La Natività con Angeli

Riferimento: S21198
Autore Bartolomeo BISCAINO
Anno: 1650 ca.
Misure: 285 x 395 mm
1.200,00 €

Riferimento: S21198
Autore Bartolomeo BISCAINO
Anno: 1650 ca.
Misure: 285 x 395 mm
1.200,00 €

Descrizione

Acquaforte, 1650-1657 circa, firmata in basso a sinistra: 'BISCAI. VS GENVE IS F.', a destra: 'Daman. ex.' Esemplare nel sesto stato, di otto, con aggiunto – in basso al centro ′in Bassano per il Remondini′.

La composizione è basata sulla pala d’altare realizzata da Giovanni Battista Castiglione per la Chiesa di San Luca a Genova.

Bellini (in TIB) menziona due disegni preparatori di cui oggi non è nota la locazione.

Bell’esemplare, con ampi margini bianchi, in ottimo stato di conservazione.

Bibliografia

Bartsch XXI.185.7; Bellini in TIB 1987, 4718.007. S6.

Bartolomeo BISCAINO (Genova 1632 circa - 1657)

Allievo del padre, il pittore Giovanni Andrea che seguì orientamenti stilistici di Luca Cambiaso, Bartolomeo fu in seguito a scuola presso Valerio Castello. Da quest’ultimo assimilò i modelli e il gusto coloristico in modo così stretto che ancora la sua produzione pittorica viene confusa con quella del suo maestro. L’attività più nota del Biscaino è quella relativa alla grafica, sia nel campo del disegno al quale si dedicò con particolare versatilità, sia nell’incisione all’acquaforte, tecnica a lui assai congeniale. Sappiamo dalle fonti che egli si applicò a lungo negli anni giovanili allo studio delle stampe del Castiglione, che fu il vero ispiratore delle sue incisioni, il cui segno sfrangiato e luministico ne costituisce la parte più evidente. Lo stile particolarissimo neo-manierista di questo artista secentesco, assai evidente nelle stampe e nei disegni, tradisce la sua ammirazione per l’arte del Parmigianino, che egli conobbe, copiò ed imitò in varie composizioni. Tanto i disegni che le stampe del Biscaino, per la loro particolare eleganza e raffinatezza di esecuzione, godettero di un grande favore presso i collezionisti del Sette-Ottocento. La caratteristica della ricerca di effetti coloristici assai evidente nei ritocchi a biacca su carte tinte nei disegni ritorna nei chiaro - scuri delle incisioni, che denotano una grande padronanza del mezzo espressivo da parte dell’autore. Il catalogo della sua opera grafica è piuttosto limitato (il Bartsch ne cataloga circa 40 pezzi) perché l’artista morì giovanissimo durante l’epidemia di peste che sconvolse Genova nel 1657.

Bibliografia

Bartsch XXI.185.7; Bellini in TIB 1987, 4718.007. S6.

Bartolomeo BISCAINO (Genova 1632 circa - 1657)

Allievo del padre, il pittore Giovanni Andrea che seguì orientamenti stilistici di Luca Cambiaso, Bartolomeo fu in seguito a scuola presso Valerio Castello. Da quest’ultimo assimilò i modelli e il gusto coloristico in modo così stretto che ancora la sua produzione pittorica viene confusa con quella del suo maestro. L’attività più nota del Biscaino è quella relativa alla grafica, sia nel campo del disegno al quale si dedicò con particolare versatilità, sia nell’incisione all’acquaforte, tecnica a lui assai congeniale. Sappiamo dalle fonti che egli si applicò a lungo negli anni giovanili allo studio delle stampe del Castiglione, che fu il vero ispiratore delle sue incisioni, il cui segno sfrangiato e luministico ne costituisce la parte più evidente. Lo stile particolarissimo neo-manierista di questo artista secentesco, assai evidente nelle stampe e nei disegni, tradisce la sua ammirazione per l’arte del Parmigianino, che egli conobbe, copiò ed imitò in varie composizioni. Tanto i disegni che le stampe del Biscaino, per la loro particolare eleganza e raffinatezza di esecuzione, godettero di un grande favore presso i collezionisti del Sette-Ottocento. La caratteristica della ricerca di effetti coloristici assai evidente nei ritocchi a biacca su carte tinte nei disegni ritorna nei chiaro - scuri delle incisioni, che denotano una grande padronanza del mezzo espressivo da parte dell’autore. Il catalogo della sua opera grafica è piuttosto limitato (il Bartsch ne cataloga circa 40 pezzi) perché l’artista morì giovanissimo durante l’epidemia di peste che sconvolse Genova nel 1657.