La Pentecoste

Riferimento: S30749
Autore Domenico CAMPAGNOLA
Anno: 1518
Misure: 173 x 183 mm
3.800,00 €

Riferimento: S30749
Autore Domenico CAMPAGNOLA
Anno: 1518
Misure: 173 x 183 mm
3.800,00 €

Descrizione

Bulino, 1518, datato in lastra e firmato DO. CAP. sulla pergamena a sinistra. Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva, rifilata alla linea marginale, in perfetto stato di conservazione.

San Luca, negli Atti degli Apostoli (2: 1-4), racconta che nel giorno della Pentecoste lo Spirito Santo discese sugli apostoli e Maria, mentre pregavano insieme, in forma di singole lingue di fuoco che si posarono su ognuno di loro. Subito furono pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare nelle lingue delle nazioni che avrebbero evangelizzato.

L’iconografia tradizionale riporta sempre Maria al centro della composizione, e gli Apostoli ai due lati. Dunque, l’assenza della Vergine nell’opera del Campagnola è un fatto assolutamente inusuale. Anche la forma ovale è inusuale, ma viene utilizzata da Domenico anche per la Decapitazione di un Santo, al punto che Hind ipotizza che possano essere state incise sui due lati di una stessa lastra.

La composizione, proprio per l’assenza di Maria, sembrerebbe più appropriata per un’Assunzione, e infatti la disposizione e le azioni delle figure sono comparabili proprio con l’Assunzione del Campagnola stesso, datata 1517, ma anche con la celebre pala d’altare di Tiziano, per il convento dei Frari (1516-1518). In effetti, il modello per questa incisione è stato individuato in un disegno conservato al Louvre, raffigurante uno studio per un'Assunzione della Vergine o un’Ascensione di Cristo. Il disegno è spesso attribuito a Tiziano e considerato come preparatorio per l’Assunzione del convento dei Frari (1516-18).


Secondo Oberhuber, il disegno del Louvre sarebbe proprio del Campagnola e rappresenterebbe un suo studio sull’opera di Tiziano. Inoltre, questa incisione rifletterebbe anche, con le dovute modifiche e adattamenti, il disegno di Domenico per la sua Assunzione, datata 1517. Comparando le due opere, si nota che la Pentecoste appare più accurata: la composizione è più nitida, le figure occupano un volume maggiore e i dettagli sono più rifiniti. Questa evoluzione sarebbe il risultato dell’influenza di Tiziano: in quel periodo, infatti, Domenico studiava le sue opere, e potrebbe anche aver studiato direttamente con lui.

Hind sostiene che la lastra del Campagnola sia stata stampata prima senza data, e che l’anno 1518 sia stato aggiunto dopo, nel secondo stato. Tuttavia, Levenson-Oberhuber-Sheehan notano che gli esemplari non datati, da loro esaminati, non sono altro che impressioni tarde in cui la data è stata abrasa.

Ottimo esemplare di questa rarissima incisione.

Bibliografia

Levenson-Oberhuber-Sheehan, Early Italian Engraving, n. 158 p. 434; M. J. Zucker I TIB.25.19.003; Hind, V, p. 168 n.3. Dimensioni 173x183.

Domenico CAMPAGNOLA (Venezia 1500 – Padova 1564)

Figlio adottivo di Giulio Campagnola. Di estrazione germanica, fece il suo apprendistato presso Giulio a Venezia nel 1507. Un gruppo di disegni con soggetti pastorali, fortemente condizionati da Giorgione e Dürer, include uno sperimentale Paesaggio con Due Giovani (Londra, BM) e Paesaggio con Ragazzo Pescatore (Washington, DC, N.G.A.), risalenti sicuramente ai primi anni, forse prima del 1517. La sua carriera autonoma iniziò nel 1517-18 con un gruppo di incisioni e xilografie ormai indipendenti da Giulio Campagnola ma fortemente debitrici all’opera di Tiziano. In effetti, la stretta corrispondenza tra l’opera di Domenico e quella di Tiziano ha fatto supporre che Domenico fosse l’autore dei falsi disegni di Tiziano presi dalle controprove delle xilografie del maestro. Le stampe di Domenico sono invece realizzate con un’insolita tecnica morbida e approssimative e comprendono enigmatiche tematiche pastorali, come ad esempio il Pastore e il Vecchio Guerriero (1517), che ricorda l’umorale poesia di Giorgione, e soggetti religiosi, come l’Assunzione della Vergine (1517). Quest’ultima deriva da un dipinto di Tiziano con lo stesso soggetto (Venezia, Frari), completato l’anno successivo, cosa che suggerisce la possibilità di accesso di Domenico al laboratorio di Tiziano. La principale innovazione di Domenico fu la tecnica della xilografia ed è evidente che egli stesso intagliava i blocchi, piuttosto che affidarsi ad altri professionisti. L’energia dell’insolitamente audace Visione di S. Agostino è fortemente influenzata dalla xilografia di Tiziano S. Girolamo, intagliata da Ugo da Carpi.

Bibliografia

Levenson-Oberhuber-Sheehan, Early Italian Engraving, n. 158 p. 434; M. J. Zucker I TIB.25.19.003; Hind, V, p. 168 n.3. Dimensioni 173x183.

Domenico CAMPAGNOLA (Venezia 1500 – Padova 1564)

Figlio adottivo di Giulio Campagnola. Di estrazione germanica, fece il suo apprendistato presso Giulio a Venezia nel 1507. Un gruppo di disegni con soggetti pastorali, fortemente condizionati da Giorgione e Dürer, include uno sperimentale Paesaggio con Due Giovani (Londra, BM) e Paesaggio con Ragazzo Pescatore (Washington, DC, N.G.A.), risalenti sicuramente ai primi anni, forse prima del 1517. La sua carriera autonoma iniziò nel 1517-18 con un gruppo di incisioni e xilografie ormai indipendenti da Giulio Campagnola ma fortemente debitrici all’opera di Tiziano. In effetti, la stretta corrispondenza tra l’opera di Domenico e quella di Tiziano ha fatto supporre che Domenico fosse l’autore dei falsi disegni di Tiziano presi dalle controprove delle xilografie del maestro. Le stampe di Domenico sono invece realizzate con un’insolita tecnica morbida e approssimative e comprendono enigmatiche tematiche pastorali, come ad esempio il Pastore e il Vecchio Guerriero (1517), che ricorda l’umorale poesia di Giorgione, e soggetti religiosi, come l’Assunzione della Vergine (1517). Quest’ultima deriva da un dipinto di Tiziano con lo stesso soggetto (Venezia, Frari), completato l’anno successivo, cosa che suggerisce la possibilità di accesso di Domenico al laboratorio di Tiziano. La principale innovazione di Domenico fu la tecnica della xilografia ed è evidente che egli stesso intagliava i blocchi, piuttosto che affidarsi ad altri professionisti. L’energia dell’insolitamente audace Visione di S. Agostino è fortemente influenzata dalla xilografia di Tiziano S. Girolamo, intagliata da Ugo da Carpi.