Cristo e l’Adultera

Riferimento: S24586
Autore Diana SCULTORI
Anno: 1575
Misure: 567 x 415 mm
Non Disponibile

Riferimento: S24586
Autore Diana SCULTORI
Anno: 1575
Misure: 567 x 415 mm
Non Disponibile

Descrizione

Bulino, 1575, inscritto e firmato in basso a sinistra: 'IVLIVS R./INVENTOR/DIANA F.'; al centro 'CON PRIVILEGIO DI PAPA GREGOR XXIII PER ANNI X', a destra la dedica alla duchessa di Mantova, Eleonora d’Austria, datata  1 settembre 1575.

Esemplare nel quarto stato di dieci, secondo Bellini, con l’indirizzo di Antonio Carenzano al centro: 'Diana Scultora Mantoana fece Antonio Carenzano le stampa in Roma l'anno 1613'.

Da un soggetto di Giulio Romano.

Bellissima prova, ricca di toni e ben contrastata, impressa su carta vergata coeva, irregolarmente rifilata ai margini in prossimità della linea marginale, piega di stampa restaurate in mezzo, per il resto in ottimo stato di conservazione.

Il 5 giugno 1575 Diana Scultori ottenne il privilegio papale decennale per 5 incisioni. Una di queste è Cristo e l’Adultera che, nota Bellini, dev’essere quindi anteriore alla data della dedica, 1 settembre 1575.

La dedica è alla duchessa di Mantova, Eleonora d’Austria, moglie del duca Vincenzo Gonzaga:

Alla Serenissima Signora Lionora d’Austria Duchessa di Mantova / Diana Mantuana/ Io mi sento tanto tenuta alla memoria del felicissimo Dominio di Vostra Altezza sotto il quale io nacqui et appresi quella poca virtu ch’io posseggo che per sodisfare in parte alla gratitudine dell’animo mio ho preso ardire di mandar in luce questa mia fatica sotto il gran nome di quella accioche ritornando dov’ella hebbe il suo principio serva ancora per pegno alla servitu mia verso di Vostra Altezza et della Serenissima casa sua di Roma. Il primo di settembre MDLXXV

Il disegno di Giulio Romano mostra Cristo e la giovane donna in piedi nel portico di un tempio rotondo incorniciato dalle tortuose colonne bizantine che ricordano le antiche colonne di San Pietro a Roma, ma più precisamente uno degli arazzi che Raffaello e la sua bottega disegnarono per la cappella Sistina. La scena della Guarigione dello storpio si svolge proprio in mezzo a queste colonne: Giulio Romano ha evidentemente riciclato il motivo per Cristo e l'adultera, mentre le due figure sedute ai piedi della scala ricordano momenti di un altro degli arazzi, La morte di Anania.

Si può comunque segnalare in Palazzo Ducale a Mantova l’esistenza di un arazzo raffigurante S. Pietro che risana lo storpio

I Gonzaga erano uno dei privati che avevano acquistato un set di arazzi, tessuti dagli stessi disegni degli originali papali, per il loro palazzo, ed erano una componente ostentata ed estremamente costosa della decorazione del palazzo mantovano. I riferimenti visivi a una versione specificamente gonzaghesca dell'eredità di Raffaello e il collegamento al gusto e alla ricchezza vaticana costituivano una dichiarazione eloquente della doppia fedeltà di Diana a Mantova e a Roma.

L'imponente privilegio, sempre in stampatello per mostrare il suo status di testo legale piuttosto che l'elegante corsivo della dedica, conferisce alla stampa un'importanza e un’appetibilità che coinvolge la più ampia cerchia della nobiltà mantovana e romana.

Bibliografia

Bartsch XV.434.4 (II/II); Le Blanc II.292.14; Bellini, n. 21; Giulio Romano Pinxit et Delineavit, n. 153 (III/VI).

Diana SCULTORI (Mantova ante 1530- Roma 1588)

Diana Scultori, detta Mantovana o anche erroneamente Ghisi, figlia di Giovanni Battista e sorella di Adamo, nasce a Mantova prima del 1530. A Mantova Diana sposa l’architetto Francesco da Volterra conosciuto nella città quando Cesare Gonzaga lo aveva chiamato nel 1566 per decorare il suo studiolo fatto per le medaglie “il quale ha ottimamente di ebano e di avorio lavorato un Francesco da Volterra”. In seguito al matrimonio Diana ama siglarsi come: Diana Mantuana, civis Volterrana incidebat per sottolineare che era divenuta cittadina di quella illustre città. Dal 1575 Diana è a Roma dove sigla le sue opere con l’appellativo “civis volterrana”. E dove vi muore intorno al 1588. Nella città pontificia l’artista traduce le opere di Raffaello, oltre a quelle dei manieristi romani. Il Bartsch attribuisce alla Scultori 47 stampe, ad esse il Passavant aggiunge altri 12 soggetti.

Bibliografia

Bartsch XV.434.4 (II/II); Le Blanc II.292.14; Bellini, n. 21; Giulio Romano Pinxit et Delineavit, n. 153 (III/VI).

Diana SCULTORI (Mantova ante 1530- Roma 1588)

Diana Scultori, detta Mantovana o anche erroneamente Ghisi, figlia di Giovanni Battista e sorella di Adamo, nasce a Mantova prima del 1530. A Mantova Diana sposa l’architetto Francesco da Volterra conosciuto nella città quando Cesare Gonzaga lo aveva chiamato nel 1566 per decorare il suo studiolo fatto per le medaglie “il quale ha ottimamente di ebano e di avorio lavorato un Francesco da Volterra”. In seguito al matrimonio Diana ama siglarsi come: Diana Mantuana, civis Volterrana incidebat per sottolineare che era divenuta cittadina di quella illustre città. Dal 1575 Diana è a Roma dove sigla le sue opere con l’appellativo “civis volterrana”. E dove vi muore intorno al 1588. Nella città pontificia l’artista traduce le opere di Raffaello, oltre a quelle dei manieristi romani. Il Bartsch attribuisce alla Scultori 47 stampe, ad esse il Passavant aggiunge altri 12 soggetti.