Sacra Famiglia con San Giovannino

Riferimento: S24538
Autore Bartolomeo BISCAINO
Anno: 1650 ca.
Misure: 125 x 85 mm
Non Disponibile

Riferimento: S24538
Autore Bartolomeo BISCAINO
Anno: 1650 ca.
Misure: 125 x 85 mm
Non Disponibile

Descrizione

Acquaforte, circa 1650, priva di firma.

Esemplare nel primo stato di due, avanti l’indirizzo del De Rossi.

Bellissima prova, impressa su carta vergata coeva, con margini, in perfetto stato di conservazione.

Raro lavoro, attribuito al Biscaino dal Bartsch che lo cataloga tra i lavori giovanili dell’artista genovese. Recentemente altri tendono ad attribuire l’opera alla grafica giovanile di Simone Cantarini, mentre Hollstein la cataloga tra i lavori di Jean Miel (Anversa 1599 – Torino 1633), attivo in Italia alla scuola di Andrea Sacchi.

Bibliografia: Bartch 25 I/II; Hollstein 2 I/II. Dimensioni 125x85.

Bibliografia

Bartch 25 I/II; Hollstein 2 I/II.

Bartolomeo BISCAINO (Genova 1632 circa - 1657)

Allievo del padre, il pittore Giovanni Andrea che seguì orientamenti stilistici di Luca Cambiaso, Bartolomeo fu in seguito a scuola presso Valerio Castello. Da quest’ultimo assimilò i modelli e il gusto coloristico in modo così stretto che ancora la sua produzione pittorica viene confusa con quella del suo maestro. L’attività più nota del Biscaino è quella relativa alla grafica, sia nel campo del disegno al quale si dedicò con particolare versatilità, sia nell’incisione all’acquaforte, tecnica a lui assai congeniale. Sappiamo dalle fonti che egli si applicò a lungo negli anni giovanili allo studio delle stampe del Castiglione, che fu il vero ispiratore delle sue incisioni, il cui segno sfrangiato e luministico ne costituisce la parte più evidente. Lo stile particolarissimo neo-manierista di questo artista secentesco, assai evidente nelle stampe e nei disegni, tradisce la sua ammirazione per l’arte del Parmigianino, che egli conobbe, copiò ed imitò in varie composizioni. Tanto i disegni che le stampe del Biscaino, per la loro particolare eleganza e raffinatezza di esecuzione, godettero di un grande favore presso i collezionisti del Sette-Ottocento. La caratteristica della ricerca di effetti coloristici assai evidente nei ritocchi a biacca su carte tinte nei disegni ritorna nei chiaro - scuri delle incisioni, che denotano una grande padronanza del mezzo espressivo da parte dell’autore. Il catalogo della sua opera grafica è piuttosto limitato (il Bartsch ne cataloga circa 40 pezzi) perché l’artista morì giovanissimo durante l’epidemia di peste che sconvolse Genova nel 1657.

Bibliografia

Bartch 25 I/II; Hollstein 2 I/II.

Bartolomeo BISCAINO (Genova 1632 circa - 1657)

Allievo del padre, il pittore Giovanni Andrea che seguì orientamenti stilistici di Luca Cambiaso, Bartolomeo fu in seguito a scuola presso Valerio Castello. Da quest’ultimo assimilò i modelli e il gusto coloristico in modo così stretto che ancora la sua produzione pittorica viene confusa con quella del suo maestro. L’attività più nota del Biscaino è quella relativa alla grafica, sia nel campo del disegno al quale si dedicò con particolare versatilità, sia nell’incisione all’acquaforte, tecnica a lui assai congeniale. Sappiamo dalle fonti che egli si applicò a lungo negli anni giovanili allo studio delle stampe del Castiglione, che fu il vero ispiratore delle sue incisioni, il cui segno sfrangiato e luministico ne costituisce la parte più evidente. Lo stile particolarissimo neo-manierista di questo artista secentesco, assai evidente nelle stampe e nei disegni, tradisce la sua ammirazione per l’arte del Parmigianino, che egli conobbe, copiò ed imitò in varie composizioni. Tanto i disegni che le stampe del Biscaino, per la loro particolare eleganza e raffinatezza di esecuzione, godettero di un grande favore presso i collezionisti del Sette-Ottocento. La caratteristica della ricerca di effetti coloristici assai evidente nei ritocchi a biacca su carte tinte nei disegni ritorna nei chiaro - scuri delle incisioni, che denotano una grande padronanza del mezzo espressivo da parte dell’autore. Il catalogo della sua opera grafica è piuttosto limitato (il Bartsch ne cataloga circa 40 pezzi) perché l’artista morì giovanissimo durante l’epidemia di peste che sconvolse Genova nel 1657.