Ninfa portata da un tritone

Riferimento: S36946
Autore Marco DENTE detto "Marco da Ravenna"
Anno: 1516 ca.
Misure: 175 x 118 mm
Non Disponibile

Riferimento: S36946
Autore Marco DENTE detto "Marco da Ravenna"
Anno: 1516 ca.
Misure: 175 x 118 mm
Non Disponibile

Descrizione

Bulino, 1516 circa. Secondo stato finale con l’excudit di Antonio Salamanca aggiunto in basso a destra 'Ant. Sal. exc.' Da un disegno di Raffaello.

Buona prova, impressa su carta vergata coeva, con filigrana della “mano”, rifilata alla linea marginale, tracce di colla al verso, piega di carta che corre orizzontalmente nella parte alta dell’immagine, per il resto in perfetto stato di conservazione.

La tradizione, recepita da Bartsch, attribuisce questa incisione a Marco Dente, mentre Passavant, in termini più generici, la considera prodotta dalla scuola di Marcantonio Raimondi.

L’incresparsi delle onde e la coda del pesce ritornano identici nell’incisione di Marco “Venere e Amore sui delfini” tratta da una scena del 1516 della stufetta del Bibbiena.

Gnann per primo nota che l’incisione riproduce, in controparte, il dettaglio di uno studio per un piatto decorato. Nel disegno, conservato all’Ashmolean Museum di Oxford (P II 572) e certamente di mano di Raffaello, la coppia si trova sul lato destro del bordo del piatto, riprodotto a metà. Anche le misure corrispondono.

Dente si è limitato a concludere la scena sul davanti, raffigurando uno stretto tratto di riva, e ad apportatore minime modifiche.

Il tritone e la ninfa ritornano in forme simili su un altro disegno di Raffaello per una lastra databile al 1509-1510. È probabile, quindi, che l’incisione sia di pochi anni posteriore.

Bibliografia

Bartsch XIV.185.229; Höper 2001, no. A 69; Passavant VI.84.78; Roma e lo stile classico di Raffello, p. 97 n. 36

Marco DENTE detto "Marco da Ravenna" (Ravenna 1496 - Roma 1527)

Marco di Ravenna, e non Silvestro di Ravenna come da taluni erroneamente indicato in base al monogramma RS, che va interpretato come "Ravenates sculpsit o sculptor", appartiene ad un’antica famiglia patrizia. Marco nasce a Ravenna nel 1493 ca. ed viene ucciso durante Sacco di Roma del 1527, come documentato dallo Zani. Nella città pontificia, Marco era giunto forse nel 1510, per lavorare nella bottega del Baviera, ovvero Bavero de' Carrocci, accanto a Marcantonio e Agostino Veneziano. A Roma, il ravennate oltre a tradurre i grandi esempi della statuaria classica si dedica essenzialmente all riproduzione dei disegni del Sanzio, sull’esempio di quanto andava facendo il Raimondi. Singolare incisore, Marco è il vero innovatore della scuola di Marcantonio con le sue stampe “pittoricamente complete” a volte realizzate in epoca antecedente a quella di Marcantonio. Al Dente il Bartsch assegna sessantadue soggetti aumentati dal Passavant a sessantaquattro.

Bibliografia

Bartsch XIV.185.229; Höper 2001, no. A 69; Passavant VI.84.78; Roma e lo stile classico di Raffello, p. 97 n. 36

Marco DENTE detto "Marco da Ravenna" (Ravenna 1496 - Roma 1527)

Marco di Ravenna, e non Silvestro di Ravenna come da taluni erroneamente indicato in base al monogramma RS, che va interpretato come "Ravenates sculpsit o sculptor", appartiene ad un’antica famiglia patrizia. Marco nasce a Ravenna nel 1493 ca. ed viene ucciso durante Sacco di Roma del 1527, come documentato dallo Zani. Nella città pontificia, Marco era giunto forse nel 1510, per lavorare nella bottega del Baviera, ovvero Bavero de' Carrocci, accanto a Marcantonio e Agostino Veneziano. A Roma, il ravennate oltre a tradurre i grandi esempi della statuaria classica si dedica essenzialmente all riproduzione dei disegni del Sanzio, sull’esempio di quanto andava facendo il Raimondi. Singolare incisore, Marco è il vero innovatore della scuola di Marcantonio con le sue stampe “pittoricamente complete” a volte realizzate in epoca antecedente a quella di Marcantonio. Al Dente il Bartsch assegna sessantadue soggetti aumentati dal Passavant a sessantaquattro.