La Maddalena

Riferimento: S32354
Autore Paolo FARINATI
Anno: 1569 ca.
Misure: 138 x 189 mm
900,00 €

Riferimento: S32354
Autore Paolo FARINATI
Anno: 1569 ca.
Misure: 138 x 189 mm
900,00 €

Descrizione

Acquaforte e bulino, firmato in basso a sinistra PAUL’ FARINAT F.

Esemplare nel terzo stato finale.

Bellissima prova, impressa su carta vergata coeva, rifilata al rame, in buono stato di conservazione.

Bibliografia

Bartsch XVI.164.2; Albricci 19.2; Marini in Verona 2006, no. 193.

Paolo FARINATI (Verona 1524 - 1606)

Pittore e disegnatore italiano. Figlio di un pittore, Giambattista, venne probabilmente iniziato al mestiere in un’altra bottega, quella di Nicola Giolfino (Vasari). La sua prima opera documentata, S. Martino e il Mandicante (1552; Mantova Cattedrale), fu commissionata dal Cardinal Ercole Gonzaga insieme ad altre opere di Battista dell’Angolo del Moro, Veronese e Domenico Brusasorci per la Cattedrale della città, restaurata da Giulio Romano. Come si evince dal chiaroscuro e dalla tipologia delle figure, Farinati aveva fatto proprie certe influenze manieriste degli affreschi sulla Vita della Vergine (1534) nel coro della Cattedrale di Verona, eseguiti da Francesco Torbido su disegno di Giulio. Anche lo stile eccentrico di Giolfino ha probabilmente incoraggiato Farinati ad enfatizzare le linee rispetto al colore e a restringere la gamma ai grigi, marroni, malva e ruggine. Le due tele Massacro degli Innocenti (1556; Verona, S Maria in Organo) mostrano le nette prospettive e le pose del Manierismo e ha una finitura più levigata delle prime opere. Le forti qualità plastiche sono evidenti anche in Cristo che cammina sull’Acqua e la Cena di San Gregorio (1558) nel coro della stessa chiesa. Queste caratteristiche si riuniscono con uno spazio architettonico più definito, derivato dal Veronese, nell’Ecce homo (1562; Verona, Castelvecchio). Nel 1566 Farinati dipinse due affreschi, Elia che Ascende al Paradiso e uno danneggiato con soggetto incerto, sulle mura a fianco della pala d’altare del Veronese nella Cappella Marogna, S Paolo, Verona. L’uso dei colori, più brillanti, è probabilmente dovuto all’influenza di Veronese. Gli affreschi mitologici e allegorici di Farinati a Palazzo Giuliari, Verona, vennero completati prima che egli iniziasse il suo giornale nel 1573. intorno al 1575 realizzò il ciclo di tele e affreschi delle Vite dei SS Nazario e Celso nel coro della chiesa a loro dedicata a Verona. Mentre la pala dei SS Francesco e Nicola (1588; Verona, S Paolo) presenta innovazioni coloristiche, lo stile rimase invariato. Le ultime opere includono La Moltiplicazione dei Pani e dei Pesci (1603; Verona, S Giorgio in Braida). I disegni formano una parte significativa dell’opera di Farinati, specialmente i chiaroscuri su carte colorate, usate spesso come modelli (es. New York, Met.; Vienna, Albertina; Washington, DC, N.G.A.).

Bibliografia

Bartsch XVI.164.2; Albricci 19.2; Marini in Verona 2006, no. 193.

Paolo FARINATI (Verona 1524 - 1606)

Pittore e disegnatore italiano. Figlio di un pittore, Giambattista, venne probabilmente iniziato al mestiere in un’altra bottega, quella di Nicola Giolfino (Vasari). La sua prima opera documentata, S. Martino e il Mandicante (1552; Mantova Cattedrale), fu commissionata dal Cardinal Ercole Gonzaga insieme ad altre opere di Battista dell’Angolo del Moro, Veronese e Domenico Brusasorci per la Cattedrale della città, restaurata da Giulio Romano. Come si evince dal chiaroscuro e dalla tipologia delle figure, Farinati aveva fatto proprie certe influenze manieriste degli affreschi sulla Vita della Vergine (1534) nel coro della Cattedrale di Verona, eseguiti da Francesco Torbido su disegno di Giulio. Anche lo stile eccentrico di Giolfino ha probabilmente incoraggiato Farinati ad enfatizzare le linee rispetto al colore e a restringere la gamma ai grigi, marroni, malva e ruggine. Le due tele Massacro degli Innocenti (1556; Verona, S Maria in Organo) mostrano le nette prospettive e le pose del Manierismo e ha una finitura più levigata delle prime opere. Le forti qualità plastiche sono evidenti anche in Cristo che cammina sull’Acqua e la Cena di San Gregorio (1558) nel coro della stessa chiesa. Queste caratteristiche si riuniscono con uno spazio architettonico più definito, derivato dal Veronese, nell’Ecce homo (1562; Verona, Castelvecchio). Nel 1566 Farinati dipinse due affreschi, Elia che Ascende al Paradiso e uno danneggiato con soggetto incerto, sulle mura a fianco della pala d’altare del Veronese nella Cappella Marogna, S Paolo, Verona. L’uso dei colori, più brillanti, è probabilmente dovuto all’influenza di Veronese. Gli affreschi mitologici e allegorici di Farinati a Palazzo Giuliari, Verona, vennero completati prima che egli iniziasse il suo giornale nel 1573. intorno al 1575 realizzò il ciclo di tele e affreschi delle Vite dei SS Nazario e Celso nel coro della chiesa a loro dedicata a Verona. Mentre la pala dei SS Francesco e Nicola (1588; Verona, S Paolo) presenta innovazioni coloristiche, lo stile rimase invariato. Le ultime opere includono La Moltiplicazione dei Pani e dei Pesci (1603; Verona, S Giorgio in Braida). I disegni formano una parte significativa dell’opera di Farinati, specialmente i chiaroscuri su carte colorate, usate spesso come modelli (es. New York, Met.; Vienna, Albertina; Washington, DC, N.G.A.).