Marsia insegna ad Olimpo a suonare

Riferimento: S42518
Autore Giovanni Benedetto CASTIGLIONE detto "Il Grechetto"
Anno: 1645 ca.
Misure: 117 x 215 mm
Non Disponibile

Riferimento: S42518
Autore Giovanni Benedetto CASTIGLIONE detto "Il Grechetto"
Anno: 1645 ca.
Misure: 117 x 215 mm
Non Disponibile

Descrizione

Acquaforte, circa 1645/47, firmata in lastra in basso a sinistra.

Esemplare nel terzo stato di tre, con l’imprint di Giovanni Giacomo de Rossi alla Pace e la data 1648. 

Ottima prova, impressa con tono di lastra su carta vergata coeva con filigrana “giglio nel cerchio con corona”, con ampi margini, piccole ossidazioni in basso al centro, per il resto in ottimo stato di conservazione.

Il soggetto di questa incisione, definito dal Bartsch Pan e Olimpo, è    stato identificato da P. Rosenberg (Un nouveau Poussin au Louvre: Olimpos et Marsyas, in "La Revue du Louvre", 19, n. 2, 1969, p. 92), che lo ri­tiene copiato da un dipinto giovanile di Poussin ora al Louvre, proveniente da Mantova, dove il giovane Castiglione poteva averlo visto.

L'episodio mitico illustrato si riferisce a Marsia, che insegnò al giovane Olimpo a suonare varie melodie musicali. Oltre al prototipo del Poussin, il Castiglione sembra tener presente in questa scena anche il gruppo statuario antico con Pan che insegna a suonare la zampogna a un giovane, già nella collezione Ludovisi , e incisa da François Perrier.

La nostra incisione è databile su basi stilistiche al periodo genovese dell'attività dell'artista, tra il 1645 e il '47, anni in cui egli subì e tradusse maggiormente nelle sue creazioni l'influsso delle opere di Nicolas Poussin e del suo particolare classicismo eroico neo-veneto.

 

BIBLIOGRAFIA

Gori Gandellini, 1810, VIII, n. XLVIII; Bartsch, 1821, XXI, n. 15; Le Blanc, 1854, I, n. 20; Percy, 1971, n. E 11; Bellini, 1982, n. 17; Massari, Tra mito e allegoria, immagini a stampa nel ‘500 e ‘600, pp. 408-409, n. 153, III/III.

 

Giovanni Benedetto CASTIGLIONE detto "Il Grechetto" (Genova 1616 - Mantova 1670)

L’origine e la formazione genovese portarono il Castiglione a conoscere la pittura fiamminga, in particolare attraverso gli artisti Jaan Roos e Van Dyck, dai quali derivò un cromatismo caldo e vibrante. A Roma, dove fu dal 1632 al ’35, e in un secondo soggiorno dal 1647 al ’51, intramezzato da un viaggio a Napoli nel 1635, fu attratto dal classicismo intellettualistico del Poussin. Le sue tematiche preferite, tanto in pittura che nei disegni e nelle incisioni, si rifanno al moralismo classicheggiante, ispirato alla filosofia stoica, tipicamente poussiniano, che lo portò a creare un repertorio di soggetti iconografici assai colto rispetto ad altri artisti, tra cui Salvator Rosa. Trascorse l’ultimo periodo di attività alla corte del Duca di Mantova e la sua produzione di quegli anni accentua gli elementi visionari e il cromatismo violento, presente già nelle opere del periodo precedente. Abile incisore, amò esprimersi attraverso questo mezzo tecnico per diffondere le sue complesse iconografie intellettualistiche e fu il primo in Italia ad apprezzare ed imitare le stupende acqueforti del Rembrandt.

Giovanni Benedetto CASTIGLIONE detto "Il Grechetto" (Genova 1616 - Mantova 1670)

L’origine e la formazione genovese portarono il Castiglione a conoscere la pittura fiamminga, in particolare attraverso gli artisti Jaan Roos e Van Dyck, dai quali derivò un cromatismo caldo e vibrante. A Roma, dove fu dal 1632 al ’35, e in un secondo soggiorno dal 1647 al ’51, intramezzato da un viaggio a Napoli nel 1635, fu attratto dal classicismo intellettualistico del Poussin. Le sue tematiche preferite, tanto in pittura che nei disegni e nelle incisioni, si rifanno al moralismo classicheggiante, ispirato alla filosofia stoica, tipicamente poussiniano, che lo portò a creare un repertorio di soggetti iconografici assai colto rispetto ad altri artisti, tra cui Salvator Rosa. Trascorse l’ultimo periodo di attività alla corte del Duca di Mantova e la sua produzione di quegli anni accentua gli elementi visionari e il cromatismo violento, presente già nelle opere del periodo precedente. Abile incisore, amò esprimersi attraverso questo mezzo tecnico per diffondere le sue complesse iconografie intellettualistiche e fu il primo in Italia ad apprezzare ed imitare le stupende acqueforti del Rembrandt.