Sacra famiglia con la Vergine che legge

Riferimento: S7236
Autore Giulio CARPIONI
Anno: 1650
Misure: 147 x 215 mm
1.100,00 €

Riferimento: S7236
Autore Giulio CARPIONI
Anno: 1650
Misure: 147 x 215 mm
1.100,00 €

Descrizione

Acquaforte, 1650, firmata in lastra in basso a destra.

Esemplare nel secondo stato di tre, con l’indirizzo dell’editore Matteo Cadorin aggiunto in basso al centro.

Straordinaria prova, caratterizzata dal plate-tone tipico delle prime tirature, impressa su carta vergata coeva con filigrana non leggibile, con piccoli margini, in eccellente stato di conservazione.

Il graffio di lastra visibile alla destra del San Giuseppe è tipico di tutte le prove del primo e secondo stato.

Giulio Carpioni (1613-1679) fu seguace del Parmigianino e poi del veronese Ottino del quale subì influenze di eco caravaggesca, il Carpioni è uno dei più interessanti interpreti del classicismo neo venezianeggiante del Seicento in Italia settentrionale. Unendo esperienze più varie, che vanno dal realismo lombardo al classicismo bolognese e soprattutto poussiniano, conosciuto forse tramite le stampe di Pietro Testa, l’artista raggiunge un linguaggio figurativo personalissimo, tra i più interessanti della contemporanea pittura veneta, legati soprattutto alle sue celebri raffigurazioni di baccanali e scene pastorali popolate di ninfe e satiri. Questi temi sono svolti dal Carpioni anche in qualche acquaforte, tecnica che interessò l’artista  limitatamente a pochi pezzi realizzati, assai rari e tutti pervasi di quello spirito di classicismo affine alle opere realizzate da Poussin nel suo primo periodo romano, alla produzione giovanile di Pietro Testa e di Giovanni B. Castiglione. Notissimo per la sua attività pittorica, si dedicò all’incisione nel periodo iniziale della sua carriera, quasi in fase sperimentale, utilizzando il mezzo incisorio come ricerca espressiva e di forma.

Bibliografia

Bartsch / Le Peintre graveur (XX.181.5); Calabi 1921 / The etchings of Giulio Carpione (3.II); Mazzoli 2008 / Giulio Carpioni incisore tra classicismo e barocco (5)

Giulio CARPIONI (Vicenza 1613 – 1679)

Seguace del Parmigianino e poi del veronese Ottino del quale subì influenze di eco caravaggesca, il Carpioni è uno dei più interessanti interpreti del classicismo neo venezianeggiante del Seicento in Italia settentrionale. Unendo esperienze più varie, che vanno dal realismo lombardo al classicismo bolognese e soprattutto poussiniano, conosciuto forse tramite le stampe di Pietro Testa, l’artista raggiunge un linguaggio figurativo personalissimo, tra i più interessanti della contemporanea pittura veneta, legati soprattutto alle sue celebri raffigurazioni di baccanali e scene pastorali popolate di ninfe e satiri. Questi temi sono svolti dal Carpioni anche in qualche acquaforte, tecnica che interessò l’artista limitatamente a pochi pezzi realizzati, assai rari e tutti pervasi di quello spirito di classicismo affine alle opere realizzate da Poussin nel suo primo periodo romano, alla produzione giovanile di Pietro Testa e di Giovanni B.Castiglione. Notissimo per la sua attività pittorica, si dedicò all’incisione nel periodo iniziale della sua carriera, quasi in fase sperimentale, utilizzando il mezzo incisorio come ricerca espressiva e di forma.

Giulio CARPIONI (Vicenza 1613 – 1679)

Seguace del Parmigianino e poi del veronese Ottino del quale subì influenze di eco caravaggesca, il Carpioni è uno dei più interessanti interpreti del classicismo neo venezianeggiante del Seicento in Italia settentrionale. Unendo esperienze più varie, che vanno dal realismo lombardo al classicismo bolognese e soprattutto poussiniano, conosciuto forse tramite le stampe di Pietro Testa, l’artista raggiunge un linguaggio figurativo personalissimo, tra i più interessanti della contemporanea pittura veneta, legati soprattutto alle sue celebri raffigurazioni di baccanali e scene pastorali popolate di ninfe e satiri. Questi temi sono svolti dal Carpioni anche in qualche acquaforte, tecnica che interessò l’artista limitatamente a pochi pezzi realizzati, assai rari e tutti pervasi di quello spirito di classicismo affine alle opere realizzate da Poussin nel suo primo periodo romano, alla produzione giovanile di Pietro Testa e di Giovanni B.Castiglione. Notissimo per la sua attività pittorica, si dedicò all’incisione nel periodo iniziale della sua carriera, quasi in fase sperimentale, utilizzando il mezzo incisorio come ricerca espressiva e di forma.