Aevi Veteris Typus Geographicus

Riferimento: S46082
Autore Abraham ORTELIUS
Anno: 1590 ca.
Zona: Planisfero tolemaico
Luogo di Stampa: Anversa
Misure: 440 x 315 mm
1.250,00 €

Riferimento: S46082
Autore Abraham ORTELIUS
Anno: 1590 ca.
Zona: Planisfero tolemaico
Luogo di Stampa: Anversa
Misure: 440 x 315 mm
1.250,00 €

Descrizione

Splendida carta storico-geografica del mondo secondo Tolomeo, pubblicata nel Parergon di Abraham Ortelius.

Esemplare dalla rara edizione italiana del Theatrum Orbis Terrarum stampata ad Anversa da Jean Baptiste Vrients nel 1608 e quindi nel 1612. Un secondo stato della lastra tra il 1595 e il 1598, il toponimo TAPROBANA fu rimosso da Sumatra e Taprobana fu aggiunto allo Sri Lanka. 

Titolo: AEVI VETERIS, TYPVS GEOGRAPHICVS. Cartiglio in basso al centro: "Abrah. Ortelius Regiæ Mts. | Geographus describ. cum Privilegijs de:|cennalib. Imp. Reg. et Cancellariæ Brabantiæ. | Antverpiæ Ambivaritorum. | 1590".  Cartiglio inferiore: EN SPECTATOR, PILAE TOTIVS TERRAE ICHNOGRAPHIAM : AT VETERIBVS, VSQVE AD ANNVM SALV:|TIS NONAGESIMVM SECVNDVM SVPRA MILLES.QVADRINGENT. COGNITÆ, TANTVM GEOGRAPHIAM. [Spettatore, vedi qui un'iconografia o un puzzle del mondo intero, come anche dell'intera geografia conosciuta dagli antichi fino al salutare anno 1492]. Sulla mappa, dall'alto verso il basso: Zona frigida et inhabitabilis. | Circulus Arcticus Sive Borealis" | Zona temperata, et habitabilis. | "Tropicus Cancri, Sive Aestivalis". | Zona torrida, et ob solis nimium | fervorem a veteribus inhabitabilis credita. | "Aequinoctalis, sive Aequidialis circulus". | Tropicus Capricorni, Sive Hyemalis" | Zona temperata, et habitabilis. | Circulus Antarcticus, Sive Australis" | Zona frigida, et inhabitabilis.

Realizzato da Ortelius sulla base delle conoscenze antiche. Sono citati in particolare diciassette autori classici e le loro opere. Vengono citate anche le scoperte successive a quella di Colombo, cioè quelle dei portoghesi nell'Asia meridionale e orientale e quelle di Richard Hakluyt nell'Asia settentrionale.

Circa una decade dopo la pubblicazione del “moderno” Theatrum Orbis Terrarum, Ortelius rispose alle “preghiere di amici e studiosi di storia antica, sacra e profana” e compilò una serie di mappe di soggetto biblico e classico, quasi tutte disegnate da lui. Intitolò l’opera “Parergon theatri”, ovvero “aggiunta, appendice, del Theatrum”, ma al tempo stesso anche complementare al Theatrum: il Paregon theatri forniva per il mondo antico lo stesso materiale che Ortelius aveva fornito per il mondo moderno con il Theatrum: carte geografiche. Lo spirito del Parergon è tutto riassunto nel motto historiae oculus geographia riportato sul frontespizio: la geografia è l’occhio della storia. Le mappe del mondo antico avevano lo scopo di “rendere più chiari gli storici antichi e i poeti”. Le mappe del Paregon sono di tre tipologie: antiche regioni; carte letterarie e carte bibliche.

Come sottolinea Koeman “il Parergon deve essere considerato come lavoro personale di Ortelius. Per quest'opera, infatti, diversamente dal Theatrum, non copiò le mappe di altri cartografi, ma ne disegnò lui stesso di nuove ed originali. Riprese luoghi, regioni e territori delle civiltà classiche illustrandone e spiegandone la storia, una materia molto vicina al suo cuore. Le mappe e le lastre del Parergon devono essere valutate come le più importanti incisioni che rappresentano il diffuso interesse per la geografia classica nel XVI secolo”.

"Questa nostra palla della terra piu oltre non fu conosciuta, (Cosa da maravigliarsi) infin all'anno de nostri padri 1492. Nel quale Christoforo Colombo Genovese il primo de gli huomini, & ciò con gli augurii delli Regi di Castiglia, discoperse la parte inverso di Ponente, che infin à quella stagione era restata oscura, & men conosciuta" (p. vj). All'interno della proiezione ovale della terra, suddivisa in fasce climatiche, il disegno cartografico mette in evidenza la parte di terra conosciuta al tempo degli antichi, per i quali la divisione del mondo in tre continenti era la più diffusa. Lo stesso Plinio nella sua Naturalis Historia, al paragrafo 3 del III libro, scrive "Terrarum orbis universus in tres dividitur partes, Europam, Asiam, Africam", nella quale i fiumi Tanai (Don) e Nilo segnano rispettivamente i confini tra Europa ed Asia e quello tra l'Asia e Africa; anche se nel successivo paragrafo 5, incominciando la trattazione dell'Europa leggiamo "quam plerique merito non tertiam portionem fecere, verum aequam, in duas partes ab amne Tanai ad Gaditanum fretum universo orbe diviso" schierandosi così a favore della seconda tesi, sostenuta da diversi scrittori dell'epoca, per cui il mondo era diviso in due soli continenti, Europa ed Asia, considerando l'Africa parte di quest'ultima. Nel disegno "tolemaico" delle terre emerse evidentemente Ortelio non ha potuto dimenticare di essere un cartografo moderno e ha tracciato i contorni dei tre continenti come venivano disegnati nel suo tempo, basta controllare sia il disegno della parte finale del continente asiatico, ove non c'è più traccia della chiusura tolemaica, ma soprattutto nella delineazione del continente africano, abbastanza moderno. In questa bellissima carta Ortelio non ha potuto fare a meno di ricordare ai suoi lettori di essere un uomo del suo tempo e di conoscere perfettamente il mondo conosciuto, com'è dato vedere dai quattro continenti posizionati agli angoli del planisfero. In alto a sinistra l'Europa, perfettamente delineata anche nelle terre nordiche, a destra un'Asia totalmente compiuta e non più legata all'America e con, nell'estremo nord la presenza "errata" delle terre artiche, in basso a destra un'America reale che mostra soprattutto nel parte sud un disegno di puro stampo mercatoriano e la presenza della Terra Australis mentre in basso a destra stranamente il continente africano riporta un'immagine molto più vecchia di quella che si trova al centro con un esagerato Golfo di Guinea, proprio della cartografia più antica, anche se non riporta più il disegno dei Monti della Luna. Nel planisfero "moderno" Ortelio ha segnato i gradi di latitudine da 90° N a 90°S e la longitudine segnata sull'equatore nei suoi 360° e dove il grado O taglia esattamente l'area delle Isole Fortunate (Canarie). Sempre sul medesimo planisfero il cartografo ha segnato le vecchie fasce climatiche, classiche e medievali: ZONA FRIGIDA, ET INHABITABILIS./ ZONA TEMPERATA,ET HABITABILIS./ ZONA TORRIDA, ET OB SOLIS NIMIUM FERVOREM A VETERIBUS INHABITABILIS CREDITA./ ZONA TEMPERATA, ET HABITABILIS. /ZONA FRIGIDA, ET INHABITABILIS. Nella zona inferiore della tavola si leggono queste parole: EN SPECTATOR, PILAE TOTIUS TERRAE ICHNOGRAPHIAM. AT VETERIBUS, USQUE AD ANNUM SALUTIS NONAGESIMUM SECUNDUM SUPRA MILLES. QUADRINGENT. COGNITAE, TANTUM GEOGRAPHIAM. Molto bello il cartiglio con inseriti all’interno il nome del cartografo e la data: Abrah. Ortelius Regiae Mes Geographicus describ. Cum Privilegiis decennabil. Imp. Reg. et Cancellarie Brabantie. Antvuerpiae Ambivaritorum 1590" (cfr. Simonetta Conti in Associazione “Roberto Almagià”, Plinio, Guida e mito delle scoperte geografiche, Il Parergon di Ortelio, conoscenza geo-storica del mondo antico (2023), pp. 56-57, n. 5).

Esemplare con magnifica coloritura coeva, carta leggermente brunita, per il resto in ottimo stato di conservazione.

Bibliografia

Cfr. L. Bagrow, A. Ortelli Catalogus Cartographorum; cfr. C. Koeman, Atlantes Neerlandici; Peter H. Meurer, Fontes Cartographici Orteliani, n. 13p; M. Van den Broecke, Ortelius Atlas Maps, n. 186 II/II; Van der Krogt, Koeman’s Atantes Neerlandici: 0800H:31; Shirley map 176, plate 143, pp. 193-194.

Abraham ORTELIUS (1528 - 1598)

Abraham Ortel, più noto come Ortelius, nacque ad Anversa nel 1528, e qui avviò un’attività come commerciante di libri e “pittore di mappe”. Viaggiò molto, specialmente per recarsi alle gradi fiere librarie, stabilendo contatti professionali e amichevoli con altri cartografi europei dai quali derivò la sua collezione di mappe. Punto cruciale nella sua carriera fu il 1564, con la pubblicazione della Mappa del Mondo in otto fogli, di cui si conosce solo una copia. Nel 1570 pubblicò, in una stessa scala, la sua collezione di mappe sotto il titolo di Theatrum Orbis Terrarum, opera che di fatto costituì il primo esempio di atlante sistematico, sebbene il termine stesso verrà usato per la prima volta da Mercator venti anni più tardi. Il Theatrum, le cui mappe furono elegantemente incise per lo più da Frans Hogenberg, ottenne un successo immediato e conobbe ben 42 edizioni in varie lingue fino a quella definitiva del 1612, inclusa l’Appendix, pubblicata di tanto in tanto, con le ultime scoperte dell’epoca. Ortelius fu anche il primo a citare le sue fonti menzionando i nomi dei cartografi. Inoltre compilò una serie di mappe storiche col titolo Parergon Theatri. L’opera, contenente anche una riproduzione della Tabula Peutingeriana, edito per la prima volta nel 1579, fu pubblicata sia separatamente sia come parte integrante del Theatrum.

Abraham ORTELIUS (1528 - 1598)

Abraham Ortel, più noto come Ortelius, nacque ad Anversa nel 1528, e qui avviò un’attività come commerciante di libri e “pittore di mappe”. Viaggiò molto, specialmente per recarsi alle gradi fiere librarie, stabilendo contatti professionali e amichevoli con altri cartografi europei dai quali derivò la sua collezione di mappe. Punto cruciale nella sua carriera fu il 1564, con la pubblicazione della Mappa del Mondo in otto fogli, di cui si conosce solo una copia. Nel 1570 pubblicò, in una stessa scala, la sua collezione di mappe sotto il titolo di Theatrum Orbis Terrarum, opera che di fatto costituì il primo esempio di atlante sistematico, sebbene il termine stesso verrà usato per la prima volta da Mercator venti anni più tardi. Il Theatrum, le cui mappe furono elegantemente incise per lo più da Frans Hogenberg, ottenne un successo immediato e conobbe ben 42 edizioni in varie lingue fino a quella definitiva del 1612, inclusa l’Appendix, pubblicata di tanto in tanto, con le ultime scoperte dell’epoca. Ortelius fu anche il primo a citare le sue fonti menzionando i nomi dei cartografi. Inoltre compilò una serie di mappe storiche col titolo Parergon Theatri. L’opera, contenente anche una riproduzione della Tabula Peutingeriana, edito per la prima volta nel 1579, fu pubblicata sia separatamente sia come parte integrante del Theatrum.