L'Illuminismo di Francesco I (La sconfitta dell'Ignoranza)

Riferimento: S38429
Autore Domenico ZENOI
Anno: 1560 ca.
Misure: 397 x 299 mm
1.800,00 €

Riferimento: S38429
Autore Domenico ZENOI
Anno: 1560 ca.
Misure: 397 x 299 mm
1.800,00 €

Descrizione

Bulino, 1560-65 circa, firmata in basso a destra 'Dominicus Zenoi Venetus/excidebat'. Nel margine inferiore, otto versi: Qualunque ardisce temerario il Monte/ Salir per quivi entrar gl'occhi s'abbenda… Da un soggetto di Rosso Fiorentino.

Magnifica prova, ricca di toni e ben contrastata, impressa su carta vergata coeva, rifilata ai margini con millimetrica parziale perdita d’inciso sul lato sinistro, per il resto in ottimo stato di conservazione.

L’incisione deriva dall'affresco del Rosso Fiorentino (1535 -1536 circa) nella Galerie Francois I di Fontainebleau.

La composizione è anche nota attraverso due precedenti incisioni, una di Antonio Fantuzzi (Zerner AF.24, Cfr. Carroll, No. 92), l'altra di René Boyvin (Robert-Dumesnil VIII.24.16), in controparte rispetto all’affresco che a questa stampa di Zenoi.

Il disegno perduto di Rosso per l'affresco è noto attraverso tre copie (Hessisches Landesmuseum, Darmstadt, inv. AE 1424, già Collezione Janos Scholz, New York, Museo di Rennes, n ° 56/1). Bruce Davis era d'accordo con Robert-Dumesnil nel supporre che la versione di Zenoi si basasse sulla stampa di Boyvin piuttosto che sull'affresco stesso.

Circa l’interpretazione iconografica, riportiamo le parole di B. Barryte riferite alla versione di René Boyvin (Myth, Allegory, and Faith, n. 6): "L’Ignoranza cacciata o L'Illuminismo di Francesco I" è basata su un disegno perduto di Rosso Fiorentino ed è in controparte rispetto ad uno degli affreschi più significativi della Galleria di Francesco I a Fontainebleau (1534-37) L'intera scena è ambientata su un banco di nuvole su cui si trovano figure bendate sconvolte e paralizzate. Al centro, un giovane con la mano destra protesa come a tastare possibili ostacoli tiene per mano e guida un uomo corpulento che ha un bastone nella mano sinistra. Dietro di loro, altre figure bendate si sbracciano, guardano tutte in direzioni diverse, e gesticolano supplichevoli. Nella loro interpretazione iconografica, Dora ed Erwin Panofsky descrivono il gruppo come una rassegna di "vizi nati dall'Ignoranza", identificando l'uomo grasso come l'Ignoranza, la figura accovacciata a sinistra come la Disperazione, e a destra la Lussuria che accarezza la figura nuda del Lusso. I corpi pesanti e muscolosi e le pose contorte rivelano il fascino di Rosso per l'arte di Michelangelo se non per le copie dirette, il gruppo di figure rende omaggio alla "Battaglia di Cascina" di Michelangelo, con la figura seduta a sinistra e la figura rivolta verso lo spettatore in basso a destra direttamente collegate ai soldati della composizione michelangiolesca. Come in molte opere manieriste, il focus dell'immagine è situato sullo sfondo, dove una figura armata a piedi nudi - identificata da Giorgio Vasari come re Francesco I - supera audacemente le gigantesche urne inscritte con le parole "Beni e "Mali" per entrare nella porta luminosa del Tempio di Giove. Coronato di alloro, l'eroe solitario tiene una spada e un libro, che significano devozione sia per il sapere che per la guerra. Nel contesto del castello del re, l'immagine suggerisce chiaramente un nesso tra il re e Giove, ma il suo significato specifico sfugge agli studiosi. Questo complesso immaginario è un segno distintivo della Scuola di Fontainebleau e un'espressione del particolare genio di Rosso, che giustifica l'elogio di Vasari: "Ha mostrato un'invenzione così ricca da non avere mai spazi superflui nelle sue composizioni, e ha fatto tutto con facilità e grazia meravigliose".

Bibliografia

Robert-Dumesnil VIII.24.16; Le Blanc IV.262.17; Herbet, Les graveurs de l’Ecole de Fontainebleau…, vol. III, p. 123, under R-D 16; Rosso Fiorentino: Drawings…, under no. 91, note 2; Davis, Mannerist Prints…, no. 100.

Domenico ZENOI (Attivo tra il 1559 e il 1574)

Incisore, orafo ed editore, fu attivo a Venezia e a Padova. Zenoi lavorava ad opere cartografiche a partire dal 1559, negli anni successivi la sua attività si infittisce specializzandosi nelle piante di fortezze e di città. Tra le poche notizie documentate relative alla sua attività, è attestato che nel 1566 richiese al Senato un privilegio di 15 anni per le immagini devozionali, i ritratti e le mappe che intendeva pubblicare. Il privilegio gli fu concesso dai Capi del Consiglio dei Dieci il 5 dicembre del 1566. Solo un mese più tardi, l'11 Gennaio, ottenne un secondo privilegio che contemplava anche il vincolo per Zenoi di sottoporre ogni stampa al vaglio degli Esecutori contro la bestemmia, per verificare che non vi fossero rappresentazioni oscene. Per stampe oscene e sonetti osceni ritrovati nella bottega del Camocio, per il quale Zenoi lavorò, furono entrambi multati nel 1598. Zenoi collaborò, inoltre, anche con Donato e Ferrando Bertelli, Bolognino Zaltieri, Pierre de Huchin.

Domenico ZENOI (Attivo tra il 1559 e il 1574)

Incisore, orafo ed editore, fu attivo a Venezia e a Padova. Zenoi lavorava ad opere cartografiche a partire dal 1559, negli anni successivi la sua attività si infittisce specializzandosi nelle piante di fortezze e di città. Tra le poche notizie documentate relative alla sua attività, è attestato che nel 1566 richiese al Senato un privilegio di 15 anni per le immagini devozionali, i ritratti e le mappe che intendeva pubblicare. Il privilegio gli fu concesso dai Capi del Consiglio dei Dieci il 5 dicembre del 1566. Solo un mese più tardi, l'11 Gennaio, ottenne un secondo privilegio che contemplava anche il vincolo per Zenoi di sottoporre ogni stampa al vaglio degli Esecutori contro la bestemmia, per verificare che non vi fossero rappresentazioni oscene. Per stampe oscene e sonetti osceni ritrovati nella bottega del Camocio, per il quale Zenoi lavorò, furono entrambi multati nel 1598. Zenoi collaborò, inoltre, anche con Donato e Ferrando Bertelli, Bolognino Zaltieri, Pierre de Huchin.