Il corteo dei prigionieri

Riferimento: S32012
Autore Giorgio GHISI detto "Il Mantovano"
Anno: 1534 ca.
Misure: 567 x 430 mm
1.900,00 €

Riferimento: S32012
Autore Giorgio GHISI detto "Il Mantovano"
Anno: 1534 ca.
Misure: 567 x 430 mm
1.900,00 €

Descrizione

Bulino, circa 1534-1545, firmato in lastra, in basso al centro “IULIUS ROMANUS INVENTOR/GEORGIUS MANTUANUS FECIT”.

Esemplare nel secondo stato, di tre, con l’aggiunta, in basso a destra, della firma editoriale “Nico Van aelst formis Romae. 1605”. Da un soggetto di Giulio Romano.

Bellissima prova, impressa su due fogli di carta vergata coeva, uniti, rifilati alla linea marginale, in ottimo stato di conservazione.

La scena raffigura un corteo formato da prigionieri, di un popolo vinto, che i soldati romani fanno sfilare sulla pubblica via per deriderli. Il corteo, che ha appena oltrepassato un arco, è preceduto da un buffone che, come ricorda Appiano (Guerre Puniche, VIII,9,66) “faceva diverse pantomime, deridendo i nemici prigionieri, per suscitare l’ilarità”.

Il soggetto riproduce, in controparte, e con alcune varianti, un disegno di Giulio Romano eseguito per uno degli arazzi  commissionati da Francesco I, raffiguranti la vita del generale romano Scipione. Il ciclo completo degli arazzi si componeva di due serie: la prima, di 13 arazzi, dedicata alle imprese di Scipione; la seconda, di 10, dedicata ai Trionfi, disegnata da Giulio. Commissionati nel 1532 e completati nel 1535, gli arazzi, tessuti a Bruxelles, sono andati tutti distrutti durante la Rivoluzione Francese. Si sono, invece, conservati i 10 petits patrons, ovvero i disegni preparatori, del Romano, 9 conservati al Louvre e uno a Chantilly.

Il disegno preparatorio per Il corteo dei prigionieri è al Louvre, inv. 3540. Oltre all’incisione del Ghisi, soltanto un’altra scena dei Trionfi fu riprodotta in stampa da Primaticcio a Fontainbleau, ed è datata 1543.

Quest’opera è la prima lastra di grandi dimensioni incisa da Ghisi. Secondo la Boorsch, è possibile che la lastra sia stata incisa prima del 1534, ovvero prima che i petits patrons fossero spediti a Bruxelles. Inoltre, ipotizza che il modello utilizzato dal Ghisi fosse non il disegno finale di Giulio, ma un altro, molto simile a questo, rimasto a Mantova. La studiosa ha infatti osservato che disegni doppi esistono anche per altri soggetti della serie.

Bellini data l’opera alla fine del primo periodo mantovano o ai primi anni del successivo periodo romano, 1546-47, dove l’artista avrebbe portato con sé il disegno. È certo – continua – che il bulino non sia stato stampato a Mantova, come prova l’aggettivo “mantuanus”, che sarebbe stato superfluo aggiungere nella propria città natale.

La lastra originale si conserva a Roma, presso la Calcografia Nazionale, inv. 649.

Bibliografia

Bartsch, XV.68; Boorsch, p.41 n.4.ii; Bellini 1998 p.49 n.7.II.

Giorgio GHISI detto "Il Mantovano" (Mantova 1520 - 1582)

Studiò disegno con Giulio Romano e incisione con Giambattista Mantovano, dal quale derivò lo schema incisorio di Marcantonio Raimondi. Salvo un breve soggiorno ad Anversa nel 1550, svolse la sua attività principalmente a Mantova. Studiò disegno con Giulio Romano e incisione con Giambattista Mantovano, dal quale derivò lo schema incisorio di Marcantonio Raimondi. Salvo un breve soggiorno ad Anversa nel 1550, svolse la sua attività principalmente a Mantova. La sua maniera si distingue per l'accurato, sottilissimo tratteggio, per l'intenso chiaroscuro e la raffinata applicazione, sulla lastra, delle tecniche orafe. Oltre alle numerose incisioni da Michelangelo (Giudizio Universale, Sibille e Profeti, ecc.), da Raffaello (Disputa del Sacramento, La Scuola di Atene, ecc.), da Giulio Romano (La morte di Procri), particolarmente interessanti il celebre Sogno di Raffaello e La Vittoria. Il Bartsch e il Passavant catalogano 70 stampe mentre l’Huber solo 31; il D’Arco elenca 44 soggetti e i Lewis assegnano 63 soggetti certi.

Giorgio GHISI detto "Il Mantovano" (Mantova 1520 - 1582)

Studiò disegno con Giulio Romano e incisione con Giambattista Mantovano, dal quale derivò lo schema incisorio di Marcantonio Raimondi. Salvo un breve soggiorno ad Anversa nel 1550, svolse la sua attività principalmente a Mantova. Studiò disegno con Giulio Romano e incisione con Giambattista Mantovano, dal quale derivò lo schema incisorio di Marcantonio Raimondi. Salvo un breve soggiorno ad Anversa nel 1550, svolse la sua attività principalmente a Mantova. La sua maniera si distingue per l'accurato, sottilissimo tratteggio, per l'intenso chiaroscuro e la raffinata applicazione, sulla lastra, delle tecniche orafe. Oltre alle numerose incisioni da Michelangelo (Giudizio Universale, Sibille e Profeti, ecc.), da Raffaello (Disputa del Sacramento, La Scuola di Atene, ecc.), da Giulio Romano (La morte di Procri), particolarmente interessanti il celebre Sogno di Raffaello e La Vittoria. Il Bartsch e il Passavant catalogano 70 stampe mentre l’Huber solo 31; il D’Arco elenca 44 soggetti e i Lewis assegnano 63 soggetti certi.