Aerisio abbandona Danae e Perseo nel Mar Egeo

Riferimento: S10411
Autore Battista ANGOLO del Moro
Anno: 1550 ca.
Misure: 210 x 174 mm
500,00 €

Riferimento: S10411
Autore Battista ANGOLO del Moro
Anno: 1550 ca.
Misure: 210 x 174 mm
500,00 €

Descrizione

Acquaforte, 1550 circa, da un soggetto di Giulio Romano.

Magnifica prova di questo rarissimo lavoro, attribuito dal Passavant al Torbido dal Moro.

Impressa su carta vergata coeva con fiigrana "sole nel cerchio", rifilata dentro il segno del rame con perdita di parte incisa, in eccellente stato di conservazione.

L'opera è conosciuta anche semplicemente con il titolo di "Donna in una barca con uomo e bambino".

Bibliografia

Passavant VI. P. 139, Meyer II, 41.15; Bellini (Ghisi) p.37, 3/1.

Battista ANGOLO del Moro (Attivo a Verona e Venezia nella seconda metà del XVI secolo)

Battista dell’Angolo sposò la figlia di Francesco Torbido (detto il Moro) e aggiunse il soprannome della famiglia di lei al suo cognome. Battista lavorò come pittore di affreschi decorativi in Veneto nella seconda metà del XVI secolo e fu il primo di un importante gruppo di acquafortisti attivi a Verona e Venezia e dintorni. Il suo manierismo stilistico venne ripreso dai figli, Marco e Giulio. Marco seguì il padre nella carriera di acquafortista, mentre Giulio si dedicò maggiormente alla scultura. Battista venne iniziato al mestiere dal suocero, il cui stile pittorico decorativo risentiva molto dell’influenza di Tiziano e Giulio Romano. Molti dei dipinti di Battista, sulle facciate delle chiese e dei palazzi marchigiani, sono andati perduti a causa dell’ambiente umido e salmastro della costa, ma la facciata di Palazzo Pindemonti, a Verona, rivela il suo talento di affrescatore. Gli altri dipinti sopravvissuti al danneggiamento sono nella chiesa di Santa Eufemia (Paolo al cospetto di Anania), quella di Santo Stefano (L’Angelo che presenta la Palma del Martirio agli Innocenti) e a San Fermo Maggiore ( a Verona e nella Cattedrale di Mantova). Nel 1557 Battista, assistito dal figlio Marco, affrescò Palazzo Treviso a Murano.

Bibliografia

Passavant VI. P. 139, Meyer II, 41.15; Bellini (Ghisi) p.37, 3/1.

Battista ANGOLO del Moro (Attivo a Verona e Venezia nella seconda metà del XVI secolo)

Battista dell’Angolo sposò la figlia di Francesco Torbido (detto il Moro) e aggiunse il soprannome della famiglia di lei al suo cognome. Battista lavorò come pittore di affreschi decorativi in Veneto nella seconda metà del XVI secolo e fu il primo di un importante gruppo di acquafortisti attivi a Verona e Venezia e dintorni. Il suo manierismo stilistico venne ripreso dai figli, Marco e Giulio. Marco seguì il padre nella carriera di acquafortista, mentre Giulio si dedicò maggiormente alla scultura. Battista venne iniziato al mestiere dal suocero, il cui stile pittorico decorativo risentiva molto dell’influenza di Tiziano e Giulio Romano. Molti dei dipinti di Battista, sulle facciate delle chiese e dei palazzi marchigiani, sono andati perduti a causa dell’ambiente umido e salmastro della costa, ma la facciata di Palazzo Pindemonti, a Verona, rivela il suo talento di affrescatore. Gli altri dipinti sopravvissuti al danneggiamento sono nella chiesa di Santa Eufemia (Paolo al cospetto di Anania), quella di Santo Stefano (L’Angelo che presenta la Palma del Martirio agli Innocenti) e a San Fermo Maggiore ( a Verona e nella Cattedrale di Mantova). Nel 1557 Battista, assistito dal figlio Marco, affrescò Palazzo Treviso a Murano.