resoconto manoscritto degli affari dell'Etiopia, che si dice esista a Roma nella segreteria della corona del Portogallo, copre il periodo dal 1555 al 1622, e dal quale anche Kircher si è basato per il suo Kircher per la descrizione delle fonti del Nilo, che visitò nel 1618; Don Alfonzo Mendez, che arrivò nel 1625 e più tardi scrisse la sua Relation du Reverendissime Patriarche D'Ethiopie Dom Alphonze Mendez, touchant la conversion des ames qui s'est faite en cet empire depuis l'annee 1629, . Il missionario gesuita Jerome Lobo, che avrebbe poi scritto il suo Voyage Historique D'Abyssinie . . . MDDCCXXVIII; Ludolph (che pubblicò la sua Storia dell'Etiopia a Francoforte 1681 e poi in inglese nel 1684).

Esemplare tratto dall’ Atlante Veneto, Nel quale si contiene la Descrittione Geografica, Storica, Sacra, Profana e Politica degli Imperi, Regni, Provincie, e Santi dell’Universo […] In Venetia MDCXC.

Coronelli visse un periodo di straordinaria fecondità editoriale a partire dal 1689, quando ebbe la cattedra di geografia presso l'Università alle Procuratie, con la pubblicazione, nel 1690, del primo volume dell'Atlante Veneto. In effetti sotto il nome di Atlante Veneto va tutta la raccolta di tredici opere composte nell'arco del decennio successivo, dall'Isolario allo Specchio del mare.

L'opera era intesa come un'estensione dell'Atlas Maior di Blaeu. Non è una semplice raccolta di mappe, ma piuttosto "un compendio di informazioni geografiche, cosmografiche e scientifiche... sulla scienza e la geografia italiana contemporanea" (Scammell). Oltre alle mappe, il primo volume include molte delle celebri tavole navali di Coronelli, molte con i bordi "farnesiani" stampati separatamente e commissionati appositamente dal patrono di Coronelli, Ranuccio II Farnese, duca di Parma.

Incisione in rame, magnifica prova, con pieni margini, in perfetto stato di conservazione.

Bibliografia

Ermanno Armao, Vincenzo Coronelli (Firenze, 1944), nn.59-60, p.237.


Vincenzo CORONELLI (Venezia 1650 - 1718)

Vincenzo Coronelli o Vincenzo Maria Coronelli, nacque a Venezia nel 1650, non a Ravenna, come affermano alcuni biografi, dove visse in gioventù con la famiglia. Al ritorno a Venezia, nel 1665, entrò come studente nel convento dei minori di S. Nicolò della Lattuga; aggregato alla chiesa dei Frari, fu mandato dai superiori a studiare a Roma, nel collegio di S. Bonaventura, dove si laureò in teologia ed iniziò gli studi geografici. Già prima del 1680 risulta a Parma, dove costruì due globi, oggi perduti, per il duca Ranuccio Farnese. Fu poi a Parigi, chiamato dall’ambasciatore francese a Roma, cardinale César d’Estrées, e vi si trattenne dal 1681 al 1684, quando iniziò la collaborazione con l’editore e costruttore di mappe Jean Baptiste Nolin; nel 1683 costruì per Luigi XIV due famosi globi di quasi 5 metri di diametro. Ritornato a Venezia, fondò nel 1684 l’Accademia cosmografica degli Argonauti, la più antica fra quelle di carattere geografico, promossa dal patrizio G. B. Donà e posta sotto la protezione del doge Marcantonio Giustiniani. Nel 1685 fu nominato cosmografo pubblico della Repubblica di Venezia, titolo col quale si fregiò in quasi tutte le sue opere e che costituì per lui motivo di particolare orgoglio. Nel 1689 prese la cattedra di geografia all’Università delle Procuratie; iniziò un periodo di straordinaria fecondità editoriale, pubblicando il primo volume dell’Atlante veneto (1690); sotto questo titolo va tutta la raccolta di tredici opere composte nell’arco del decennio successivo, dall’Isolario (1696-98, in due volumi) al Portolano o Specchio del mare Mediterraneo (1698), al Corso geografico (1689-92; ma aggiornato fino al 1697), al Teatro delle città (1696-97). Morì il 9 dicembre 1718 a Venezia. Quasi tutti i suoi libri, i manoscritti, la sua corrispondenza, le lastre di rame per le incisioni andarono dispersi o furono venduti poco tempo dopo. Anche l’Accademia degli Argonauti non sopravvisse al suo fondatore. [A. de Ferrari, Vincenzo Coronelli, in “Dizionario Biografico degli Italiani”, Volume 29 (1983)].

Vincenzo CORONELLI (Venezia 1650 - 1718)

Vincenzo Coronelli o Vincenzo Maria Coronelli, nacque a Venezia nel 1650, non a Ravenna, come affermano alcuni biografi, dove visse in gioventù con la famiglia. Al ritorno a Venezia, nel 1665, entrò come studente nel convento dei minori di S. Nicolò della Lattuga; aggregato alla chiesa dei Frari, fu mandato dai superiori a studiare a Roma, nel collegio di S. Bonaventura, dove si laureò in teologia ed iniziò gli studi geografici. Già prima del 1680 risulta a Parma, dove costruì due globi, oggi perduti, per il duca Ranuccio Farnese. Fu poi a Parigi, chiamato dall’ambasciatore francese a Roma, cardinale César d’Estrées, e vi si trattenne dal 1681 al 1684, quando iniziò la collaborazione con l’editore e costruttore di mappe Jean Baptiste Nolin; nel 1683 costruì per Luigi XIV due famosi globi di quasi 5 metri di diametro. Ritornato a Venezia, fondò nel 1684 l’Accademia cosmografica degli Argonauti, la più antica fra quelle di carattere geografico, promossa dal patrizio G. B. Donà e posta sotto la protezione del doge Marcantonio Giustiniani. Nel 1685 fu nominato cosmografo pubblico della Repubblica di Venezia, titolo col quale si fregiò in quasi tutte le sue opere e che costituì per lui motivo di particolare orgoglio. Nel 1689 prese la cattedra di geografia all’Università delle Procuratie; iniziò un periodo di straordinaria fecondità editoriale, pubblicando il primo volume dell’Atlante veneto (1690); sotto questo titolo va tutta la raccolta di tredici opere composte nell’arco del decennio successivo, dall’Isolario (1696-98, in due volumi) al Portolano o Specchio del mare Mediterraneo (1698), al Corso geografico (1689-92; ma aggiornato fino al 1697), al Teatro delle città (1696-97). Morì il 9 dicembre 1718 a Venezia. Quasi tutti i suoi libri, i manoscritti, la sua corrispondenza, le lastre di rame per le incisioni andarono dispersi o furono venduti poco tempo dopo. Anche l’Accademia degli Argonauti non sopravvisse al suo fondatore. [A. de Ferrari, Vincenzo Coronelli, in “Dizionario Biografico degli Italiani”, Volume 29 (1983)].