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Riferimento: | S48430 |
Autore | Maestro B nel Dado |
Anno: | 1532 ca. |
Misure: | 230 x 195 mm |
Riferimento: | S48430 |
Autore | Maestro B nel Dado |
Anno: | 1532 ca. |
Misure: | 230 x 195 mm |
Venere in piedi a sinistra che ordina a Psiche di cercare l'acqua da una fontana sorvegliata da draghi.
Bulino, circa 1532, privo di firma ed indicazioni editorali. Da un disegno attribuito a Michiel Coxie per la Favola di Psiche.
La Favola di Psiche, una serie in 32 incisioni a bulino eseguite con grande probabilità nel 1532 dal Maestro B nel dado e da Agostino Veneziano (tavole 4, 7 e 13), illustra episodi tratti dal mito di Amore e Psiche, come narrato nelle Metamorfosi o L'asino d'oro di Apuleio, su disegni di ispirazione raffaellesca attribuiti dal Vasari (ed. Milanesi, V, p. 345) a Michiel Coxie (Malines 1499-1592).
Questo soggetto privo dei versi latini in basso, non venne mai inserito nella serie Cupido e Psiche; potrebbe essere una prima versione poi scartata o sostituita.
Magnifica prova, ricca di toni, stampata su carta vergata coeva con filigrana “pellegrino nel cerchio” (Woodward nn. 3-6), con margini pieni su tre lati e rifilata al segno di lastra in basso, in ottimo stato di conservazione.
Bibliografia
Bartsch, Le Peintre graveur (XV.224.71).
Maestro B nel Dado (Attivo a Roma, metà XVI sec.)
Il Maestro del Dado è pittore e incisore della scuola di Marcantonio e attivo a Roma tra il 1532 e il 1550, spesso confuso a torto con il Beatricetto o con il Bonasone. Il Le Blanc ritiene si tratti di un discendente del pittore Bernardo Daddi (1512 ca. – Roma 1570) in base all’iniziale che si legge nell’attributo figurato che sigla le sue stampe, una B segnata su un dado. Diversamente, altri identificano il nostro con Benedetto Verini, figlio naturale o presunto di Marcantonio sciogliendo le iniziali BV che appaiono su alcune sue stampe, mentre per il Bartsch l’ultima lettera potrebbe avere il significato di Veneziano o, più recentemente, ma ancora dubitativamente, con Tommaso Vincidor da Bologna. Incisore di riproduzione di opere altrui, eseguite talvolta su richiesta di Antonio Lafrery, i suoi modelli prediletti sono Raffaello, Peruzzi, Giulio Romano e Tommaso Vincidor.
Al Maestro del Dado vengono assegnate circa 85 stampe dal Malaspina, anche il Bartsch elenca 85 soggetti portati dal Passavant a 89.
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Maestro B nel Dado (Attivo a Roma, metà XVI sec.)
Il Maestro del Dado è pittore e incisore della scuola di Marcantonio e attivo a Roma tra il 1532 e il 1550, spesso confuso a torto con il Beatricetto o con il Bonasone. Il Le Blanc ritiene si tratti di un discendente del pittore Bernardo Daddi (1512 ca. – Roma 1570) in base all’iniziale che si legge nell’attributo figurato che sigla le sue stampe, una B segnata su un dado. Diversamente, altri identificano il nostro con Benedetto Verini, figlio naturale o presunto di Marcantonio sciogliendo le iniziali BV che appaiono su alcune sue stampe, mentre per il Bartsch l’ultima lettera potrebbe avere il significato di Veneziano o, più recentemente, ma ancora dubitativamente, con Tommaso Vincidor da Bologna. Incisore di riproduzione di opere altrui, eseguite talvolta su richiesta di Antonio Lafrery, i suoi modelli prediletti sono Raffaello, Peruzzi, Giulio Romano e Tommaso Vincidor.
Al Maestro del Dado vengono assegnate circa 85 stampe dal Malaspina, anche il Bartsch elenca 85 soggetti portati dal Passavant a 89.
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