Mantua

Riferimento: s7543
Autore Johannes JANSSONIUS
Anno: 1657 ca.
Zona: Mantova
Luogo di Stampa: Leida
Misure: 490 x 355 mm
Non Disponibile

Riferimento: s7543
Autore Johannes JANSSONIUS
Anno: 1657 ca.
Zona: Mantova
Luogo di Stampa: Leida
Misure: 490 x 355 mm
Non Disponibile

Descrizione

Pianta prospettica edita, per la prima volta, da Johannes Janssonius nel 1657 circa. Si tratta di una copia fedele della stampa di Braun e Hogenberg del 1575 con delle varianti nella posizione e composizione dei cartigli; quello originale Ë qui sostituito dal classico barocco con figure.

Esemplare stampato da Pieter Vander Aa nel 1722, inserita nel Thesaurus antiquitatum et historiarum Italiae... Lugduni Batavorum, excudit Petrus van der Aa... MDCCXXII.

“È una copia molto attenta della pianta di Braun-Hogenberg, l'unica variante riguarda il titolo, qui spostato in basso a destra e inserito in una composizione di gusto barocco, formata da varie figure tra cui un putto che regge il compasso. Per la prima volta viene pubblicata nella raccolta di Johannes Janssonius, Theatrum urbium Italiae aliarumque in insulis Maris Mediterraneae, Amsterdam s.d. (1657 circa), vol. V. Janssonius si propose di rinnovare il successo riscosso dalle Civitates orbis terrarum del Braun e riuscì ad acquistare in blocco la raccolta di rami dagli eredi dell'ultimo editore-incisore dell'opera di Colonia; eliminati quelli più deteriorati, ne aggiunse parecchi di nuovi, dando origine ad una splendida edizione ricca di tavole decorate da cartigli e cornici di gusto barocco, motivi cari all'autore che comprese le istanze del suo secolo e se ne fece portavoce. […] Alla fine del secolo Frederik de Witt, che già aveva al suo attivo edizioni di carte e di atlanti, venne in possesso dei rami pubblicati dallo Janssonius e preparò una nuova edizione intitolata Theatrum praecipuarum totius Europae urbium tam icono- graphice quam cospicue delineatarum, Amsterdam s.d. (1680 circa). La carta di Mantova, che ivi compare, non ha subito variazioni rispetto all'edizione di Janssonius, solo l'aggiunta, sotto il titolo, in basso a sinistra: F. de Witt excudit Amstel (odami). Infine la lastra viene in possesso dell’editore Pieter Vander AA che la utilizza per illustra l’opera di Johan Georg Graevius, Thesaurus antiquitatum et historiarum Italiae, collectus cura et studioJ. G. Graevii, et ad finem perductus a P. Burmanno... Leida, Peter van der Aa, 1704-1723; l'opera comprende 9 parti divise in 30 volumi; è dedicata a Mantova la parte seconda del tomo IV che ripete il titolo: Thesaurus antiquitatum et historiarum Italiae... Lugduni Batavorum, excudit Petrus van der Aa... MDCCXXII, e contiene l'opera, in cui si trova la pianta prospettica, dal titolo: Baptista Sacchi cremonensis, ex vico Platina, vulgo appellati Platinae, historica inclytae urbis Mantuae et serenissimae familiae Gonzagae, in libros sex divisa” (cfr. D. Ferrari, Manotva nelle stampe, p. 53).

La pianta prospettica del Braun Hogenberg segna una tappa fondamentale nell'evoluzione della cartografia mantovana a stampa. Abbandonate le rappresentazioni fantastiche e di notevole ingenuità esecutiva del secolo precedente, sostituite le matrici in legno con quelle in rame che permettono risultati più completi, la rappresentazione urbana, pur mancando di elementi principali quali il castello, è riconducibile all'impianto essenziale della città con i ponti che attraversano i laghi, il Rio, l'isola del Te, i borghi fortificati di Porto e S. Giorgio. Vengono resi proporzionalmente i rapporti altimetrici e volumetrici tra gli edifici e le superfici viabili; lo spazio destinato all'asset- to urbano è a sua volta in relazione a quello lacustre. In tal modo viene subito evidenziata la posizione naturale della città, in medio paludium, che la rende eccezionalmente protetta e difesa. La rappresentazione degli alzati è dettata da una ricerca di effetti chiaroscuriali e moduli scenografici che rispondono ad una motivazione di carattere estetico, così come la linea montuosa sullo sfondo, ma tale rappresentazione risponde anche ad un criterio di gerarchizzazione di funzioni: in primo piano si impongono all'attenzione dello spettatore le strutture del potere laico (il complesso della Corte) ed ecclesiastico (S. Pietro e S. Andrea). Per questo motivo la città viene ripresa da nord nord-est, inaugurando un'impostazione che persisterà in moltissimi esemplari filiati da questo prototipo, la cui fortuna continuerà fino al XVIII secolo.


Acquaforte, finemente colorata a mano, in ottimo stato di conservazione.

Bibliografia

D. Ferrari, Mantova nelle stampe, n. 27.

Johannes JANSSONIUS (1588-1664)

Johannes Janssonius, più comunemente noto come Jan Jansson, nacque ad Arnhem nel 1588 dove il padre era libraio e editore (Jan Janszoon il Vecchio). Nel 1612 sposò la figlia del cartografo e editore Jodocus Hondius, e aprì un’attività ad Amsterdam come editore di libri. Dal 1630 al 1638 collaborò con suo cognato, Henricus Hondius, stampando edizioni accresciute dell’atlante Mercator/Hondius, al quale venne aggiunto il suo nome. Sotto la guida di Janssonius l’Atlante fu costantemente ampliato fino alla pubblicazione dell’Atlas Major, in 11 volumi, nel 1660. L'undicesimo volume fu l’atlante del cielo di Andreas Cellarius.Dopo la morte di Jansson, i suoi eredi pubblicarono una serie di mappe in un Atlas Contractus , nel 1666, e successivamente molte alter lastre delle sue mappe inglesi vennero acquistate da Pieter Schenk e Gerard Valck, che le pubblicarono ancora nel 1683 in mappe separate.

Johannes JANSSONIUS (1588-1664)

Johannes Janssonius, più comunemente noto come Jan Jansson, nacque ad Arnhem nel 1588 dove il padre era libraio e editore (Jan Janszoon il Vecchio). Nel 1612 sposò la figlia del cartografo e editore Jodocus Hondius, e aprì un’attività ad Amsterdam come editore di libri. Dal 1630 al 1638 collaborò con suo cognato, Henricus Hondius, stampando edizioni accresciute dell’atlante Mercator/Hondius, al quale venne aggiunto il suo nome. Sotto la guida di Janssonius l’Atlante fu costantemente ampliato fino alla pubblicazione dell’Atlas Major, in 11 volumi, nel 1660. L'undicesimo volume fu l’atlante del cielo di Andreas Cellarius.Dopo la morte di Jansson, i suoi eredi pubblicarono una serie di mappe in un Atlas Contractus , nel 1666, e successivamente molte alter lastre delle sue mappe inglesi vennero acquistate da Pieter Schenk e Gerard Valck, che le pubblicarono ancora nel 1683 in mappe separate.