I Quattro Fiumi

Riferimento: S35249
Autore Francesco Faraone AQUILA
Anno: 1704
Misure: 254 x 362 mm
600,00 €

Riferimento: S35249
Autore Francesco Faraone AQUILA
Anno: 1704
Misure: 254 x 362 mm
600,00 €

Descrizione

Acquaforte e bulino, 1704, di cui 3 firmate in basso a sinistra “Fran Aquila delin. et Sculp” e una “Fran Aquila del. Et Sculp.”.

Belle prove, impresse su carta vergata coeva, ampli margini, in ottimo stato di conservazione.
Le quattro tavole raffigurano le statue dei Quattro Fiumi della celebre fontana del Bernini, in piazza Navona: statua del Danubio, del Gange, del Nilo e del Rio della Plata.

Le tavole appartengono alla serie Raccolta di Statue antiche e moderne data in luce sotto i gloriosi auspicj della Santita di N. S. Papa Clemente 11. da Domenico de Rossi illustrata colle sposizioni a ciascheduna immagine di Pauolo Alessandro Maffei [...], edita a Roma da Domenico de Rossi, nel 1704.

L’opera conteneva 163 tavole incise, tra gli altri da F. Aquila, N. Dorigny, C. Randon, J.B. De Poilly.
Ciascuna è numerata nell’angolo superiore, mentre in basso è riportata la didascalia esplicativa e, più in basso a sinistra, l’excudit di De Rossi e la notizia del privilegio “In Roma nella Stamp.a di Dom.co de Rossi alla Pace, con Privil.o”.

Francesco Faraone AQUILA (Palermo 1676 circa – Roma 1740 circa)

Francesco Faraone Aquila (o dell'Aquila) (Palermo, 1676 – Roma, 1740) è stato un incisore italiano che seguì le orme del fratello Pietro. Per altre fonti Francesco non era fratello di Pietro Aquila bensì il nipote ed effettivamente i dati cronologici potrebbero confermare questa seconda ipotesi dato che Pietro era della generazione precedente e già morto nel 1692. Della sua vita non abbiamo molte notizie. Sappiamo che nel 1690 si trasferì a Roma, dove il fratello era conosciuto già da decenni per la sua opera di incisore per le maggiori botteghe d'incisione della capitale. Pietro che era un sacerdote gli aprì le porte della committenza ecclesiastica romana. Papa Clemente XI gli ordinò il lavoro che rimase la sua opera maggiore cioè l'incisione dei bassorilievi della Colonna di Antonino Pio e del suo piedistallo, un'opera ancora oggi utilissima visto che le condizioni di questi sono soggetti al degrado a causa degli agenti atmosferici e della perdita della colonna durante un incendio, nel 1759, della quale oggi è rimasto soltanto il basamento conservato nei Musei Vaticani. Nel 1713 Domenico de Rossi pubblicò la "Raccolta di vasi diversi formati da illvstri artefici antichi e di varie targhe soprapposte alle Fabbriche più insigni di Roma.." le cui tavole furono disegnate ed incise dal Faraone Aquila. Un'altra opera molto importante di Francesco Aquila fu l'incisione dell'affresco della cupola del Duomo di Parma del Correggio e quella degli appartamenti del Vaticano di Raffaello. Ma il Gori Gandellini nel suo libro Notizie storiche degli intagliatori ci lascia una lunga lista di incisioni di quadri e affreschi, rinascimentali e barocchi, fatta dall'Aquila fra i quali: Carlo Maratta, Francesco Albani, il Lanfranco, Ciro Ferri, Pietro da Cortona, Pier Leone Ghezzi e innumerevoli altri. Seguendo il gusto antiquario che si andava affermando nel corso del Settecento, Francesco Aquila incise varie opere dell'età classica romana: statue, vasi, archi trionfali, venendo così incontro alla richiesta soprattutto dei visitatori stranieri, in maggioranza tedeschi e inglesi. Molto famosi furono anche i ritratti di suoi contemporanei sia pittori che ecclesiastici. Francesco Faraone Aquila morì a Roma intorno al 1740.

Francesco Faraone AQUILA (Palermo 1676 circa – Roma 1740 circa)

Francesco Faraone Aquila (o dell'Aquila) (Palermo, 1676 – Roma, 1740) è stato un incisore italiano che seguì le orme del fratello Pietro. Per altre fonti Francesco non era fratello di Pietro Aquila bensì il nipote ed effettivamente i dati cronologici potrebbero confermare questa seconda ipotesi dato che Pietro era della generazione precedente e già morto nel 1692. Della sua vita non abbiamo molte notizie. Sappiamo che nel 1690 si trasferì a Roma, dove il fratello era conosciuto già da decenni per la sua opera di incisore per le maggiori botteghe d'incisione della capitale. Pietro che era un sacerdote gli aprì le porte della committenza ecclesiastica romana. Papa Clemente XI gli ordinò il lavoro che rimase la sua opera maggiore cioè l'incisione dei bassorilievi della Colonna di Antonino Pio e del suo piedistallo, un'opera ancora oggi utilissima visto che le condizioni di questi sono soggetti al degrado a causa degli agenti atmosferici e della perdita della colonna durante un incendio, nel 1759, della quale oggi è rimasto soltanto il basamento conservato nei Musei Vaticani. Nel 1713 Domenico de Rossi pubblicò la "Raccolta di vasi diversi formati da illvstri artefici antichi e di varie targhe soprapposte alle Fabbriche più insigni di Roma.." le cui tavole furono disegnate ed incise dal Faraone Aquila. Un'altra opera molto importante di Francesco Aquila fu l'incisione dell'affresco della cupola del Duomo di Parma del Correggio e quella degli appartamenti del Vaticano di Raffaello. Ma il Gori Gandellini nel suo libro Notizie storiche degli intagliatori ci lascia una lunga lista di incisioni di quadri e affreschi, rinascimentali e barocchi, fatta dall'Aquila fra i quali: Carlo Maratta, Francesco Albani, il Lanfranco, Ciro Ferri, Pietro da Cortona, Pier Leone Ghezzi e innumerevoli altri. Seguendo il gusto antiquario che si andava affermando nel corso del Settecento, Francesco Aquila incise varie opere dell'età classica romana: statue, vasi, archi trionfali, venendo così incontro alla richiesta soprattutto dei visitatori stranieri, in maggioranza tedeschi e inglesi. Molto famosi furono anche i ritratti di suoi contemporanei sia pittori che ecclesiastici. Francesco Faraone Aquila morì a Roma intorno al 1740.