Sileno sostenuto da un giovane baccante

Riferimento: S39708
Autore Marcantonio RAIMONDI
Anno: 1520 ca.
Misure: 137 x 270 mm
1.500,00 €

Riferimento: S39708
Autore Marcantonio RAIMONDI
Anno: 1520 ca.
Misure: 137 x 270 mm
1.500,00 €

Descrizione

Bulino, 1520-1525 circa, firmato in lastra col il monogramma "MAF" in basso a sinistra.

Magnifica prova, ricca di toni e ben contrastata, impressa su carta vergata coeva con filigrana “doppio cerchio con croce di S. Andrea”, irregolarmente rifilata ai margini, con parziale perdita di inciso su tre lati: circa 1 cm nel margine superiore e circa 0,5 cm ai due lati.

L'antico prototipo del "Sileno supportato da un giovane baccante"a partire dal XIX secolo  è stato riconosciuto come parte di un rilievo che si trovava un tempo a Villa Albani, a Roma. Come da sua consuetudine, Marcantonio non ha riprodotto tutti gli elementi dell'antico rilievo, ma ha aggiunto alcuni dettagli descrittivi come l'albero nella parte sinistra, la botte di vino, la coppa di vino rovesciata e il "tirso" ricoperto di vite tenuto dal giovane baccante. Inoltre, ha dato alla composizione un carattere pittorico aggiungendo una linea di terra con erba e alcune striature simili a nuvole nel cielo; quindi, non ha tentato di creare l'effetto di un rilievo come aveva fatto nella precedente incisione dei "Due Fauni che trasportano un bambino in una cesta” (Bartch XIV, 186, 230), basato su un antico rilievo.

Circa l’autore della composizione, le opinioni degli studiosi hanno sempre oscillato tra Raffaello e Giulio Romano. In recenti studi è stato sostenuto, su basi più convincenti, il nome di Giulio Romano per le somiglianze tra quest'opera e la contemporanea incisione di Marcantonio, su disegno di Giulio,  "Ercole e Anteo".


Il carattere forte ed espressivo delle figure e lo sforzo muscolare conferiscono alla scena una certa tensione, caratteristica frequente dei dipinti di Giulio, come la "Lapidazione di Santo Stefano" (Genova, S. Stefano) del 1523.

Bibliografia

Bartsch, XIV, 222, 294; Passavant, VI, 29, 181; Delaborde, 135.

Marcantonio RAIMONDI (Sant'Andrea in Argine 1480 circa - Bologna 1534)

Marcantonio Raimondi, il più grande incisore del primo Rinascimento interprete e divulgatore di Raffaello, nasce a Sant’Andrea in Argine vicino a Bologna. La prima educazione artistica del Raimondi ha luogo a Bologna nella Bottega del pittore e orafo Francesco Francia intorno al 1504. La sua prima incisione datata reca l’anno 1505; nel 1506 il Raimondi parte per Venezia ed è in quest’anno che si stacca definitivamente dalla scuola franciana ed inizia il nuovo stile dove emergono influenze mantegnesche e più ancora dureriane. Secondo il racconto del Vasari, il Raimondi entra in diverbio con il Durer, che soggiorna a Venezia, per aver contraffatto, riproducendole in rame, le 17 xilografie della Vita della Vergine. Dopo il 1507 Marcantonio si volge alla produzione di modelli fiorentini e romani. A Roma nel 1509, prima dell’incontro fondamentale con Raffaello e con la scultura romana, Marcantonio entra nella cerchia degli artisti quattrocenteschi operanti nella città tra i quali spicca Jacopo Rimanda, il pittore bolognese impegnato nella decorazione delle sale capitoline. Subito dopo, nel 1510, il Raimondi si afferma come interprete e disegnatore di Raffaello che ha conosciuto alla bottega del Baviera. La Lucrezia sigla l’inizio del rapporto con l’urbinate e inaugura il nuovo stile pittorico di Marcantonio ispirato da Luca di Leida. Tuttavia, accanto alle incisioni che riproducono i disegni dell’urbinate, il Raimondi continua a produrre stampe di propria invenzione e dall’antico, la cui influenza è determinante su tutta la grafica futura sempre tesa alla semplicità classica.(cfr.Dubois-Reymond 1978). Verso il 1515-1516 Marcantonio dimostra un maggior interesse verso gli effetti chiaroscurali, forse suggestionato in questo dall’arrivo di Agostino Veneziano e Marco Dente alla bottega del Baviera. Fino al 1520, anno della morte di Raffaello, il Raimondi ha vissuto nell’orbita del Sanzio continuando a incidere i suoi disegni e quelli dei principali scolari, da Giovan Francesco Penni a Giulio Romano. La sua attività subisce il crollo con il Sacco di Roma del ’27 in cui è costretto a sborsare una grossa somma agli invasori per avere salva la vita; ridotto alla miseria si ritira a Mantova e poi a Bologna, dove muore poco meno che mendico prima del ’34.

Bibliografia

Bartsch, XIV, 222, 294; Passavant, VI, 29, 181; Delaborde, 135.

Marcantonio RAIMONDI (Sant'Andrea in Argine 1480 circa - Bologna 1534)

Marcantonio Raimondi, il più grande incisore del primo Rinascimento interprete e divulgatore di Raffaello, nasce a Sant’Andrea in Argine vicino a Bologna. La prima educazione artistica del Raimondi ha luogo a Bologna nella Bottega del pittore e orafo Francesco Francia intorno al 1504. La sua prima incisione datata reca l’anno 1505; nel 1506 il Raimondi parte per Venezia ed è in quest’anno che si stacca definitivamente dalla scuola franciana ed inizia il nuovo stile dove emergono influenze mantegnesche e più ancora dureriane. Secondo il racconto del Vasari, il Raimondi entra in diverbio con il Durer, che soggiorna a Venezia, per aver contraffatto, riproducendole in rame, le 17 xilografie della Vita della Vergine. Dopo il 1507 Marcantonio si volge alla produzione di modelli fiorentini e romani. A Roma nel 1509, prima dell’incontro fondamentale con Raffaello e con la scultura romana, Marcantonio entra nella cerchia degli artisti quattrocenteschi operanti nella città tra i quali spicca Jacopo Rimanda, il pittore bolognese impegnato nella decorazione delle sale capitoline. Subito dopo, nel 1510, il Raimondi si afferma come interprete e disegnatore di Raffaello che ha conosciuto alla bottega del Baviera. La Lucrezia sigla l’inizio del rapporto con l’urbinate e inaugura il nuovo stile pittorico di Marcantonio ispirato da Luca di Leida. Tuttavia, accanto alle incisioni che riproducono i disegni dell’urbinate, il Raimondi continua a produrre stampe di propria invenzione e dall’antico, la cui influenza è determinante su tutta la grafica futura sempre tesa alla semplicità classica.(cfr.Dubois-Reymond 1978). Verso il 1515-1516 Marcantonio dimostra un maggior interesse verso gli effetti chiaroscurali, forse suggestionato in questo dall’arrivo di Agostino Veneziano e Marco Dente alla bottega del Baviera. Fino al 1520, anno della morte di Raffaello, il Raimondi ha vissuto nell’orbita del Sanzio continuando a incidere i suoi disegni e quelli dei principali scolari, da Giovan Francesco Penni a Giulio Romano. La sua attività subisce il crollo con il Sacco di Roma del ’27 in cui è costretto a sborsare una grossa somma agli invasori per avere salva la vita; ridotto alla miseria si ritira a Mantova e poi a Bologna, dove muore poco meno che mendico prima del ’34.