Fanciulla accanto a un vaso

Riferimento: 4309
Autore Agostino de Musi detto VENEZIANO
Anno: 1518 ca.
Misure: 140 x 210 mm
Non Disponibile

Riferimento: 4309
Autore Agostino de Musi detto VENEZIANO
Anno: 1518 ca.
Misure: 140 x 210 mm
Non Disponibile

Descrizione

Bulino, 1518 circa, privo di firma.

Magnifica prova, ricca di toni, impressa su sottile carta vergata coeva “testa di Re con corona in un cerchio”, rifilata alla linea marginale, piccole ossidazioni, per il resto in ottimo stato di conservazione.

Il foglio appartiene a un gruppo di incisioni, tutte delle stesse dimensioni, raffiguranti giovani donne accanto a vasi antichi. I corpi, sommariamente coperti, sono di grande bellezza ed eleganza.

Secondo il Bartsch questi soggetti derivano da Raffaello, mentre sia  Passavant che recentemente Oberhuber sostengono la derivazione da Giulio Romano o da Luca Penni.


Timbro di collezione al verso della collezione di Luciana Simonetti (Lugt 3616).

Bibliografia

Bartsch, XIV, p.353, 474; Passavant, p. 594, 90; Oberuhuber, Roma e lo stile classico di Raffaello, p. 196, 130. Dimensioni 140x210.

Agostino de Musi detto VENEZIANO (Venezia 1490 ca. - Roma 1536/38)

Erede della grande tradizione del Raimondi è Agostino Musi cioè della famiglia de Masys o dè Musis detto Veneziano, appellativo che deriva dal nome della città dove ha luogo la sua formazione nello stile giorgionesco delle opere di Giulio Campagnola, di Jacopo dè Barbari e del Durer. Prima di giungere a Roma, Agostino soggiorna a Firenze dove traduce opere di Andrea del Sarto. A Roma nella bottega di Bavero di Carrocci detto il Baviera, Agostino risulta dal 1516 ca. fino al Sacco di Roma che costringerà Marcantonio alla fuga e causerà la morte di Marco Dente. Dopo il Sacco, è facilmente ipotizzabile un soggiorno del Veneziano a Firenze e a Mantova, dove traduce i modelli di Giulio Romano. Di ritorno a Roma già nel 1530/31, Agostino incide bellissimi Vasi antichi e moderni con gli Stemmi di Clemente VII de' Medici , all’insegna di quel decorativismo lineare che gli è proprio e con cui realizzerà opere dal vibrante colorismo alla bottega di Antonio Salamanca ,il primo dei grandi editori romani. Sono 181 le stampe che il Bartsch gli assegna, le cui date vanno dal 1509 al 1536; ad esse il Passavant aggiunge altri 7 soggetti(VI, pp.49-68)

Bibliografia

Bartsch, XIV, p.353, 474; Passavant, p. 594, 90; Oberuhuber, Roma e lo stile classico di Raffaello, p. 196, 130. Dimensioni 140x210.

Agostino de Musi detto VENEZIANO (Venezia 1490 ca. - Roma 1536/38)

Erede della grande tradizione del Raimondi è Agostino Musi cioè della famiglia de Masys o dè Musis detto Veneziano, appellativo che deriva dal nome della città dove ha luogo la sua formazione nello stile giorgionesco delle opere di Giulio Campagnola, di Jacopo dè Barbari e del Durer. Prima di giungere a Roma, Agostino soggiorna a Firenze dove traduce opere di Andrea del Sarto. A Roma nella bottega di Bavero di Carrocci detto il Baviera, Agostino risulta dal 1516 ca. fino al Sacco di Roma che costringerà Marcantonio alla fuga e causerà la morte di Marco Dente. Dopo il Sacco, è facilmente ipotizzabile un soggiorno del Veneziano a Firenze e a Mantova, dove traduce i modelli di Giulio Romano. Di ritorno a Roma già nel 1530/31, Agostino incide bellissimi Vasi antichi e moderni con gli Stemmi di Clemente VII de' Medici , all’insegna di quel decorativismo lineare che gli è proprio e con cui realizzerà opere dal vibrante colorismo alla bottega di Antonio Salamanca ,il primo dei grandi editori romani. Sono 181 le stampe che il Bartsch gli assegna, le cui date vanno dal 1509 al 1536; ad esse il Passavant aggiunge altri 7 soggetti(VI, pp.49-68)