Milone da Crotone

Riferimento: S45917
Autore Niccolò BOLDRINI
Anno: 1560 ca.
Misure: 420 x 305 mm
Non Disponibile

Riferimento: S45917
Autore Niccolò BOLDRINI
Anno: 1560 ca.
Misure: 420 x 305 mm
Non Disponibile

Descrizione

Milone di Crotone con le mani imprigionate in un albero mentre viene attaccato da un leone.

Xilografia, 1560 circa, priva di firma ed indicazioni editoriali. Da un soggetto di Giovanni Antonio da Pordenone.

Bellissima prova, impressa su carta vergata coeva priva di filigrana, con piccoli margini oltre la linea di demarcazione, tracce di piega centrale verticale, minime ossidazioni, per il resto in ottimo stato di conservazione.

Il grande atleta del VI secolo a.C. Milone da Crotone, del quale ci racconta Diodoro Siculo, è sorpreso da un branco di bestie feroci mentre è incastrato con una mano in un albero dal quale non può divincolarsi. Una di queste – un lupo nelle fonti storiche, un leone nella xilografia - lo azzanna ad un polpaccio e lo ucciderà.

Naoko Takahatake attribuisce la xilografia, per evidenti affinità stilistiche e sulla base dell’esame delle filigrane riscontrate, a Niccolò Boldrini. Dell’opera è nota anche una versione a chiaroscuro, attraverso il solo esemplare conosciuto oggi, stampato con colore verdino e nero da due blocchi, conservato al British Museum.

Pierre Mariette, descrivendo questa xilografia a un solo legno e non conoscendo la versione a chiaroscuro, si rese conto che ‘il disegno in nero sembrava incompleto, come se avesse bisogno del blocco tonale’ (Muraro Rosand 1976, p.138). Come nel caso del Cavaliere al galoppo, anche Milone da Crotone non fu il risultato di una collaborazione diretta tra Boldrini e Pordenone: l’intagliatore dovette copiare, molti anni dopo la morte di Pordenone, una sua invenzione (Landau 1983, p. 345).

Milone da Crotone venne dipinto da Pordenone negli affreschi - ormai del tutto perduti - di palazzo Mantica a Pordenone. Nella collezione della Smart University of Chicago (inv. 1975.31) è conservato un dipinto di Pordenone con lo stesso soggetto, ma con un paesaggio neutro. Probabilmente Boldrini associò all'invenzione di Pordenone un diverso paesaggio (Landau 1983, p. 345).

http://smartcollection.uchicago.edu/objects/3120/milo-of-croton-attacked-by-wild-beasts

Se del chiaroscuro è noto un solo esemplare, la xilografia è comunque rarissima; Naoko Takahatake descrive solo questi 7 esemplari: British Museum, London [1858,0417.1578], Museum of Fine Arts, Boston [1975.497], Museum of Fine Arts, Boston [P19578], Metropolitan Museum of Art, New York [49.51.2] Bassano del Grappa, Museo Civico, [n. inv. III-73-127], Smart Museum of Art, University of Chicago [1977.109], Brema Kunsthalle [inv. 33093].

Bibliografia

Passavant J.D., Le peintre-graveur: contenant l'Histoire de la gravure sur bois, sur métal et au burin jusque vers la fin du XVI siècle [...], Paris, 1860-1864, v. VI, p. 237, n.70; Tiziano e la silografia veneziana del Cinquecento, Vicenza, 1976, pp. 138-139, n. 81; Landau D., Printmaking in Venice and the Veneto, in “The Genius of Venice, 1500-1600”, London, 1983, p. 345; Urbini S., Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento, ALU.0288.1; Naoko Takahatake, 'The chiaroscuro woodcut in Renaisssance Italy', Los Angeles 2018, pp. 205-14.

Niccolò BOLDRINI (Vicenza, 1500 circa; Venezia, 1530–70)

Intagliatore italiano. Della sua vita poco si conosce; è famoso essenzialmente per quelle opere firmate ispirate a disegni di vari artisti. L’iscrizione TITIANVS INV/Nicolaus Boldrinus/Vicenti[n]us inci/debat. 1566 nella xilografia in chiaroscuro di Venere Cupido testimonia la sua conoscenza delle opere di Tiziano. Boldrini è stato a lungo considerato incisore delle opera di Tiziano per eccellenza e suo diretto collaboratore. Tuttavia, la critica contemporanea tende a circoscrivere tale collaborazione ad una sola opera, la xilografia dei Sei Santi. Alcune osservazioni di carattere storico-stilistico portano alla conclusione che alcuni paesaggi, come Paesaggio con Mungitrice e San Geronimo nella Landa, non sono il risultato di una diretta collaborazione Boldrini -Tiziano, ma del tedesco Giovanni Britto. Delle 30 opere a lui attribuite, stilisticamente e qualitativamente molto diverse fra loro, troviamo anche la Caricatura di Laocoonte e Marco Curzio.

Niccolò BOLDRINI (Vicenza, 1500 circa; Venezia, 1530–70)

Intagliatore italiano. Della sua vita poco si conosce; è famoso essenzialmente per quelle opere firmate ispirate a disegni di vari artisti. L’iscrizione TITIANVS INV/Nicolaus Boldrinus/Vicenti[n]us inci/debat. 1566 nella xilografia in chiaroscuro di Venere Cupido testimonia la sua conoscenza delle opere di Tiziano. Boldrini è stato a lungo considerato incisore delle opera di Tiziano per eccellenza e suo diretto collaboratore. Tuttavia, la critica contemporanea tende a circoscrivere tale collaborazione ad una sola opera, la xilografia dei Sei Santi. Alcune osservazioni di carattere storico-stilistico portano alla conclusione che alcuni paesaggi, come Paesaggio con Mungitrice e San Geronimo nella Landa, non sono il risultato di una diretta collaborazione Boldrini -Tiziano, ma del tedesco Giovanni Britto. Delle 30 opere a lui attribuite, stilisticamente e qualitativamente molto diverse fra loro, troviamo anche la Caricatura di Laocoonte e Marco Curzio.